Fulmine colpisce la roulotte Muoiono arse vive 2 sorelline

Fulmine colpisce la roulotte Muoiono arse vive 2 sorelline Dramma in un campo nomadi di Prato durante un nubifragio: si salva solo il fratello di 9 anni Fulmine colpisce la roulotte Muoiono arse vive 2 sorelline PRATO. Suellen, sette anni, un nome da soap opera su un visetto da scugnizza, di questo temporale aveva il terrore. «Venitemi a prendere che adesso piove», aveva pregato al telefono due ore prima della tragedia. Poi, rassicurata dalla mamma, si è infilata come al solito sotto le coperte della brandina nella roulotte. Nel letto accanto Lisa, tre anni, e vicino alla porta Mirco, nove anni: l'unico superstite. Quel boato terrificante ha fatto saltare i televisori di molti appartamenti. Mentre Suellen e Lisa morivano folgorate da un fulmine, un albero si è abbattuto lungo lo stradone lucido per la pioggia scrosciante, la piazzola di sosta per zingari tenuta come un giardinetto inglese è diventato un torrente di fango, la furia devastante del nubifragio si è placata di fronte al grido di Lucia, 32 anni, la mamma che ha visto bruciare vivi i suoi bambini. Tutto è accaduto in una manciata di minuti lungo la tangenziale Nord di Prato, città industriale dell'interno della Toscana, poco meno di 200 mila abitanti che da anni lottano contro gli insediamenti nomadi che ancora non hanno trovato una collocazione. Per loro, quella famigliola composta da una mamma vedova e sei figli dai due ai 18 anni, era stato diverso. Forse perché Lucia non aveva origini zingare. Nata a Roma da genitori commercianti, si era innamorata di un giostralo più vecchio di lei di una ventina d'anni. E da lui, già padre di Manolo, aveva avuto altri cinque figli. Avventura e libertà, questa era stata la vita di Lucia fino alle 23,39 della notte tra sabato e domenica. Un lampo seguito da un tuono fragoroso ha distrutto tutto ciò che lei possedeva e che amava: il fuoco le ha portato via due figlie, morte nell'arco di pochi attimi, Mirco è riuscito a salvarsi solo perché, vicino alla porta, è uscito prima che le fiamme divorassero ogni cosa. Ha incenerito una delle sue tre roulotte, quella più grande, attrezzata con un tendone e un pianale di legno, che le era stata regalata dagli abitanti di Galcetello che quella famiglia nomade ma stanziale avevano adottato. Le è rima- sto solo il cuore squarciato, un figlio in ospedale sotto choc, altri due, Manola, quattro anni, e Christian, 11 anni, affidati a parenti a Montecatini. Adesso quella piazzola lungo lo stradone sembra un campo di guerra. Giocattoli di plastica fusi dal calore, una bicicletta rosa appoggiata in un angolo e mezza annerita, l'intelaiatura della roulotte che dopo ore ancora fuma. Stracci e fanghiglia, per il resto nulla. I letti dove dormivano Suellen e Lisa non esistono più, non c'è più la struttura della roulotte, divorata dal fuoco. Restano solo tizzoni neri, cenere e una Madonnina di Lourdes che dall'altare ricoperto di edere e costruito apposta perché difendesse dai mah quei ragazzi, guarda impassibile il disastro. Ricostruire la dinamica della sciagura per i vigili del fuoco intervenuti pochi minuti dopo il boato non è stato difficile. Una saetta si è abbattuta sull'antenna televisiva che Lucia aveva collocato sopra la roulotte e che spuntava dalle cime di un ulivo. La scarica elettrica è scesa lungo il filo della corrente, è penetrata dentro il televisore e lì s'è scaricata facendo esplodere l'elettrodomestico. Le fiamme sono state immediate. Hanno divorato tutto in pochi attimi. Probabilmente le bimbe sono state spazzate via dall'esplosione. I loro resti carbonizzati sono stati trovati nei lettini: non un segno di movimento, un tentativo di mettersi in salvo. «Ho sentito uno scoppio», racconta Mirco con gli occhi ancora sbarrati nonostante le ore trascorse. «Un gran puzzo di gas e ho pensato solo a scappare via, a raggiungere la mamma che stava lavando i piatti». Il bambino è ricoverato all'ospedale di Prato per accertamenti. Buone le sue condizioni. Sa quel che è accaduto la notte precedente. «Ma evidentemente cerca di rimuovere la tragedia», spiegano le assistenti sociali. E Lucia? «E' morta dentro», mormorano i volontari che la accudiscono. «Cerca di trovare colpe e responsabilità». Ma questa volta non ci sono. Cristina Orsini Il televisore è esploso e le fiamme sono state subito violentissime Hanno distrutto tutto in pochi minuti Due ore prima Suellen aveva chiamato la mamma: «Ho paura vieni a prenderci» Mirco, il sopravvissuto «C'è stato lo scoppio e ho pensato solo a scappare via» I PRECEDENTI 21 GENNAI01996. Quattro bambini slavi fra i sette mesi e i quattro anni e mezzo sono morti carbonizzati a Milano in un campo abusivo. 27 DICEMBRE 1993. A Lusciano (Caserta), muore un bambino di 3 anni per le ustioni provocate dalle tiamme che si erano sviluppate in una roulotte attigua. 13 DICEMBRE 1993. Alla periferia di Afragola (Napoli), muoiono due bambini in un incendio. GENNAI01993. Un bambino di 2 anni muore in un campo nomadi alla periferia di Firenze. 7 OTTOBRE 1992. A Retorbido (Pavia), sempre in un campo nomadi due bambini muoiono carbonizzati. 2 GENNAIO 1992. A Cappella di Bacoli (Napoli) muoiono tre bambini nell'incendio di una roulotte chiusa dall'esterno. 18 DICEMBRE 1990. Una stufa a legna provoca la morte di un piccolo zingaro di 3 anni a Torino. 17 DICEMBRE 1989. Muore carbonizzato in un campo nomadi di Muggiano (Milano) un piccolo di 21 mesi. 13 GENNAI01988. Uno zingarello di 7 anni muore, alla periferia di Torino, carbonizzato nella baracca dove vive con altre 18 persone. Due immagini di quel che resta della roulotte incendiata in cui hanno trovato la morte le due bimbe di 2 e 7 anni

Persone citate: Cristina Orsini