Prodi «In Africa da protagonisti»

«Allarme nel Continente nero, unica area dove la produzione agricola diminuisce» Il premier e Dini ricevono il cinese Li Peng Non solo aiuti umanitari ma programmi che incoraggino le imprese italiane a investire Prodi: «In Africa da protagonisti» Riparte la Cooperazione ROMA. L'Africa al centro della politica italiana contro la fame. Sia Romano Prodi che Lamberto Dini mettono l'accento sulla necessità di concentrare gli sforzi e l'assistenza dell'Italia in quel continente nei prossimi anni. La tragedia che incombe sui rifugiati nello Zaire orientale ha naturalmente catalizzato l'attenzione nei confronti dell'Africa nera in questi giorni. Ma in realtà il governo è impegnato già da diversi mesi nella definizione di una nuova «politica africana». Questo orientamento del governo Prodi è emerso con chiarezza nella terza giornata del vertice mondiale sulla fame. Giornata segnata soprattutto dall'assenza di Fidel Castro e dall'arrivo del premier cinese Li Peng, con il quale Prodi e Dini hanno pranzato ieri sera a Palazzo Chigi. Intervenendo ieri mattina a Palazzo Madama alla giornata interparlamentare organizzata in occasione del vertice, Prodi ha ricordato che i problemi alimentari più gravi riguardano tutta l'Africa sub-sahariana: «E' l'unica regione al mondo dove il numero dei poveri (e sotto-alimentati, ndr) è destinato ad aumentare rapidamente, fino a raggiungere entro il 2000 livelli recordi di circa 250300 milioni di persone». In Asia la produzione alimentare prò capite ha registrato una crescita negli ultimi anni, ha detto il premier, «ma in alcuni Paesi dell'Africa il calo della produzione alimentare ha raggiunto il 30 per cento». Dini è stato ancora più insistente sulle intenzioni del governo italiano in Africa. Già oggi il 65 per cento del contributo italiano alla Fao è per programmi alimentari destinati all'Africa. «E l'Italia - ha detto - vuole intensificare ulteriormente la su^ cooperazipne con i Paesi africani». Non si tratta solo di finanziare progetti che puntano a incrementare la produzione agricola di quei Paesi, ma di sostenere lo sviluppo economico di quei Paesi poiché la povertà - ha ricordato Dini riprendendo uno dei temi centrali della conferenza - rimane la causa principale della malnutrizione (più che la mancanza di cibo). Il ministro ha messo in risalto, come modello da perseguire nel futuro, il programma congiunto che Italia e Angola stanno mettendo in opera, con la cooperazione di Fao, Pam e Ifad. Questa iniziativa rientra nel più ampio Programma speciale lanciato dalla Fao in favore dei Paesi a basso reddito e ad altro deficit alimentare. E dovrebbe essere l'inizio di una strategia più mirata che in passato. Dini: «Il governo italiano intende inserire i suoi contributi nel quadro più generale di un rilancio delle sue relazioni con il continente africano». E non solo per quando riguarda l'alimentazione «ma anche sul piano del rafforzamento delle strutture democratiche e delle capacità di prevenzione dei conflitti e di mantenimento della pace». L'intenzione del governo di svolgere una politica più attiva in Africa nera, tradizionalmente considerata una zona d'influenza francese (e belga), era già stata manifestata direttamente da Dini agli ambasciatori africani a Roma, convocati appositamente dal ministro degli Esteri alla fine dell'estate. Ora che la crisi nello Zaire orientale e, più in generale, in tutta la regione dei. Grandi Laghi ha messo in evidenza la disgregazione della cosiddetta «area francofona», l'Italia dà l'impressione di voler premere sull'acceleratore. Non a caso la riforma della Cooperazione prevede anch'essa un riordino delle priorità in favore dei Paesi africani. «La nostra politica di cooperazione - auspica Dini - dovrà articolarsi con una politica economica e commerciale che incoraggi le nostre imprese ad operare e investire in quei Paesi». Andrea di Robilant «Allarme nel Continente nero, unica area dove la produzione agricola diminuisce» Il premier e Dini ricevono il cinese Li Peng LE CIFRE DELLA FAME NEL MONDO DESTINAZIONE AIUTI ALIMENTARI AFRICA (10% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE) RAPPORTO CALORIE PR0CAPITE PAESI INDUSTRIALIZZATI 100 AFRICA SUD-SAHARIANA 67 AMERICA LATINA 88 ASIA MERIDIONALE 81 ASIA ORIENTALE 88 ASIA ORIENTALE (CINA ESCLUSA) 96 CALORIE PROCAPITE GIORNALIERE AFRICA 2096 ASIA MERIDIONALE 2356 ASIA SUD ORIENTALE/PACIFICO 2541 ASIA ORIENTALE 2751 ASIA ORIENTALE (CINA ESCLUSA) 3102 AMERICA LATINA (4% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE) ASIA MERIDIONALE (25% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE) Prodi durante i lavori della Conferenza. A destra, l'economista Amartya Sen Nel grafico le cifre della fame nel mondo