Blitz antiprostitute Sequestrati 29 alloggi di R. M.
Blhr antiprostitute Sequestrati 29 alloggi Operazione a Milano, colpiti i proprietari Blhr antiprostitute Sequestrati 29 alloggi MILANO. Il proprietario di un appartamento il cui inquilino esercita, in modo continuativo e notorio, la prostituzione può essere considerato in qualche modo responsabile? Il pm di Milano Laura Cairati pensa di sì e per questo ha ordinato alla polizia'di effettuare il «sequestro conservativo» di 29 appartamenti, situati in tre stabili nella zona della Stazione Centrale. Per i venti proprietari degli alloggi il reato ipotizzato è la violazione dell'articolo 3 della «legge Merlin» che punisce la «tolleranza della prostituzione». E la legge cita proprio, come possibili «tolleranti», chi gestisce un bar o un altro luogo aperto al pubblico o affitta un appartamento, ammobiliato però. Tali erano i 29 alloggi di via Napo Torriani e via Antonio da Recanate, dove ieri sono arrivati gli agenti che hanno «sfrattato» gli inquilini. Nel senso letterale del termine: per effettuare il sequestroconservativo hanno sbattuto fuori da quelle case sia le prostitute donne, sia i travestiti (gli alloggi erano equamente divisi per i due tipi di prestazioni sessuali). Gran trambusto, ma anche grande soddisfazione tra gli altri abitanti «normali» dei tre caseggiati. Che da tempo protestavano, anche perché la ^prostituzione in quegli alloggi si effettuava in modo per nulla discreto. Anzi. «Appartamenti a luci rosse»; «sesso in vetrina»; «le nuove case chiuse»: con questi appellativi i tre stabili erano arrivati agli onori delle cronache. Perché le/gli inquiline/i avevano l'abitudine di stare alla finestra in abbigliamenti e atteggiamenti inequivocabili: affacciateA in reggiseno e mutandine; e luci rosse al lampadario ner chi avesse ancora dubbi. Inoltre molti appartamenti sono al piano rialzato cosicché le contrattazioni si potevano fare direttamente tra il cliente, in strada, e Sofferente», a casa propria. Protestavano da oltre un anno gli inquUini «normali». Per di più la voce si era sparsa e diversi proprietari di case avevano preferito rinunciare al «normale» affitto di una normale famiglia in cambio del ben più lucroso reddito garantito da quegli affittuari un po' speciali: due milioni al mese e anche oltre, cifre assai più alte di un qualsiasi libero mercato. Proprietari che magari stanno in altre città e che hanno fatto tutto tramite agenzie (una, in particolare, è sotto inchiesta perché avrebbe quasi monopolizzato tale speciale mercato). Protestavano gli altri inquilini, ma sembrava impossibile poter intervenire. Perché la legge punisce lo sfruttamento della prostituzione, ma non l'esercizio: «A casa mia posso fare quello che voglio», rispondevano sprezzantemente le/gli inquihne/i alla finestra. E così si è andati avanti per oltre un anno. Fino all'intervento di ieri con l'applicazione di quella clausola (forse un po' dimenticata) della legge. Così i proprietari di quegli appartamenti ora sotto sequestro dovranno sudare un po' per riaverli e dovranno senz'altro scordarsi gli affitti d'oro fin qui ricevuti. In quanto alle inquiline, per la maggioranza era solò l'alloggio di lavoro; per altre era anche la casa e adesso sono senza un tetto. Le più previdenti invece l'appartamento se l'erano comprato e in questi casi le proteste degli abitanti «normali» nulla possono, le luci rosse restano, [r. m.]
Persone citate: Merlin, Milano Laura
Luoghi citati: Milano
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