«Siamo un partito laico non "uccidiamo i padri" di Fabio MartiniClaudio Petruccioli

«Siamo un partito laico non "uccidiamo i padri L'APPELLO DB PETRUCCIOLI «Siamo un partito laico non "uccidiamo i padri » f ROMA ALEMA che definisce Berlinguer «un riformista perdente», Veltroni che lo difende a spada tratta. Petruccioli, ogni occasione è buona per cantarsele? «Beh, un dibattito allusivo sarebbe sbagliato. Come sarebbe sbagliato fare strumentalismi, dividerci in berlingueriani e non-berlingueriani. Per un partito laico niente di più inutile che "uccidere il padre"». Eppure, dopo 12 anni di silenzio, una delle figlie di Berlinguer deve difendere pubblicamente il padre... «Molto giusto il richiamo di Bianca Berlinguer ad evitare mitizzazioni e successive smitizzazioni...». La Berlinguer se la prende con chi riscrive la storia piegandola alla politica: allude a D'Alema e Vacca? «Sì condivido il suo richiamo a non usare strumentalmente episodi del passato». D'accordo, ma a chi allude? «Non rispondo». Eppure i saggi della Mafai e di Vacca si annunciano dissacranti... «Abbiamo affrontato grandi innovazioni, abbiamo superato il comunismo, siamo laici e non abbiamo bisogno di uccidere nessun padre. Semmai non vorrei che qualcuno ritirasse fuori qualche padre più anziano di Berlinguer...». A chi allude? «A Togliatti...». Scusi, ma cosa c'entra Togliatti? «Sbaglierebbe chi volesse fare una critica a Berlinguer in nome di una rivalutazione del togliattismo...». Pensa a Beppe Vacca, il professore grande amico di D'Alema? «Non so cosa sosterrà nel suo "Venti anni dopo", ma non sarei d'accordo se lui volesse dimostrare che c'è stato un dirottamento dalla linea togliattiana che ora riemerge dopo un ventennio di offuscamento». Anche Violante ha criticato la solidarietà nazionale voluta da Berhnguer... «Quella critica è una novità soltanto per Violante...». Sarebbe a dire? «Sarebbe a dire che una riflessione critica su quel periodo è iniziata da diversi anni. Sono passati quasi 10 anni dal comitato centrale del pei che chiuse la stagione del consociativismo». Quando D'Alema definisce Berlinguer «un riformatore sconfitto» allude un po' anche a se stesso? Lui è un vincente... «Non so se allude. Tra l'altro per Berhnguer userei la definizione di "innovatore" piuttosto che "riformista". Certo la sua politica fu sconfitta». Invece D'Alema le elezioni le ha vinte... «Questa è un'altra stagione con molte occasioni e moltissimi pericoli». Anche quello di «Dimenticare Berlinguer» per dirla col libro della Mafai? «Non bisogna mai stancarsi di distinguere. C'è il personaggio Berhnguer, un uomo che ha vissuto la politica come servizio e come dedizione assoluta. E poi ci sono le innovazioni e gli errori di quella stagione. Ma alla guida del pei non c'era solo lui». Vuol dire che nelle sezioni del pds il mito del personaggio Berlinguer resiste? «Voglio dire che nelle nostre sezioni si discute serenamente sugli errori degli Anni Settanta e Ottanta, ma se esprimi un giudizio men che rispettoso su Berlinguer, ti mandano a quel paese...». Fabio Martini Claudio Petruccioli

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