«Pacini ha pagato 15 miliardi»

Anche il Gico collabora con i pm di Brescia che hanno aperto un fascicolo su Di Pietro Anche il Gico collabora con i pm di Brescia che hanno aperto un fascicolo su Di Pietro «Fucini ha pagalo 15 miliardi» Scoperto un giro vorticoso di conti con D'Adamo BRESCIA DAL NOSTRO INVIATO Quindici miliardi, passati di mano da «Chicchi» Pacini Battaglia ad Antonio D'Adamo, il costruttore che conosceva bene Antonio Di Pietro. E' tutta qui, in quei miliardi dati e mai restituiti - se non per una briciola da 200 milioni - l'inchiesta aperta davanti alla procura di Brescia. Indagine ereditata dai magistrati di La Spezia Alberto Cardino e Silvio Franz, si sa. Che a Silvio Bonfigli e agli altri componenti del pool che indagano per Di Pietro 2, hanno trasmesso carte, iscrizione nel registro degli indagati, gli estremi di una rogatoria svizzera con una valanga di documenti contabili già sequestrati. Più quell'intercettazione ambigua, ancora tutta da verificare. Dove Pacini Battaglia dice al suo amico, l'avvocato romano Marcello Petrelli: «Quei due mi hanno sbancato...». E si riferisce a Di Pietro e Lucibello. E poi sembra smentire di aver dato soldi. Il costruttore Antonio D'Adamo è in Libia per lavoro, a curare i suoi mille affari. Ma i magistrati bresciani non hanno fretta di interrogare l'imprenditore diventato «re del mattone» dopo l'arresto di Salvatore Ligresti, il salottiero socialista amico di Giampaolo Pillitteri, Sergio Redaelli, il de Maurizio Prada. D'Adamo è sotto inchiesta a Brescia. Nel registro degli indagati, si sa, ci sono anche i nomi dell'ex magistrato e dell'avvocato Giuseppe Lucibello. L'ipotesi di reato su cui lavora la procura è quella di concussione. E la domanda è una so¬ la: dove sono andati a finire quei 15 miliardi, a cosa sono serviti? Non è nuovo il nome di D'Adamo alla procura di Brescia. Di lui si era già parlato in uno dei filoni d'inchiesta contro Di Pietro, prosciolto anche da questo. E' il filone sugli aiuti ad Eleuterio Rea, l'ex comandante dei vigili urbani di Milano. Quello che vede D'Adamo e Di Pietro chiedere soccorso a Giancarlo Gorrini della Maa. Filone finito in una bolla di sapone, dopo la richiesta di rinvio a giudizio di Fabio Salamone e Silvio Bonfigli. Di altri soldi si parla adesso a Brescia nell'inchiesta Di Pietro 2. Soldi da Pacini direttamente a D'Adamo. E i magistrati hanno già accertato tre versamenti. Il primo è della metà di aprile del '93, il mese successivo all'arresto di Pacini. Che pa* ga 2 miliardi 999 milioni e 970 mila lire, attraverso la Morave holding, il Gruppo D'Adamo. Altri due versamenti sono dell'anno successivo. Nell'ottobre del '94, attraverso due finanziarie lussemburghesi, la Simaco Holding sa e la Compagnie Européenne de Placement, Pacini paga altri 9 miliardi più due e mezzo. E in tutto fanno 15 miliardi, lira più, lira meno. Le prove dei passaggi di danaro e la relativa iscrizione nei bilanci delle società di D'Adamo sono già nelle mani dei pm. Prima a La Spezia, adesso a Brescia, titolata ad indagare quando ci sono di mezzo magistrati milanesi. Da La Spezia è partita tempo fa una rogatoria con la Svizzera. Nei prossimi giorni da Brescia partirà una analoga richiesta di assistenza giudiziaria con Ù Lussemburgo. Il qua- dro potrebbe essere completo in poco tempo. I primi risultati sarebbero arrivati dalle perquisizioni effettuate in Svizzera dalla pohzia cantonale. A casa di Van Der Poel, armninistratore delle società lussemburghesi di Pacini, e di Georges Brimeyer, della società Onder, sono state sequestrate le prove contabili dei versamenti bancari. E così, con Brimeyer, torna nuovamente in ballo la Onder, su cui avevano già indagato Cardino e Franz a La Spezia. E' la società intestataria degli appartamenti dell'avvocato Lucibello in via San Barnaba 39, quelli per cui il legale paga regolare affitto. Perché quel fiume di danaro passa di mano in mano? A cosa serve quel giro di azioni e miliardi tra banche estere? Possibile che il munifico Pacini si sbancasse a tal punto, con cifre a nove zeri? Domande che non hanno risposte certe, per ora. Dai pm impegnati nelle indagini non arrivano dichiarazioni ufficiali. Nemmeno sull'incontro a Sarzana dell'altro giorno che doveva rimanere segreto, quello con il pm spezzino Alberto Cardino." Si sa che nel vertice si è anche parlato dei Gico, il gruppo speciale delle Fiamme Gialle che ha aperto la strada al lavoro dei magistrati di La Spezia, e che adesso lavorerà anche con i pm di Brescia. Ma il procuratore capo Tarquini preferisce non confermare nulla. E come al solito ripete: «Non dico niente». Fabio Potetti §| m Il costruttore Antonio D'Adamo