«Attenti alla soia transgenetica» di Mario Deaglio

Allarme dei verdi Allarme dei verdi «Attenti alla soia transgenetica» PROTESTA SENZA IDEE STRASBURGO. Sui banchi dei supermercati europei stanno per arrivare i primi prodotti «geneticamente modificati». Carichi di soia «transgenetica» americana sono arrivati in questi giorni nei porti del Nord: Anversa, Ostenda, Amburgo. Ad attenderli c'erano i militanti di «Greenpeace», che hanno tentato di impedire lo scarico. Ma perché quest'accanimento degli ecologisti contro quella che appare una conquista della scienza? La multinazionale chimica Monsanto ha modificato in laboratorio la soia, rendendola inattaccabile dai parassiti e facendo un favore all'ambiente e ai contadini. E allora? Allora non esiste alcuna prova che la soia modificata sia innocua per la salute. La Commissione europea pero, affermando che «non presenta verosimilmente alcun pericolo», ne ha autorizzato l'importazione. Ieri al Parlamento europeo i verdi hanno rinnovato le proteste, citando l'infelice esperienza delle mucche pazze. C'è di più. Proprio la Commissione europea, cedendo alle pressioni degli ecologisti e di uno dei 15 Stati dell'Unione, ha rinviato l'autorizzazione all'importazione di un altro prodotto geneticamente modificato: il mais. Preparato anch'esso in America, dalla Ciba Geigy, il granoturco «corazzato» contro i parassiti ha però la particolarità di resistere a un'intera classe di antibiotici: le ampicilline. | Ora, secondo recentissimi studi au; striaci e britannici, esiste il rischio 1 che un ipotetico malato, mangianI do il granoturco «transgenetico», veda annullato l'effetto benefico degli antibiotici. «Per questo la Commissione ha deciso di attendere le raccomandazioni dei comitati scientifici», ha detto Ritt Bjerregaard, la responsabile europea per l'ambiente. Ma se un effetto non desiderato è stato accertato nel caso del mais, è proprio sicuro che la soia modificata sia così innocua? Per ora nessuno è in grado di dirlo. Sta di fatto che la soia è uno degli elementi base di quasi tutti gli olii vegetali, e che questi sono presenti nel 60 per cento di tutti gli alimenti. E' chiaro allora che, se la nuova soia si rivelasse pericolosa, l'intero settore agro-alirnentare europeo sarebbe spazzato via da una crisi senza precedenti, [f. sq.J menti le velleità tengono il posto dei progetti e in piazza sfilano soltanto dei sogni. Il Polo giustamente rifiuta la demonizzazione dei lavoratori autonomi e dovrebbe rivendicare per loro un trattamento più leggero a parità di reddito, in quanto incertezza e rischio gravano più fortemente sul lavoratore autonomo. A differenza del lavoratore dipendente, questi non ha nessuno che gli paghi regolarmente un salario o uno stipendio alla fine del mese. Dove trovare, però, le risorse corrispondenti ai minori incassi su questi redditi, ai gravami dei bilanci piccolo-borghesi di milioni di persone che vedono in pericolo il proprio tenore di vita? Qui la baldanza del Polo si ferma, il coraggio politico manca, il grido degli slogan si trasforma in mormorio, lo stesso progetto di «contro-Finanziaria», elaborato nelle settimane scorse, non viene enfatizzato. Perché questa caduta di tono? Perché andare più in là significherebbe incrinare i rapporti all'interno del Polo. Come l'Ulivo, anche il Polo riceve il voto di milioni di pensionati, presenti o futuri. Ecco allora che a una Finanziaria brutta, tenuta su soltanto dalla necessità di entrare in Europa, priva di ogni tentativo di correggere le storture e le manifeste ingiustizie di questo Stato sociale (difeso, anzi, stolidamente fino all'ultimo comma) di fatto non si oppone nulla. Un terribile vuoto di idee serpeggia in tutta la politica italiana: la crisi dei partiti tradizionali ha portato alla fine di quel poco di elaborazione progettuale che si faceva al loro interno. La povertà culturale della politica è forse l'aspetto più preoccupante del degrado della vita pubblica, frutto di decenni di scuola sbagliata. A differenza di altri Paesi, dove trovano le loro radici in dibattiti lunghi e approfonditi, i progetti politici in Italia nascono all'insegna dell'improvvisazione e dei colpi di mano parlamentari. Dai discorsi con citazioni latine si è passati alle parolacce in dialetto o alle indegne carnevalate leghiste nelle aule parlamentari. A questo punto, entrare in Europa o restarne fuori è questione di civiltà e di cultura prima ancora che di finanza. Mario Deaglio

Persone citate: Anversa, Ritt Bjerregaard

Luoghi citati: Amburgo, America, Europa, Italia, Strasburgo