Decreto salva-Rai a rischio di Maria Grazia BruzzoneMarco Follini
Destra e Ulivo ai ferri corti, Viale Mazzini insiste: è quello che aiutò la Moratti Destra e Ulivo ai ferri corti, Viale Mazzini insiste: è quello che aiutò la Moratti Decreto salva-Rai u rischio // Polo insiste: commissario ROMA. Rai (e Ulivo) al contrattacco, dopo gli ultimi assalti del Polo seguiti all'intervista di Mara Venier a Livia Turco («Nessuna propaganda, si è parlato di bambini», si difende il ministro), la richiesta di commissariamento e la minaccia di non far passare il decreto «salvaRai» in scadenza il 20 dicembre. Minaccia che An rinnova oggi, alla vigilia del vertice Polo-Ulivo sulla legge Maccanico, per bocca del senatore Riccardo De Corate Anche perché il partito di Fini non ha gradito il modo con cui la tv di Stato ha diffuso i risultati delle elezioni amnùnistrative: «Il Tg3 della Annunziata si comporta come la Pravda di Breznev - ha detto il portavoce di An Adolfo Urso -, che forniva solo le notizie che potevano far piacere al politburo. Evidentemente per coloro che hanno studiato nella disinformatia del Manifesto non conta nulla la volontà di un milione di elettori, così come nulla ha contato la volontà di un milione di manifestanti...». Il eda di Enzo Siciliano si sente stretto d'assedio, perché la mancata approvazione del decreto potrebbe davvero portare al commissariamento. Così il vertice dell'azienda, riunito eccezionalmente di lunedì, mette le mani avanti e fa sapere alcune cose: 1. Quel decreto ha «salvato» la Rai della Moratti e non è meno indispensabile alla Rai dell'Ulivo, dato che, tra una norma e un'altra, «vale» ben 600 miliardi. Il eda parla di «pesantissima penalizzazione che colpirebbe in modo irreparabile l'offerta di programmi e i progettti di rilancio produttivo del servizio pubblico». 2. Davanti alle ripetute accuse di parzialità da parte dell'opposizione, Siciliano e soci non si limitano a ricordare i «principi» ispiratori, ma hanno deciso di «raccogliere organicamente» tutte le norme che dovrebbero attuare questi principi, in una sorta di «corpus deontologico» Rai, perché serva da punto di riferimento, una volta per tutte. 3. Il eda esprime per iscritto la sua «preoccupazione» che «nel contesto politico in cui si stanno riscrivendo le regole del sistema radiotelevisivo la Rai non venga fatta oggetto continuo di atteggiamenti pregiu¬ diziali e strumentali». Quel che Siciliano e soci fanno cortesemente capire, il pidiessino Beppe Giulietti lo dice a muso duro. Sparando in più una cartuccia contro gli avversari. «Il dibattito di queste ore mi pare assolutamente strumentale e teso a guadagnar posizioni rispetto al ddl Maccanico, e a nascondere i temi del conflitto di interessi del capo dell'opposizione e proprietario di Mediaset, che impedisce qualsiasi accordo nel sistema televisivo». Giulietti ricorda un'altra sentenza del Garante, «sulla quale pesa un singolare silenzio: quella con "cui Casavola ha accertato che, all'epoca delle concessioni, Berlusconi oltre alle tre reti controllava anche il 10 per cen¬ to delle azioni di Telepiù, in violazione della legge». Pan per focaccia. Intanto oggi in Vigilanza, per iniziativa del Ccd Marco Follini, si discute di «imparzialità» nell'informazione Rai, E Mario Landolfi (An) chiede all'Ulivo di passare alle parole ai fatti. «Volete avviare la stagione del dialogo? E allora votate a favore della risoluzione di Follini», critica verso la parzialità dei tg Rai. Potrebbe essere un segnale. Ma il vero terreno di confronto resta la legge Maccanico. Da Mediaset Fedele Confalonieri fa sapere che rispetto al primo testo di legge, «molte cose sono cambiate», in positivo. E il senatore pidisessino Carlo Rognoni, relatore del ddl in commissione, spiega che «l'accordo potrebbe essere molto vicino»: i punti controversi riguardano soltanto l'affollamento pubblicitario dove c'è contrasto con Forza Italia, e la terza rete Rai federata, senza pubblicità ma con il 50 per cento del canone, dove An vuol capire meglio i meccanismi di finanziamento. «Il Polo chiede perfetta simmetria fra reti Rai e reti Mediaset e presenterà una proposta in tal senso», annuncia il senatore di An De Corato. Quello che sul- salva-Rai avvisa «non se ne parla neanche». Mentre da parte del Ccd Bosi si insinua il dubbio che la discussione sulla materia potrebbe slittare. Maria Grazia Bruzzone An torna all'attacco di Lucia Annunziata «Il Tg3 si comporta come la Pravda» Enzo Siciliano Sotto: Marco Follini (ecd)
Luoghi citati: Roma
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