Giovanni e Avery il sì dell'anno

Giovanni e Avery, il sì delPanno Una trentina gli invitati: lui in tight, lei indossava un abito di Ungaro Giovanni e Avery, il sì delPanno Nella villa blindata le nozze di Agnelli jr. MONTOPOLI (Pisa) DAL NOSTRO INVIATO Il cielo ha ancora nuvole belle, color panna. La messa comincia un po' in ritardo, verso mezzogiorno. Don Vasco Arzilli racconta che «Giovanni Alberto Agnelli e Avery Frances Howe sono felici». Nella chiesetta non ci sta troppa gente, forse ce n'è di più fuori, oltre la rete e dietro le sbarre, fra i cronisti e i paparazzi che slambano sui sentieri aspettando un'immagine da prendere, una parola da catturare. Però, c'è un gran silenzio, qui fuori, anche se pare impossibile. Oggi è sabato 16 novembre, viva gli sposi. «L'uomo non separi ciò che Dio ha congiunto». Vangelo secondo San Marco, capitolo dieci, versetti 6,9. Monsignor Plotti legge «con voce bassa». Lecci e querce sul prato del parco. Un elicottero volteggia in cielo e poi due piccoli aerei vanno e tornano sotto le nuvole e sembrano zanzare quando si piegano per scendere sul tetto della villa: sono i paparazzi che cercano di rubare le foto. E' il matrimonio dell'anno, in mezzo alla tenuta di famiglia, a Varramista di Montopoli, Pisa, qualche chilometro da Pontedera. Raccontano che Giovanni Alberto Agnelli e Avery Frances Howe si siano scambiati le fedi alle 12,30 di questo sabato d'autunno, nel cuore di un pezzo di Toscana, la regione più bella d'Italia, la più romantica. Avery, l'ha recitata in italiano la formula: «Io prendo te come mio sposo...». Sarà un'ora dopo il rintocco della mezza che la messa finisce. Sui fianchi del parco, c'è ancora un'attesa vana. I Piper continuano a passare come ossessioni, e si sporgono dalle cabine i cannoni dei fotografi mentre il ronzio scende sopra la cappella, a poco meno di cento metri dalla villa, dove si stanno sposando Giovanni Alberto e Avery. Libro della Genesi II, 18, 24. «Il Signore Dio disse non è bene che l'uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia simile. Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati...». La prima lettura della funzione la legge Andrea, il fratello dello sposo. Dal libro della Genesi. «Ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo che si addormentò. Gli tolse una costola e creò la donna e la condusse dall'uomo. Allora l'uomo disse: essa è carne della mia carne e ossa delle mie ossa. Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si legherà a sua moglie». Così sarà il matrimonio, dice Monsignor Alessandro Plotti, l'arcivescovo di Pisa che celebra la funzione. Le letture le ha scelte tutte la sposa, Avery Howe. Anche la seconda, quella della lettera di San Pietro, capitolo II, versetto 11, capitolo III, versetti 1 e 9, recitata da Chiara, la sorella dello sposo. «... il vostro ornamento non sia quello esterno, capelli intrecciati e collane d'oro. Cercate piuttosto di adornare l'interno del vostro cuore. E voi mariti ugualmente trattate con riguardo le vostre mogli. E finalmente siate tutti concordi e umili». Poi, il vescovo nell'omelia raccomanda la fedeltà e l'amore ai due sposi: «Fate del bene a tutti». Lo racconta don Vasco. I giornalisti, invece, raccontano òhe lei, Avery, è anglicana e che per sposarsi con il rito cattolico ha ottenuto la dispensa dal vescovo di San Miniato, Edoardo Ricci. I giornalisti fanno mucchio per lunghe ore. La stradina che porta al cancello arriva dalla statale 67 e si ferma davanti alla sbarra, perdendosi ai suoi bordi nei sentieri che vanno verso i campi. I fotografi hanno improvvisato un box dentro un'aiuola, poggiando i loro cannoni sui treppiedi, mentre i cronisti fanno ressa dietro alle reti. Agli sposi inviano un messaggio scritto a mano su un foglietto di taccuino: «I cronisti, in attesa da stamani all'alba, augurano agli sposi tanta felicità. E chiedono cortesemente se è possibile avere da un portavoce qualche notizia sulla cerimonia. Grati per l'attenzione aspettano fiduciosi una risposta». Aspettano, aspettano. Ogni tanto, dal gabbiotto si affaccia il più pietoso dei sorveglianti e rincuora qualcuna delle giornaliste: «Ancora dieci minuti». Ma i minuti passano come le ore e solo dopo le 13 appare Sandro Pinelli, vicepresidente della Piaggio e responsabile delle relazioni esterne, come capitato di lì per caso. I giornalisti lo assediano al di qua della sbarra e infilano a raffica tutte le domande che secondo i più banali luoghi comuni dovrebbero soddisfare la curiosità della gente. Dove vanno in viaggio di nozze? «Da nessuna parte» Non ci vanno? «No. Lunedì tornano al lavoro. Ma l'avete già scritto». E' arrivato l'Avvocato? «Sì, sì». Ieri sera? «Stamattina» Come? «In macchina». E chi c'era? «Solo i parenti più stretti e i testimoni». Trenta invitati, hanno scritto i giornali. Forse quaranta, dice don Vasco. E l'elenco viene fatto sommando le voci. Con possibilità d'errore. Il papà di lui, Umberto Agnelli, con la moglie Allegra; la mamma, Antonella Bechi Piaggio, con il secondo marito Visconti di Modrone; Anna e Andrea Agnelli, fratelli di Giovanni Alberto, figli di Umberto e Allegra; Chiara Vi¬ sconti, figlia di Antonella Piaggio. Giovanni Agnelli. Lo zio Pietro Antonelli, finanziere a Londra all'Hambros Bank. La mamma della sposa, Sally, accompagnata dal secondo marito David Metcalfe. I due fratelli di lei, e i quattro testimoni: Luchino Visconti, omonimo e discendente del famoso regista, e Marescotti Ruspoli, per Giovanni Alberto; Mia Ting e Tamara Cardi, per Avery Frances Howe. Poi c'era l'unico fotografo ammesso alla cerimonia, Costantino Ruspoli, anch'egli scelto fra gli amici. Lui, Giovanni Alberto, era in tight. La sposa indossava un abito di Ungaro. Cappotto bianco panna in cachemire con collo e polsini ricamati, foderato in seta jacquard, chiuso con una cintura di seta e rifinito con un bottone a forma di fiori. L'abito era corto, in pizzo e senza maniche, foderato di seta come il cappotto. Anche la signora Sally, la mamma della sposa, indossava Ungaro, sobrio tailleur beige e azzurro, con giacca a quadretti. La cronaca delle curiosità racconta poi dei regali, dal servizio di posate in argento massiccio di Buccellati, alla tovaglia ricamata in oro del diciottesimo secolo, dal completo da tavola in porcel- lana di Limoges ai «Codici di Leonardo». Racconta che lui, Giovanni Alberto, venerdì sera è uscito un po' prima del solito dal lavoro e che domani ci tornerà all'ora di sempre. E che alla tuie è stata una cerimonia semplice, di tono familiare, nonostante tutto e nonostante il mucchio di giornalisti alle porte e i paparazzi che hanno continuato a tagliare il cielo sopra la tenuta di Varramista. Qualcuno di loro si è infilato addirittura dentro al parco nella notte, aspettando l'alba nascosto tra i lecci, i cipressi e i pini. Li hanno beccati i sorveglianti quando aveva già fatto mattino. Erano in nove e li hanno cacciati fuori. Il fatto è che una esclusiva sul matrimonio, confessa uno di loro, dell'agenzia Focus, «può valere anche cento milioni». Se ce l'hanno fatta, non lo sappiamo. Quando i cronisti hanno cominciato ad allontanarsi, loro però sono rimasti. Qualcuno ha spostato più in là la postazione, altri si sono ficcati nelle macelline. Solo allora è cominciato a piovere. Era pomeriggio, il cielo s'è rabbuiato. Giovanni e Avery erano già sposi. Auguri, a tutti. Pierangelo Sapegno La villa «assediata» dai giornalisti Un amico di Giovannino il fotografo ufficiale Le letture sono state scelte dalla sposa Un passo dell'omelia: «Fate del bene a tutti» La messa è stata celebrata dal vescovo di Pisa: «Sono una coppia molto felice» Rinviato il viaggio di nozze lo sposo domani andrà regolarmente al lavoro Iantine e atoatiui totoàtti féauiati di fatturi e nucota Spigata ai cantoccio- con vendane Ionia "WttottStzHC THacedottia di S. (JJnUtotam 'Vitti delta tettata detta, (tyewtfiaqtte 1 codici di demando- Senvifio- di potette iti anywto mcmiccio- di buccellati litui twMmtia d'onaama nieomata invi* dei 7Wm Secolo. Uh, completo- da tavola in pcncellana di Jlùtwyu (50 penti) con detonazioni tapinate al ^700 Sopra la villa. A sinistra un'altra immagine della coppia. A destra lo zio Giovanni Agnelli e il padre Umberto Agnelli Monsignor Vasco Arzilli, vescovo di Pisa, che ha celebrato il matrimonio. Nella foto grande Giovanni Alberto Agnelli e la moglie Avery

Luoghi citati: Italia, Londra, Pisa, Pontedera, San Miniato, Toscana