Nel segno di Ugo la Malfa di Chiara Beria Di Argentine

Nel segno di Ugo la Malfa Nel segno di Ugo la Malfa La strada per l'Unione monetaria indicata dallo statista repubblicano MILANO. «Interveniamo con la nostra riflessione in un dibattito per la verità non sempre molto elevato - in un momento di crisi che giudichiamo angosciosa, in cui viene messo in discussione tutto, anche le istituzioni». Con queste parole il presidente di Mediobanca, Francesco Cingano, ha introdotto ieri pomeriggio al circolo della Stampa la presentazione dello studio «L'Italia e l'Unione Monetaria Europea», il primo rapporto dell'Istituto Ugo La Malfa, l'associazione intitolata allo statista repubblicano scomparso nel febbraio del 1979. Fondata dopo la sua scomparsa, nel 1980, per iniziativa di amici e collaboratori di La Malfa - oltre a Cingano il senatore Leo Valiani, il presidente onorario di Mediobanca, Enrico Cuccia, Antonio Maccanico, Giovanni Ferrara e Giorgio La Malfa - con lo scopo di «promuovere, coordinare e sviluppare ricerche, documenti e convegni sulla politica, le istituzioni, l'economia e la storia repubblicana», l'Istituto che ha sede a Roma cura biblioteca e archivio degli scritti di Ugo La Malfa. Una preziosa testimonianza del percorso di La Malfa dai tempi di Giustizia e Libertà, alla nascita del partito d'Azione all'impegno nella Resistenza e, dopo la caduta del fascismo, della sua lunga attività politica al servizio di una Repubblica più laica e più moderna. Spesso voce inascoltata, sempre coerente alla tradizione della cultura democrati¬ co-liberale. A cura dell'Istituto sono stati pubblicati gli scritti di La Malfa dal 1925 al 1953, i suoi discorsi parlamentari e sulla nascita del partito d'Azione. «Dal prossimo gennaio», spiega Giorgio La Malfa, segretario generale dell'associazione, «la biblioteca dell'Istituto, arricchita di altri lasciti, avrà una nuova sede aperta agli studenti». Non solo memoria. A sedici anni dalla sua nascita l'associazione vuole offrire un contributo di analisi, proposte e approfondimenti. Per questo i soci, tutti nomi prestigiosi del mondo economico, finanziario e accademico (Girolamo Arnaldi, Luigi Fausti, Alessandro Galante Garrone, Enzo Grilli, Vincenzo Maranghi, Guglielmo Negri, Cesare Romiti, Paolo Savona, Marco Tronchetti Provera, tra gli altri) hanno adottato un nuovo statuto che integra i compiti originari. Due le direzioni indicate: «Promuovere, coordinare e sviluppare ricerche, pubblicazioni e documenti, studi e convegni sulla politica, le istituzioni, l'economia dell'Italia repubblicana e sui problemi della politica internazionale, con particolare riferimento all'integrazione europea; stimolare il contributo delle correnti di pensiero democratico-liberale alla ricerca di soluzioni per il migUore funzionamento dello Stato e della società italiana». Non a caso il primo rapporto di un'associazione che porta il nome di Ugo La Malfa è dedicato alla questione della partecipazione italiana alla terza fase dell'Unione europea. Ed è anche un problema di metodo. Sotto il segno di Ugo La Malfa statista rigoroso e intransigente, coscienza critica mai incline alla demagogia l'Istituto si ripromette interventi «rigorosi e meditati». Un richiamo alla razionalità, compito non facile in tempi di partigianerie. Chiara Beria di Argentine

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