Mosca disfatta sul pianeta rosso

Tra il Cile e l'isola di Pasqua, dopo una notte di terrore per l'Australia Tra il Cile e l'isola di Pasqua, dopo una notte di terrore per l'Australia Mosca, disfatta sul pianeta rosso La sonda per Marte s'inabissa nel Pacifico MOSCA. C'era molto imbarazzo ieri a Mosca dopo il fallimento della tanto reclamizzata missione «Marte '96»: si è sfiorato tra l'altro l'incidente diplomatico con l'Australia, che ha vissuto la scorsa notte ore di panico per le notizie diffuse dalla Nasa del possibile impatto della stazione russa sul suo territorio. I frammenti della «Marie '96», che nella notte fra sabato e domenica ha mancato la rotta verso il pianeta per un guasto all'ultimo stadio del vettore Proton, sono per fortuna caduti senza fare danni, alle 2,34 ora italiana di ieri, nell'Oceano Pacifico, in un punto tra l'Isola di Pasqua e il Cile, a circa 1300 km da Santiago. Fra di essi, vi sono anche 270 grammi di plutonio 238 - chiusi in 4 cilindri a prova di esplosione, assicurano gli esperti russi - che dovevano servire da carburante a due sonde per l'analisi del suolo marziano. Proprio quel plutonio aveva suscitato in Australia le preoccupazioni maggiori, quando gli esperti americani avevano indicato in un punto 360 km a Nord di Broken Hill, nel Nuovo Galles del Sud, il luogo dell'impatto. Si è temuto che la forte velocità della stazione al rientro nell'atmosfera e il conseguente surriscaldamento potessero portare alla creazione di una nube radioattiva, piccola ma comunque letale. Il premier australiano Howard ha allertato la difesa nazionale, e il presidente Usa Clinton - atteso oggi in visita a Sydney - ha offerto l'aiuto del suo Paese per l'eventuale decontaminazione. Poi, è arrivata la noti¬ zia che i resti di «Marte '96» si erano inabissati nel Pacifico, e tutti hanno tirato un sospiro di sollievo. Howard ha espresso comunque disappunto per il fatto di essere stato informato del possibile disastro non dalla Russia, ma dalla Nasa. A Mosca il fallimento della mis¬ sione - costata secondo il vicedirettore dell'agenzia spaziale russa Iuri Milov 122 milioni di dollari (quasi 250 rniliardi di lire), senza contare i 180 rnilioni di dollari di apparecchiature di altri 22 Paesi caricate a bordo - rischia di infliggere un ennesimo, duro colpo ai già disastrati progetti russi. La stazione, ha precisato Milov, non era assicurata. E in futuro, ha aggiunto il direttore dell'agenzia Koptev, Mosca dovrà concentrarsi sulle ricerche astrofisiche. Il fiasco di «Marte '96» si aggiunge a una serie di recenti scacchi che hanno funestato l'orgoglioso prò- gramma spaziale russo.,L'epoca delle grandi sfide con gli americani è davvero tramontata: loro sono riusciti due settimane fa a inviare una sonda verso Marte e ne manderanno un'altra il 2 dicembre. Intanto, l'agenzia spaziale russa si è quantomeno affrettata ad escludere che esistano pericoli di contaminazione radioattiva derivante dal plutonio a bordo della sonda precipitata. Anche per le autorità cilene la situazione è sotto controllo: Alberto Maturana, direttore uell'Ufficio per le emergenze, ha detto ieri che «è altamente improbabile che si produca una contaminazione radioattiva», perché il plutonio contenuto nella navicella spaziale era in una piccolissima quantità, «simile alla punta di un rossetto, che serviva per il funzionamento delle batterie». Con la distruzione di «Marte 96», comunque, anche l'Italia ha perso due grandi occasioni per «essere presente» sul pianeta rosso con due importanti esperimenti realizzati dall'Istituto di fisica dello spazio interplanetario del Consiglio nazionale delle ricerche, con sede a Frascati. «L'altra notte sono andati in fumo 10 anni di lavoro di 40 persone», ha detto il responsabile Vittorio Formisano. [Ansa] La sonda russa che si è inabissata ieri nell'Oceano Pacifico sarebbe dovuta arrivare su Marte (nella foto) il 12 settembre dell'anno prossimo

Persone citate: Alberto Maturana, Clinton, Koptev, Milov, Vittorio Formisano