Gli economisti di Fr. Bu.

i economisti i economisti Dodici «regole» contro il deficit TORINO. Unanimi nel bocciare la Finanziaria di Prodi gli economisti che si sono trovati ieri, all'Unione industriale di Torino, con Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, Giovanni Palladino (Confindustria), Marco Vitale, e tutti d'accordo sulla validità delle «12 proposte concrete» per risanare i conti dell'Italia, un documento predisposto dallo stesso Vitale (economista ed ex assessore a Milano) e da Sergio Ricossa, docente dell'Università di Torino, come Raffaello Braccini, Vincenzo Caramelli ed Enrico di Robilant, intervenuti nel dibattito organizzato dal Cidas. La «ricetta» per il risanamento economico-finanziario prevede, fra l'altro, «la vendita, e se necessario la svendita, di gran parte dell'immenso patrimonio pubblico, aziendale e immobiliare», lo spezzettamento del debito pubblico distribuendone le parti agli enti locali ai quali devono essere date fonti di entrata. Ma si parla anche di una radicale ristrutturazione dell'organizzazione dello Stato, della «rottura di molti ministeri e organismi centrali», di un programma di opere pubbliche, della riduzione delle aliquote fiscali per ridurre l'evasione, della necessità di consentire solo spese di effettivo e pubblico interesse. Non ultimo un principio cardine al quale attenersi: «Non è il fatto di essere pagata con il denaro di tutti che rende pubblica un'attività, ma è l'attività concepita come pubblica che giustifica il suo pagamento con il denaro di tutti». Una strada non seguita né per la Metropolitana milanese né per il Banco di Napoli, come è stato sottolineato portando invece a modello i Comuni francesi che finanziano le loro opere ricorrendo al mercato. Il governo è sempre stato al centro dell'attenzione. «Non si può più pensare - ha detto Ricossa - alla favola di governanti che fanno miracoli. Nessuno ha la bacchetta magica, non c'è l'uomo della provvidenza. Non lo è neppure Di Pietro». E con l'ex ministro è stato ancora più duro Sforza Fogliani: «Il governo ha messo a punto un progetto per le locazioni che speriamo sia sepolto, insieme con il ministro che l'ha imposto. Il progetto di Di Pietro ci avrebbe portato a condizioni che definirei demenziali». Ma non è stato risparmiato neppure Visco: «E' come quei figli di imprenditori - ha ironizzato Vitale - ai quali i padri concedono una delega solo al compimento del 60° anno, e quando ce l'hanno fanno disastri. Mi ricorda personaggi prerivoluzione francese che di fronte alle proteste sul fisco dicevano "lasciateli strillare, purché paghino"». E ancora la Finanziaria, il cui difetto è che «nell'arco di 24 ore - ha concluso Palladino - il governo ha raddoppiato il saldo fiscale, portandolo da 32 mila a 64 mila miliardi, ma senza sapere come recuperare questo denaro». [fr. bu.]

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