Di Pietro: vogliono distruggere Mani pulite

Il ministro è tornato in gran segreto a Curno ed ha confermato le dimissioni al premier Il ministro è tornato in gran segreto a Curno ed ha confermato le dimissioni al premier Pi Pietro: vogliono distruggere Mani pulite Prodi: adesso comincio a pensare al suo sostituto MELANO. «Di Pietro non si sta nascondendo». Dichiara dai microfoni del Tg3 il suo avvocato, Massimo Dinoia. E in effetti, in quel preciso istante, alle ore 19, Di Pietro si trova nel posto più ovvio del mondo: seduto comodamente sulla poltrona della sua casa di Curno, circondato da familiari e collaboratori. La dichiarazione del legale, che dopo tre giorni di misteri solleva un primo velo ufficiale sulle intenzioni dell'ex pm (ovvero di non voler tornare sui suoi passi), è stata concordata qualche ora prima con lo stesso Di Pietro, stufo evidentemente di peregrinazioni in giro per l'Italia e ormai sicuro che intorno alla villetta di Curno l'assedio della stampa fosse cessato. Rientrato alla chetichella, Di Pietro ha messo piede in casa verso le 17, accolto dalla moglie, i figli, i suoceri e qualche amico più intimo, oltreché dalla sua segretaria dell'Università di Castellanza e da un paio di specialisti d'informatica, che in questi giorni hanno lavorato sodo per mettere a punto un nuovo sistema computerizzato che permetta all'ex ministro di non perdersi nelle ormai migliaia di carte, denunce, dossier che formano il monumentale fascicolo della sua storia giudiziaria. Un ritorno ammantato di segretezza e mistero, smentito naturalmente dagli interessati nonché dagli stessi carabinieri di scorta. Verso le sette di sera però, poco prima che il Tg3 trasmettesse l'intervista di Dinoia, a tradire la presenza nella casa di Curno dell'ex ministro è stato l'arrivo del suo segretario politico, l'avvocato Arnoldi, ex sindaco de del paesino bergamasco, considerato il vero stratega politico dell'uomo di Montenero. Intercettato casualmente dal cronista, pure Arnoldi ha evitato di rilasciare dichiarazioni. Così come hanno fatto per tutta la giornata le perse-Se più vicine a' Di Pietro: dal cognato Cimadoro che, intervenendo a una manifestazione del Polo contro la finanziària, si è limitato a formulare un augurio perché «Di Pietro faccia qualcosa, ora che è libero cittadino», al suocero Orbace Mazzolerà, noto avvocato di Bergamo, che insieme alla moglie è rimasto per lutto il pomeriggio nella casa di Curno. Ma perché tutto questo mistero, questo rifiuto di contatto con l'esterno? E' lo stesso avvocato Dinoia a spiegarlo: «Di Pietro non si sta nascondendo e non è in silenzio. Semplicemente non vuole che, con eventuali dichiarazioni, la sua persona possa essere strumentalizzata». E a proposito dell'accusa di scarso rispetto delle istituzioni? «Il mio cliente ha sempre avuto il massimo rispetto delle istituzioni, tanto è vero che ha confermato che le sue dimissioni sono irrevocabili già venerdì scorso sia allo stesso presidente del Consiglio Romano Prodi che al presidente della Repubblica Scalfaro. E ancora oggi (ieri, ndr) ha ribadito a Prodi che non ha alcuna intenzione di tornare sui suoi passi. Non è escluso che si possa presentare, anche in settimana, a qualcuno dei processi che lo riguardano come parte lesa, come quello che si celebrerà a Monza il 21 novembre per una diffamazione a mezzo stampa». Di Pietro insomma, si prepara a dar battaglia. L'unico che ieri ha voluto commentare le sue dimissioni è stato l'editore Roberto Maggi della Larus, la società che ha pubblicato i libri dell'ex pm: «Sono convinto che abbia'fatto bè- ne, era ormai in una situazione dalla quale doveva uscire per trovare una giusta posizione». Fatto sta che ieri, a leggere i commenti dei politici, sembrava che in fondo tutti fossero contenti di queste dimissioni. Secondo Maggi «il fatto che in realtà ci sia questo compiacimento generalizzato in entrambi gli' schìér amenti staSmmòstrà- re che Di Pietro è un uomo scomodo per le istituzioni. Indubbiamente chi conosce quello che ha fatto al ministero capisce quanto un uomo come lui possa ribaltare le cose e mi sembra che la manifestazione di solidarietà dei suoi ex dipendenti lo stia a dimostrare». Di Pietro uomo scomodo perché lavora o perché ha qualche scheletro nell'armadio e periodicamente intorno a lui si scatenano tempeste? «E' un uomo che dà fastidio perché lavora concretamente. In 4 mesi ha rimesso in moto un ministero con 10.000 persone...». E questa nuova accusa di scarso rispetto per le istituzioni? Dicono che questo suo abbandono così repentino potrebbe, volendo, anche costargli un procedimento per abbandono e interruzione di pubblico servizio... «Mah. Io queste dimissioni le ho viste come un gesto di estremo rispetto per le istituzioni: aveva affidato nelle mani delle istituzioni una verifica completa sul suo conto. Dato che è stato inquisito, ha preferito dimettersi per non confondere il suo ruolo' istituzionale con quello personale». Lei lo ha sentito in questi giorni? «Sì, ieri, e l'ho trovato molto sereno, è stato un gesto di grande coraggio». Dal Palazzo, infine, una sola reazione. Ma importante. Romano Prodi, a Bologna, ha detto ai giornalisti di «cominciare solo ora a pensare al sostituto di Di Pietro. Prima - ha detto il premier mentre tornava a casa - volevo essere certo che Di Pietro non volesse recedere dalle posizioni prese». Paolo Colonnello Caro Romano, ti ringrazio e ti prego di ringraziare tutti i ministri per la solidarietà espressa e per la richiesta di soprassedere dalle mie dimissioni. Credimi, nel mio gesto non c'è nulla contro la tua persona, né contro il governo. Ci mancherebbe altro. Ho, però, capito la mostruosità che si tenta di costruire - passando sopra la mia persona ■ contro la validità dell'inchiesta mani pulite. Debbo fermarla. Ciò premesso, ribadisco definitivamente la irrevocabilità delle mie dimissioni. Sin dall'altro ieri ho anche avvertito, per iscritto, doverosamente, il capo dello Stato di questa mia decisione. Tuo Antonio Di Pietro Il ministro Antonio Di Pietro

Luoghi citati: Bergamo, Bologna, Curno, Italia, Montenero, Monza