finale con polemiche
finale con polemiche finale con polemiche Usa-Vaticano: riserve sul programma ROMA. Una serie di riserve formali alla Dichiarazione di Roma - e in particolare quella espressa dagli Stati Uniti oscurano, sia pure parzialmente, il successo del vertice della Fao sulla sicurezza alimentare nel mondo. Ciò non togli, comunque, che oltre 180 Paesi hanno firmato ieri un documento che per la prima volta li impegna solennemente ad attuare una serie di politiche mirate alla progressiva eradicazione della fame nel mondo. Il segretario generale della Fao Jacques Diouf, nella conferenza stampa conclusiva, ha dichiarato: «Finora avevamo il cibo e le risorse per distribuirlo. Adesso abbiamo dimostrato di avere anche la volontà di muoverci tutti insieme affinché i nostri bambini non debbano più piangere e morire di fame». Il vertice ha prodotto un piano d'azione in dodici punti che mira a ridurre la fame attraverso l'eradicazione della povertà, lo sviluppo economico sostenibile, il controllo della crescita demografica e dei flussi migratori. «Ora tocca ai governi nazionali attuare le politiche necessarie per dare concretezza all'impegno preso qui oggi», ha aggiunto Diouf. La Dichiarazione di Roma, che a differenza del Piano d'azione enuncia i principi che hanno ispirato il vertice ed elenca una serie di impegni presi, giudica «intollerabile» che 800 milioni di persone soffrano la fame. L'obiettivo fissato qui al vertice - e giudicato «insufficiente da Fidel Castro e altri leader - è di dimezzare quel numero entro il 2015. In risposta alle critiche che gli sono piovute addosso in questi giorni, Diouf ha detto che si tratta solo di «un obiettivo minimo», e che certo non deve impedire al mondo di fare meglio nei prossimi vent'anni. La Dichiarazione di Roma è stata approvata «per consenso» da tutti Paesi che hanno partecipato al vertice. Ma quindici di essi hanno voluto aggiungere le loro riserve sui alcuni punti (nella maggior parte dei casi, più che di riserve si è trattato di una messa a verbale della loro specifica interpretazione del testo, ndr). 'La più importante e politicamente significativa è una delle riserve americane. La Dichiarazione di Roma pro¬ clama, nel paragrafo di apertura, «il diritto al cibo» di ogni individuo nonché «il fondamentale diritto di essere libero dalla fame». Gli Stati Uniti convengono che questa è un'aspirazione da perseguire, ma respingono l'idea che questi due principi possano creare «nuovi obblighi internazionali». Alcuni hanno interpretato questa riserva come ii desiderio Usa di non pregiudicare la possibilità di ricorrere a misure politiche, come ad esempio l'embargo, se l'interesse nazionale dovesse richiederlo. Questi principi, dice infatti la riserva americana, «non possono in alcun caso limitare le responsabilità dei singoli governi nazionali nei confronti dei propri cittadini». In linea di principio il documento finale, sottoscritto anche dagli Stati Uniti, scoraggia l'uso politico dell'embargo. Ma evidentemente gli americani hanno voluto mettere in chiaro che il documento non è vincolante da una punto di vista del diritto internazionale. Le riserve della Santa Sede, riguardano invece la pianificazione delle nascite. Il documento dice con chiarezza che il controllo delle nascite è una delle strade da percorrere per ridurre la fame nel mondo. E il Vaticano, come già alle conferenze del Cairo (popolazione) e di Pechino (donne), ribadisce che per la Chiesa l'unica pianificazione familiare accettabile è la pianificazione naturale. [a. d. r.] Il direttore della Fao Jacques Diouf
Persone citate: Diouf, Fidel Castro, Jacques Diouf
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