Immigrati il futuro è un altro rinvio

E' scaduto il decreto per le regolarizzazioni, ma non saranno revocati oltre 220 mila permessi E' scaduto il decreto per le regolarizzazioni, ma non saranno revocati oltre 220 mila permessi Immigrati, il futuro è un altro rinvio II capo della polizia: «Bloccate tutte le espulsioni» ROMA. E' scaduto a mezzanotte il termine previsto dal decreto Dini per la completa «regolarizzazione» di oltre 240 mila immigrati extracomunitari abusivi, ma nessuno di loro potrà essere espulso fino all'entrata in vigore di un nuovo provvedimento di emergenza e tutti potranno beneficiare, in caso di necessità, di cure a carico del servizio sanitario nazionale. Il capo della polizia Fernando Masone ha diramato istruzioni in questo senso a nome del ministro dell'Interno Giorgio Napolitano, ma è stato subito scontro tra maggioranza e opposizione: Alleanza nazionale, da sempre schierata contro l'immigrazione, denuncia il «nuovo oltraggio al Parlamento» e chiede che vengano senz'altro espulsi quanti risultino non in regola, anche indipendentemente dalla loro volontà. Durissime le repliche da parte dei verdi Annamaria Procacci e Paolo Cento e di organizzazioni ecclesiastiche e umanitarie. «Il governo - affermano Procacci e Cento - respinga le smanie di espulsione della destra». La «Rete antirazzista» stigmatizza il «ricatto ignobile della destra» e invoca «atti certi e vincolanti». L'intervento del capo della polizia è motivato dalla preoccupazione che si verifichino «gravi turbative dell'ordine e della sicurezza pubblica» e che «siano irreversibilmente compromesse le posizioni giuridiche degli immigrati autodenunciati». Con una circolare urgente alle prefetture e alle questure dell'intero territorio nazionale Masone invita a sospendere «l'efficacia delle espulsioni nei confronti sia di coloro che avevano già ottenuto il permesso di soggiorno in base a quel decreto, sia per quelli la cui posizione è ancora al vaglio degli uffici stranieri». La circolare ricorda che il governo ha presentato al Parlamento un disegno di legge per salvare la sanatoria disposta con il decreto Dini, in attesa della elaborazione di un più ampio e organico progetto di legge che disciplina l'intera materia. Il mini-provvedimento, tuttavia, non ha ancora passato l'esame delle Camere e per questo - precisa la circolare - «si rende necessario il ricorso ai poteri conferiti dalla legge alle autorità di pubblica sicurezza per mantenere sospese, transitoriamente, le situazioni giuridiche in questione». Di conseguenza, i prefetti «adotteranno ordinanze aventi effetto dal 15 novembre '96 e fino alla determinazione del Parlamento». Contemporaneamente il ministro della Sanità Rosy Bindi ha firmato un'ordinanza che garantisce per 90 giorni la continuità dell'assistenza sanitaria pubblica a «tutti gli stranieri temporaneamente in Italia»: cure ambulatoriali e ospedaliere essenziali, anche continuative, per malattie e infortunio, nonché tutela sociale della maternità e della gravidanza. Ma, a parte il problema rovente delle espulsioni, qual è a partire da oggi la posizione dei 249 mila immigrati «a rischio», dopo le disposizioni di Masone per il periodo' di «vacatio legis»? PERMESSI. Non verranno revocati gli oltre 220 mila permessi su 248.950 domande già concessi dalle questure in base al decreto Dini, di cui 46 mila a Roma e 35 mila a Milano. Secondo il monitoraggio dell'Osservatorio istituito nella metropoli lombarda i 220 mila immigrati, che potranno continuare a soggiornare e lavorare in Italia, provengono in massima parte da Marocco (in testa alla lista), Albania, Cina, Filippine, Tunisia, Perù, Romania, Algeria, Nigeria e Senegal. I settori nei quali hanno trovato occupazione sono: lavoro domestico per il 37%, industria 24%, agricoltura 15%, imprese di pulizia 9%, pubblici esercizi 8%, terziario 7%. DOMANDE SUB IUDICE. Per le 25 mila domande ancora sub iudice verranno sospesi i provvedimenti di regolarizzazione in corso, mentre questa rimarrà valida per chi ha avuto l'iscrizione alla lista di collocamento. Non saranno avviate, comunque, misure di espulsione. DOMANDE CIA' RESPINTE. Le 5 mila domande respinte formalmente dalle questure non si tramuteranno in espulsioni in attesa del nuovo provvedimento. CASI SPECIALI. Per le 1500 persone prive di permesso di soggiorno e finora tutelate dal decreto Dini (minori di 16 anni non accompagnati da genitori o affidatari, donne in avanzato stato di gravidanza o nel puerperio, stranieri conviventi con il coniuge o con un parente di nazionalità italiana) le prefetture dovranno valutare di volta in volta se le ragioni di carattere umanitario prevalgano o no sulla pratica di espulsione. Espulsioni, peraltro, potranno essere disposte per «fatti nuovi». Gian Carlo Fossi Masone: è un provvedimento necessario per ragioni di ordine pubblico in attesa di una legge La Bindi: «Avranno l'assistenza sanitaria» Ma An insorge: «Cacciate subito i clandestini» 1 zjm. (In base alle direttive emesse ieri dal ministro Napolitano dopo la scadenza del decreto Dini) 1. Non vengono revocati gli oltre 220.000 permessi - su circa 250.000 domande - già concessi dalle questure 2. Per le 25.000 domande ancora in esame vengono sospesi i provvedimenti di regolarizzazione in corso, mentre per chi ha avuto l'iscrizione alla lista ai collocamento questa rimane valida 3.1 5.000 dinieghi già formalizzati dalle questure non si trasformeranno in espulsioni, in attesa del nuovo provvedimento di legge 4. Per le 1.500 persone prive di permesso di soggiorno e tutelate dal decreto Dini - minori di 16 anni soli, donne incinte, stranieri conviventi con il coniuge o un parente italiano - le prefetture dovranno valutare se le ragioni umanitarie prevarranno sulle pratiche d'espulsione FONTE MASSIMO TODISCO - OSSERVATOLO DI MILANO I SETTORI DI LAVORO DEGLI IMMIGRATI REGOLARI 24% 15% 9% 8% 7% ZZI ao oc 3| si =>ta