«Perché ho detto stop a Monti» di Claudio Laugeri
«Perché ho detto stop a Monti» PHONEY MONEY «Perché ho detto stop a Monti» Aosta, il procuratore spiega la sua scelta T: AOSTA ROPPE notizie sui giornali, decisioni prese senza avvertire il capo dell'ufficio, investigazioni compiute anche se non c'era la «competenza territoriale». Queste e altre motivazioni sono elencate nelle due paginette firmate dal procuratore capo di Aosta, Maria Del Savio Bonaudo, per spiegare il provvedimento di «sostituzione» del magistrato David Monti, che si occupava delle indagini sulle truffe miliardarie di «Phoney Money» e sull'ipotesi di una nuova P2 di «Operazione Lobbing». Mercoledì mattina, il procuratore capo aveva mandato al suo sostituto altre due lettere per ordinargli di rinviare gli interrogatori già programmati per le due inchieste, E per segnalare due comportamenti poco graditi a Maria Del Savio Bonaudo: la presenza di Monti a un convegno di magistrati a Milano il 10 ottobre, quando il sostituto aostano era di turno in procura; la visita (non resa nota al capufficio) di qualche giorno fa al procuratore di Firenze Piero Luigi Vigna, per parlare di elementi che potrebbero essere «comuni» alle inchieste avviate dalla magistratura toscana. Dal procuratore arriva soltanto la conferma del problema legato alla competenza territoriale: «L'inchiesta è arrivata abbastanza avanti da poter prendere decisioni. Almeno riguardo alla competenza». Poi, una «frecciata» al collega Monti: «Ho cercato di seguire l'inchiesta, per quanto ho potuto», come per significare che avrebbe voluto ricevere più informazioni dall'ufficio soltanto a pochi passi dal suo. Le voci di «meccanismi di delegittimazione», di «pressioni» per «frenare» le due inchieste di Monti rimbalzano a Palazzo di Giustizia. Tanto da spingere qualcuno a dire: «Ci sono importanti acquisizioni che potrebbero riscrivere la storia e l'attività delle associazioni segrete del nostro Paese. Queste acquisizioni comportano anche rischi per l'incolumità delle persone». Ieri pomeriggio, un impiegato della cancelleria ha consegnato le due paginette di motivazione della «sospensione» al sostituto Monti. Due paginette preparate, dettate e consegnate tra le 15 e le 16,30. Nessun colloquio tra i due magistrati, soltanto lo scambio di parole nero su bianco. Ma la divergenza di opinioni sui «comportamenti» risale all'estate scorsa, ai primi interrogatori a Palazzo di Giustizia di onorevoli e personaggi arcinoti: nomi e resoconti dei loro colloqui sono finiti sui giornali. Qualcuno non ha gradito, a cominciare dal procuratore Del Savio Bonaudo. Poi, Monti ha ricevuto dal suo capufficio richieste di relazioni, rapporti, spiegazioni del lavoro svolto e di quello programmato. Qualche mese dopo è arrivata la disposizione che vietava ai sostituti procuratori di parlare delle loro inchieste con i giornalisti: nessun riferimento a Monti, ma il provvedimento sembrava diretto proprio a lui. Con quell'ordine, il procuratore capo sperava di interrompere le «indiscrezioni» a giornali e tv. Obiettivo mancato. E così, tra Aosta e Roma (passando per La Spezia) sono diventate di dominio pubblico la notizia dell'avviso di garanzia per associazione segreta all'ex manager delle Ferrovie Lorenzo Necci, all'amministratore Stet Ernesto Pascale e al generale della guardia di finanza Nicolò Pollari, oltre a una mezza dozzina tra interrogatori e sequestri che il procuratore immaginava «top secret». L'alto ufficiale della Finanza ha anche scritto un memoriale (è indagato per favo¬ reggiamento), mandato al procuratore generale di Torino Silvio Pieri e a Maria Del Savio Bonaudo. E mai mostrato a Monti. In quella documentazione ci sarebbero riferimenti a possibili «fughe di notizie». E nella schiera di investigatori, impiegati, collaboratori del magistrato e avvocati, il procuratore capo è sempre stato propenso a «puntare» sul collega, cui non era riuscito a imporre il riserbo. Sei mesi di dissapori e incomprensioni culminati nel provvedimento di «sostituzione» firmato da Maria Del Savio Bonaudo. «Seguirò io l'inchiesta, almeno all'inizio» spiega. Monti ha già messo nero su bianco le sue due paginette di risposta, indirizzate al Consiglio Superiore della magistratura e al ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Maria Flick. Claudio Laugeri Il sostituto procuratore David Monti «PerAosta, Il sostituto procuratore David Monti
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