Mazzette Vescovo a giudizio

A Monreale A Monreale Manette Vescovo a giudizio PALERMO. C'è imbarazzo negli ambienti ecclesiastici per il secondo rinvio a giudizio di monsignor Salvatore Cassisa, l'arcivescovo di Monreale, la città fondata dai normanni alle porte di Palermo. Il 30 gennaio il presule sarà processato per corruzione e tentativo di corruzione in relazione a tangenti che sarebbero state versate durante restauri del Duomo monrealese. E' la seconda tegola giudiziaria che si abbatte sull'influente arcivescovo siciliano. Mesi fa era già stato rinviato a giudizio per concussione, truffa e falso. Anche quella volta per tangenti e per l'illecita riscossione di un contributo concesso dall'Unione Europea a titolo d'indennizzo per l'estirpazione di un vigneto che l'arcidiocesi ha ereditato da fedeli. Fino a ora il prelato ha resistito, dichiarandosi sempre innocente. Il nuovo rinvio a giudizio l'ha disposto la sezione istruttoria della corte d'appello su richiesta della procura che si era opposta al proscioglimento decretato dal gip. Il riesame degli atti ha indotto i magistrati d'appello a far processare anche la giovane architetto Daniela Lima e l'imprenditore edile catanese Elio Consalvo, secondo l'accusa l'ima progettista prodiga nel vagliare perizie suppletive e l'altro imprenditore pronto a pagare 50 milioni pur di ottenere nuovi lavori remunerati, come nel caso del consorzio d'imprese Arfè cui sarebbe stata chiesta una tangente del 10 per cento per un'ulteriore commessa. Nell'altro processo che assai probabilmente sarà unificato a quest'ultimo, monsignor Cassisa è accusato in particolare di aver ottenuto una tangente di 4 milioni e di aver incassato 750 milioni dall'Ue per l'estirpazione del vigneto di proporzioni inferiori a quelle asserite nella documentazione. la. r.]

Persone citate: Cassisa, Daniela Lima, Elio Consalvo, Mesi, Salvatore Cassisa

Luoghi citati: Monreale, Palermo