IL RISCHIO DELLA NON POLITICA di Edmondo Berselli
Il senatur: secessione e resistenza fiscale. Prodi a Berlusconi: perseverare è diabolico IL RISCHIO DELIA NON POLITICA NELL'OFFENSIVA della piazza che Polo e Lega, ognuno per suo conto, hanno scatenato contro il governo, colpisce il fatto che non esistono fattori «caldi» del conflitto, emergenze individuate, scontri specifici. C'è la Finanziaria, come oggetto del contendere, ma in realtà la legge di bilancio è solo un pretesto. Esiste piuttosto una condizione essenziale di incompatibilità fra la maggioranza e le forze che le si oppongono: una condizione di fondo che divide la società in due parti, e che dunque consente a chiunque chiami i militanti a manifestare contro il governo di fare il pieno della piazza. Ma c'è anche una considerazione aggiuntiva: le manifestazioni extraparlamentari potrebbero essere percepite come qualcosa che compensa la difficoltà o l'incapacità di fare politica quando si è minoranza nel contesto del sistema maggioritario. Questa valutazione non riguarda tanto la Lega, la cui azione è orientata a trasferire la mobilitazione pubblica all'interno di istituzioni «altre» rispetto a quelle repubblicane. Riguarda invece il Polo al completo, che sta ottenendo successi vistosi sul terreno della protesta proprio nello stesso momento in cui la sua strategia pseudoaventiniana in Parlamento è apparsa ai limiti dell'autolesionismo. Umberto Bossi aveva bisogno di farsi vedere, di mostrare qualche muscolo, di lanciare qualche altro slogan e riguadagnare l'attenzione dopo il lungo silenzio seguito al fallimento della marcia sul Po. E c'è riuscito, perché non c'è dubbio che fa una certa impressione sentire decine di migliaia di persone in corteo a Milano che scandiscono la parola secessione, così come fa ancora un certo effetto ascoltare che verran- Edmondo Berselli CONTINUA A RAG. 2 PRIMA COLONNA
Persone citate: Umberto Bossi
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