« Scena da film horror »

« « Scena da film horror » «Mi sento il responsabile morale» IL DOLORE DEL MAGISTRATO STRAPANI ONO enormemente dispiaciuto. Sento su di me la responsabilità morale di quello che è accaduto. Sono appena stato all'obitorio, il minimo che potessi fare era rendere omaggio alle salme di quella povera donna e del suo bambino. Ho incontrato i parenti, bravissime persone, mi è sembrato che fossero incredibilmente comprensivi, anche se hanno tutto il diritto di arrabbiarsi. Come mi sento? Male, mi sento davvero choccato». Al telefono, Bernardo Petralia, il procuratore di Sciacca che ieri mattina è stato protagonista dell'ennesima tragedia siciliana dell'emergenza, ha la voce rotta dall'emozione e parla a fatica. Non perché sia ferito - il suo referto registra solo lievi contusioni guaribili in pochi giorni - ma perché è ancora profondamente scosso. «Sono confuso, non ricordo quasi nulla, e sono certo che stasera starò anche peggio». Lo scontro sulla circonvallazione di Trapani che è costato la vita ad Antonina Maria Savona, 36 anni, e al suo bambino Riccardo Salerno, di appena un mese, è uno di quei tragici episodi destinati a riaprire la polemica di fuoco sulle blindate-killer che nella Sicilia dell'emergenza antimafia hanno provocato numerosi incidenti, qualche volta anche mortali. Bernardo Petralia, Dino per gli amici, accetta di parlarne, anche se non vuole esprimere giudizi. «L'argomento è troppo delicato», afferma. «E poi, qualunque cosa io dica, in questo momento, sarebbe davvero inopportuna...». Dottor Petralia, può raccontare la dinamica dell'incidente? «Mi trovavo seduto sul sedile posteriore, dietro il guidatore. Erano passate da poco le 9 del mattino. Come ogni giorno, da Trapani mi stavo recando presso il mio ufficio a Sciacca a bordo della Croma blindata. In macchina eravamo in quattro: io, l'autista, e due carabinieri di scorta. Non so dire in quale punto della circonvallazione ci trovavamo. Ero distratto, parlavo al telefonino... O forse leggevo... Non ricordo quasi nulla. Non so dire chi ha torto, chi ha ragione, dove eravamo... So soltanto che ad un certo punto ho sentito un enorme fragore, il suono della sirena, e poi mi sono ritrovato davanti ad una scena da film dell'orrore, con tutti quei rottami e le lamiere contorte...». E poi che cos'è successo? «Sono sceso dalla macchina, ma un carabiniere mi ha trascinato lontano dal luogo dell'incidente, perché temeva che la Croma potesse incendiarsi. Ho visto che l'autista, il signor Antonino Bentivegna, era ferito, ho saputo poco fa che lo hanno ricoverato per la frattura ad una clavicola. Nel giro di cinque minuti sono arrivati i vigili del fuoco e le ambulanze. Poi, mi hanno portato al pronto soccorso». Ha avuto il tempo di capire se la donna e il bambino che viaggiavano sull'altra macchina erano ancora vivi? «Io non li ho neanche visti. Solo quando sono arrivato in ospedale, ho appreso che sull'altra macchina viaggiava ima donna che aveva accanto il suo bambino». Ricorda se la sua Croma viaggiava a velocità elevata? «No, assolutamente. Noi siamo estremamente prudenti. Mi rendo conto che ci sono molti colleghi che corrono con le scorte e capisco anche le proteste della gente... Doveva capitare proprio a noi, che siamo sempre attentissimi alla velocità...». Secondo lei, la circolazione delle auto blindate, costituisce un pericolo per i cittadini? «Mi sentirei di dire che anche il minimo impatto - a volte persino un semplice tamponamento - è pericoloso perché sono macchine pesantissime». E se adesso riesplodesse la polemica sul rischio delle blindate-killer, lei da che parte starebbe? «Non so dirlo, ci sono troppi interessi. I magistrati hanno diritto alla tutela e i cittadini hanno diritto alla sicurezza. Sono sicuro che la polemica sarà puntualmente riproposta, e mi dispiace. Dico solo che la responsabilità morale di quanto è accaduto è mia e di tutta la magistratura». Sandra Rizza Il procuratore di Sciacca Bernardo Petralia, rimasto coinvolto nell'incidente di Trapani

Persone citate: Antonino Bentivegna, Bernardo Petralia, Croma, Petralia, Sandra Rizza

Luoghi citati: Antonina Maria, Salerno, Savona, Sciacca, Sicilia, Trapani