Cinque operai inghiottiti dal lago

Brescia, il pulmino che li stava portando a casa è precipitato nell'Iseo Brescia, il pulmino che li stava portando a casa è precipitato nell'Iseo Cinque operai inghiottiti dal lago Maltempo, allarme rosso a Venezia e Roma BRESCIA. Il maltempo ha ucciso, dopo tanta emergenza. Mentre a Venezia è allarme rosso per l'acqua alta ( 134 centimetri) e a Roma si teme che il Tevere in piena straripi (due campi nomadi sono stati sgomberati), nel Bresciano cinque operai sono finiti nel lago di Iseo con il furgone che li stava riportando a casa e che è impazzito sull'asfalto bagnato. I loro corpi sono stati ripescati un'ora e mezzo dopo, mentre una sesta persona si è salvata. La tragedia alle 18,20 di ieri, mentre i sei rientravano da una giornata di lavoro, appena fuori dall'abitato di Sale Marasino, in un punto dove la profondità del lago raggiunge i sette metri. Le vittime erano originarie della Val Camonica: Pasquale Beatrici, 51 anni, abitava a Breno; Narciso Lascioli, 44, era di Malegno; Faustino Ducoli, 39 anni, di Darfo Boario, la città delle terme; Vittorio Casari (41) di Piancogno; Abderrahin Elmasky, 33 anni, di nazionalità marocchina, viveva a Berzo Inferiore. Con loro viaggiava anche Silvano Canossi, 31 anni, di Cividate Camuno. Canossi è l'unico superstite della tragedia. Ricoverato in stato di choc all'ospedale di Iseo e sotto l'effetto di potenti sedativi, Canossi ha trovato la forza per pronunciare poche parole: «Non ricordo quasi nulla, non so spiegarmi come ho fatto a saltar fuori da quell'inferno». Canossi, con l'irreale tranquillità datagli dai calmanti e pochi graffi, continua il suo racconto: «Quando sono riemerso stavo di nuovo tornando a fondo perché non so nuotare». A salvarlo è stato l'intervento di due giovani di Marone, un paese a pochi chilometri da Sale Marasino. Accortisi dell'incidente, Luca Cherchi ed Eugenio Cristini si sono buttati in acqua e lo hanno aiutato a raggiungere la riva. Canossi sedeva a fianco del guidatore, Vittorio Casari. Pare che sia riuscito a sottrarsi alla morte sfondando un finestrino, vista l'impossibilità di aprire la portiera. L'incidente è avvenuto sulla statale che collega Iseo alla Val Camonica. A Brescia è chiamata la «strada maledetta» per l'alto numero di incidenti avvenuto negli anni scorsi: stretta, poco illuminata, con gran parte della carreggiata a strapiombo sul lago e le gallerie che bucano le montagne. Il furgoncino su cui viaggiavano i sei operai ha sbandato (in quel momento nella zona pioveva), sfondando l'esile barriera di protezione che divide la strada dalle acque. I vigili del fuoco, aiutati dal gruppo sommozzatori della zona, hanno recuperato le cinque salme un'ora e mezza dopo l'accaduto. I sei operai lavoravano alla Dima di Piancogno, una ditta specializzata in manutenzioni meccaniche, impiantistica, saldature e montaggi industriali. In giornata avevano svolto dei lavori in un'azienda di Passirano, un centro della Franciacorta, quindici chilometri a Ovest di Brescia. Verso le 17,30 avevano ripreso la strada di casa. A tradirli, forse, la fretta di arrivare alla propria abitazione per una serata di relax. Vincenzo Corbetta Il furgone è uscito di strada a causa della pioggia e ha sfondato il guard-rail nache ato nell'Iseo dal lago a e Roma Sulla barca in piazza San Marco a Venezia Il furgone è uscito di strada a causa della pioggia e ha sfondato il guard-rail Sulla barca in piazza San Marco a Venezia