TROPPE STORIE D'ITALIA di Gad Lerner

Economist TROPPE STORIE D'ITALIA Personalmente non trovo credibile alcuna di tali ipotesi. Ma ciò che trovo soprattutto incredibile è che le medesime persone, o i medesimi organi di stampa, le adoperino alternativamente con disinvoltura, come se non fossero in tutta evidenza contraddittorie l'una con l'altra. Prendiamo il caso di Bettino Craxi, l'altra sera da Bruno Vespa. Prima ha sostenuto che Mani pulite selezionava i suoi inquisiti con un allucinante criterio politico. Poi ha soggiunto che l'inquisitore aveva racimolato un bel bottino. Ma allora Di Pietro cos'è, nelle accuse di Craxi? Uno stratega eversivo o un volgare ricattatore? Le due cose insieme, non è davvero possibile. Alcune delle interpretazioni storiche di Mani Pulite sopra descritte, sono già decadute in seguito alla smentita dei fatti. E' per esempio più difficile sostenere che i giudici abbiano agito per conto del grande capitalismo italiano, dopo che sono stati messi sotto inchiesta personaggi come Cesare Romiti, Silvio Berlusconi, Carlo De Benedetti. Quanto agli Stati Uniti, nei libri di spionaggio gli agenti dei services vengono descritti come molto attenti a preparare un'alternativa prima di deporre i governanti a loro sgraditi. Francamente questi destabilizzatori dell'Italia in nome e per conto della Casa Bianca, se esistessero, sarebbero da licenziamento in tronco. E se poi la smettiamo di scherzare, esaminando l'ipotesi che potesse davvero instaurarsi nel nostro Paese un «governo dei giudici», avente magari come premier Francesco Saverio Borrelli, apparirà evidente quanto segue: vi è stato sì un momento in cui il potere dei magistrati è apparso più forte degli altri poteri, tanto da dare luogo a sconfinamenti involontari e a improvvide forme di interventismo politico. Ma neppure in quei momenti è nata un'organizzazione extragiudiziaria dei magistrati. Restano ia esaminare le ultime due ipotesi, che sono poi quelle più ricorrenti nella campagna in corso contro Di Pietro e il pool milanese. Chiediamoci se davvero - tra cinquanta o cent'anni - gli storici interessati a interpretare la vicenda di Mani pulite potranno riassumerla come un'ondata di incriminazioni che ha travolto una parte politica salvaguardandone un'altra. Che il finanziamento illegale della politica riguardasse tutti i partiti, e non solo una parte di essi, risulta innegabile. Tutti i principali partiti del sistema, in effetti, sono stati sottoposti a inchieste e - in misura diversa - tutti hanno subito delle condanne penali. Resta il fatto che alcuni ne sono usciti distrutti, mentre con altri l'opinione pubblica è stata più indulgente. Il pds, per esempio, nelle prime elezioni amministrative del dopo-Tangentopoli, ha subito a Milano l'onta del sorpasso da parte di Rifondazione. Ma è pur vero che successivamente, a differenza del psi, ha saputo riprendersi, così come i tre tronconi in cui si è divisa la democrazia cristiana. Non è possibile spiegarsi ciò solo con il fatto che Primo Greganti e Severino Citaristi risultassero figure meno antipatiche di Silvano Larini. Vi sono stati anche diversi gradi di coinvolgimento negli illeciti fin qui emersi, e diversissimi modi di reagire allo scoperchiamento del sistema della corruzione. Ma in definitiva sostenere che l'opinione pubblica sarebbe stata manipolata da inchieste a senso unico significa anche sottovalutare la capacità critica dei cittadini. Quanto all'eventualità del Di Pietro ricattatore adombrata più di recente, pur senza dimenticare le sue amicizie disinvolte con personaggi minori del vecchio sistema di potere, sarà il caso di fermarci un attimo a riflettere. Che cosa aveva da guadagnarci? Soldi? Poteva farne a palate altrimenti (ricordo che i produttori di un noto aperitivo gli offrirono più di un miliardo per una campagna pubblicitaria). Potere? Era disponibile per lui una poltrona da ministro fin da quando Berlusconi gliela propose nel 1994. Non chiederò agli avversari di Mani pulite di rinunciare alle loro interpretazioni ostili. Ma, per favore, siano più espliciti. E soprattutto non ne avanzino più di una per volta. Gad Lerner

Luoghi citati: Italia, Milano, Stati Uniti