Davigo: «Siamo animali predatori...»
Davigo: «Siamo ammali predatoria» Davigo: «Siamo ammali predatoria» Caselli: se crolla Mani pulite andiamo tutti a fondo MAGISTRATI ALL'ATTACCO GROMA IUDICI all'attacco. Piercamillo Davigo in provincia di Massa Carrara, Giancarlo Caselli e Gherardo Colombo a Bologna sono intervenuti ieri su Tangentopoli e sui problemi della giustizia in Italia. «Il pool di Mani Pulite di Milano è come quegli animali predatori che .colpiscono quelli che è più agevole prendere». Il paragone è del sostituto procuratore Piercamillo Davigo che l'ha fatto durante un dibattito sulla giustizia a Bonascola di Carrara. Davigo ha aggiunto che «magari sono stati creati dei ceppi resistenti di corruzione, resistenti agli antibiotici attuali. Vorrà dire che serviranno dei predatori più bravi di noi per completare l'opera di moralizzazione». Una frase che, però, non deve essere intesa come un'abdicazione del pool, tutt'altro, ha fatto capire Davigo. «Bisogna - ha detto Davigo - ristabilire regole etiche, in riferimento sia ai politici che ai funzionari della pubblica amministrazione perché se uno è un ladro deve andare a casa». E, ha ricordato Davigo, se per il politico c'è comunque il controllo dell'elettorato, per i funzionari pubblici non c'è niente: su 84 funzionari condannati, ha detto, uno solo è stato rimosso. Sulla vicenda giudiziaria che coinvolge il pool Davigo ha parlato, riferendosi ai giornalisti, di «compiacenza che rasenta la perversione», mentre sulle indagini ha posto una domanda: «Le intercettazioni del Gico si interrompono il 26 febbraio: ad oggi, quali prove sono state trovate?». A Bologna, invece, a un convegno sul ruolo del pubblico ministero, il procurato¬ re capo di Palermo, Giancarlo Caselli, ha detto che oggi in Italia «non è in gioco solo l'onore di Antonio Di Pietro e del pool di Milano, ma anche la legittimazione della classe politica attuale». Secondo Caselli vi è infatti un legame inestricabile tra la cosiddetta rivoluzione giudiziaria partita da Milano e la nuova classe politica uscita dal crollo della prima Repubblica. Un legame indissolubile a tal punto che, se crolla il nuovo, crolla anche la speranza di cambiamento. «Riscrivere Mani Pulite a colpi di maglio significa demolire le basi su cui si è costruita la nuova classe politica; se passa la delegittimazione di Mani Pulite si va a fondo tutti». Intervenendo allo stesso convegno, il pm milanese Gherardo Colombo ha detto che il Pool continua a lavorare e ha annunciato di aver presentato «più di un mese fa una denuncia per calunnia. Non sono questioni nuove; nell'81 quando Turono ed io facevamo l'indagine sulla P2 ricordo che furono sequestrate delle carte secondo le quali i magistrati che conducevano l'inchiesta avevano dei conti in banche svizzere. E' bene ricordare che Licio Gelli è stato condannato per la calunnia accertata in relazione a quelle carte che accusavano i ma- gistrati. Negli ultimi due anni credo di aver presentato 25 querele per diffamazione». E Di Pietro? «Antonio ha lavorato con noi sempre con grande capacità professionale e grandissimo impegno. Abbiamo lavorato insieme per un sacco di tempo... Lo ripeto, invito le autorità competenti a frugare nei conti bancari dei magistrati del pool di Mani Pulite». Ir. i.] «Ma forse per finire la moralizzazione servono cacciatori ancora più bravi» A sinistra: Giancarlo Caselli Sopra: Piercamillo Davigo
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