«Caro Fidel più democrazia»
Pellegrinaggio di esponenti politici dal leader cubano che oggi per la prima volta incontra il Papa Pellegrinaggio di esponenti politici dal leader cubano che oggi per la prima volta incontra il Papa «Caro Fidel, più democrazia» Dini pone condizioni per l'apertura economica ROMA. L'Italia s'impegna a rilanciare «un dialogo costruttivo» tra l'Unione europea e Cuba, ma si aspetta di vedere progressi «sul piano dei principi democratici e dei diritti dei cittadini» nell'isola. E' quanto ha dichiarato ieri Lamberto Dini a Fidel Castro nel loro colloquio di 45 minuti all'Holiday Inn, l'albergo romano dove il presidente cubano ha ricevuto anche Massimo D'Alema, Fausto Bertinotti, Armando Cossutta e altri esponenti della sinistra italiana. Uscendo dalla riunione Dini ha detto di aver trovato Castro «disponibile al dialogo» anche su temi delicati come quello della democratizzazione del regime cubano. «Ne ha parlato senza difficoltà anche se ritiene che le regole e i metodi in vigore a Cuba siano mal compresi all'estero mentre godono di un gran sostegno tra i cittadini». I rapporti tra Italia e Cuba sono comunque «molto buoni», ha aggiunto il ministro degli Esteri: «Ho colto l'occasione per felicitarmi con il Presidente Castro per l'apertura nel campo delle riforme economiche». Tra joint-venture e turismo - ormai sono circa 200 mila all'anno gli italiani che vanno a Cuba in vacanza - i rapporti commerciali tra i due Paesi stanno vivendo un vero boom. I rapporti tra Cuba e l'Unione europea sono invece più ruvidi. Dini ieri si è impegnato a rilanciare il dialogo con l'obiettivo di arrivare ad un accordo di cooperazione economica e finanziaria già l'anno prossimo, a condizione appunto di vedere in parallelo progressi concreti sul piano della democratizzazione interna. Ma alcuni Paesi europei frenano, sostenendo che la Ue dovrebbe premere con più forza su Castro. I Quindici sono compatti nel condannare sia l'embargo americano contro Cuba sia la nuova legge Helms Burton, che mira a punire chi investe nell'isola. Ma non c'è ancora un accordo sulla strategia complessiva da perseguire con L'Avana. La Spagna, soprattutto, ha recentemente indurito la sua posizione: se Felipe Gonzàlez era il principale sostenitore del dialogo con Cuba, oggi José Maria Aznar propone una linea di fermezza molto vicina a quella americana. E uno dei risvolti più interessanti degli incontri di Castro a Roma in questi giorni è che adesso l'Italia sembra aspirare al ruolo che appartenne per tanti anni alla Spagna socialista. «Non spetta a noi decidere delle riforme democratiche che si devono fare a Cuba», ha commentato Massimo D'Alema dopo un'ora trascorsa con Castro. Il leader del pds lo conobbe all'Avana nel 1978, quando era segretario della Fgci. «Gli ho raccontato il rinnovamento del nostro partito». Nel corso della giornata Castro ha ricevuto i leader dei partiti nati dalle costole di quel rinnovamento. A cominciare da Fausto Bertinotti, segretario di Bifondazione comunista, che si è presentato per primo ieri mattina all'Holiday Inn. «Il fatto che Cuba sia ancora viva nonostante l'embargo costituisce un miracolo», ha detto dopo l'incontro. «Andrebbe indagata la ragione di questo miracolo». Con Bertinotti c'era anche Cossutta. Più tardi il Comandante, che non ha mai lasciato l'albergo per tutta la giornata, ha ricevuto una delegazione dei comunisti unitari, a loro volta nati da una costola di Bifondazione comunista. Ne facevano parte: Famiano Crucianelli, Luciano Pettinari, Lucio Magri e Bino Serri, sotto-segretario agli Esteri. Udienze sono state concesse anche ad esponenti dell'Associazione Italia-Cuba, delle Acli, dell'Arci, e a 500 filo-castristi italiani selezionati dalle autorità cubane. [a. d. r.] Ma la posizione del governo italiano risulta più morbida di quella dell'Europa Michail Gorbaciov ieri al Senato L'incontro del leader cubano Fidel Castro con Cossutta e Bertinotti
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