Tempesta nel governo belga

La procura di Bruxelles: contro di lui «non solo testimonianze anonime» La procura di Bruxelles: contro di lui «non solo testimonianze anonime» Tempesta nel governo belga Pedofilia: sotto inchiesta il vicepremier BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'inchiesta contro i pedofili punta ormai al cuore del governo belga. Il vice-premier Elio Di Rupo, figlio di un minatore italiano ed ex enfant prodige del partito socialista vallone, è stato accusato ieri dal Procuratore generale della Cassazione, Eliane Liekendael, che ha chiesto di poter aprire un'indagine su di lui in una lettera indirizzata al presidente della Camera dei deputati, Raymond Langendries. Analoga richiesta è stata inviata al governo della regione vallone (francofona), per il ministro dell'educazione Jean-Pierre Grafé. Langendries ha immediatamente convocato la conferenza dei capigruppo della Camera per stamane alle undici. La notizia, lanciata dalla Tv Rtl, è arrivata alla fine di una giornata convulsa, punteggiata da accuse e contrattacchi politici. «Il Paese sprofonda nella caccia alle streghe», aveva titolato Le Soir, il più autorevole giornale francofono, rispondendo alla stampa fiamminga che chiamava in causa Di Rupo e Grafé per l'affaire dei pedofili. Tutto era partito dalla segnalazione di un anonimo, secondo cui in due appartamenti brussellesi la polizia avrebbe potuto trovare video-cassette a soggetto pedofilo in cui si «esibivano» due ministri. Venerdì sera la polizia ha perquisito i due appartamenti, e già sabato mattina quattro giornali fiamminghi puntavano il dito contro due politici valloni. Uno, il De Standaard, ne faceva anche i nomi: Di Rupo e Grafé. Notoriamente omosessuali, pur senza averlo mai sbandierato, i due sono amici e compagni di partito. Il fratello di Grafé, arrestato per pedofilia già due volte, nel '94 e nel '95, era stato tra l'altro arrestato giovedì perché fotografato in un parco di Bruxelles in compagnia di un bambino. Reagendo in modo estremamente determinato alle accuse, Di Rupo ha detto ieri mattina di essere «vittima di una macchinazione infernale», ha ammesso di aver frequentato «in tutta libertà» gli ambienti omosessuali ma, ha aggiunto, «ho sempre avuto comportamenti che non fanno male a nessuno». «Si gioca sulla frontiera tra vita politica e privata - ha detto Di Rupo -, la vita privata è una frontiera della democrazia. Nessuno deve rendere conto a chicchessia delle sue relazioni personali, amorose, che non fanno male a nessuno. E' normale che la giustizia voglia vederci chiaro, e desidero che i magistrati possano ascoltarmi al più presto, perché non sono coinvolto né da vicino né da lontano in fatti di pedofilia. Quel che è odioso è che l'opposizione sfrutti queste voci a fini politici». Mantenendo il sangue fred¬ do, Di Rupo ha detto che non querelerà i giornalisti che hanno fatto il suo nome: «fanno solo il loro mestiere», ha detto, e anche questo gli ha guadagnato l'appoggio di numerosi espo¬ nenti politici, di Marie-France Botte madrina della lotta alla pedofilia, e della Associazione nazionale dei giornalisti, che ha invitato i colleghi a «verificare le informazioni, avere rispetto per la vita privata e fornire rettifiche su fatti o informazioni che si rivelino falsi». Ma alle sette di sera il telegiornale di Rtl gelava il pubblico: Di Rupo è in stato di accusa, e contro di lui la Procura di Bruxelles «non ha solo testimo- nianze anonime». Per il regno di Alberto e Paola, già sconvolto dagli scandali della corruzione e dalle tragiche gesta del mostro di Marcinelle, il colpo non potrebbe essere più grave. Di Rupo è il più alto esponente politico della Vallonia. Se fosse riconosciuto colpevole, gli appelli dei separatisti fiamminghi troverebbero un pubblico assai attento. Fabio Squillante Una richiesta di indagine è stata emessa anche per il ministro dell'Educazione suo amico e compagno di partito Melissa JuJie ■-• • -■>.•$• : ' ■*'-:*.-■ v :■>:>.\y:vs ;.':«.\>-->..:*:Y.,:: " . >••• •:••>/> >-: •;\-r.-;.;-?X'A:V:V:-:;::>. A fianco il vicepremier Elio di Rupo ex enfant prodige del partito socialista vallone; a sinistra un manifesto con le foto di Melissa e Julie vittime del mostro di Marcinelle Marc Dutroux

Luoghi citati: Bruxelles, Melissa