« Di burocrazia si muore» di Foto Reuters

« GLI SQUILIBRI DEL PIANETA « Di burocrazia si muore» Scalfaro contro i ritardi delVOnu AROMA me pare che al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sia mancata un'anima: un'anima di pietà». Oscar Luigi Scalfaro non è mai tenero quando c'è di mezzo l'Onu. E anche questa volta, intervenendo al vertice della Fao sulla fame nel mondo, ha voluto stigmatizzare l'insensibilità «di chi comanda il mondo». Il Presidente aveva in mente innanzitutto la lentezza con la quale il Consiglio di Sicurezza si sta muovendo per dare il via libera a un intervento umanitario nello Zaire. Ma le sue critiche erano dirette più in generale all'incapacità della comunità internazionale di incidere seriamente sulla piaga della fame nel mondo. «Da questa assemblea deve sorgere un richiamo fermo afriche l'impegno di un organismo internazionale non si traduca in un'arida pratica burocratica», ha esortato Scalfaro mentre 41 capi di Stato e 33 capi di governo davano inizio alla più grande conferenza sull'alimentazione mai organizzata. Il direttore generale della Fao Jacques Diouf ha riconosciuto che la stessa Fao può fare molto di più e che «deve migliorarsi per essere all'altezza della fiducia che gli Stati membri nutrono in essa». Ma non è facile farlo quando le sue risorse vengono continuamente ridotte. Diouf ha ricordaio con rabbia che l'intero bilancio della Fao è inferiore a quanto si spende in nove Paesi industrializzati per nutrire cani e gatti per sei giorni. Ed è addirittura inferiore al cinque per cento di quanto un Paese industrializzato medio spende per prodotti dimagranti. I delegati alla conferenza si sono già messi d'accordo su un documento finale che si chiamerà la Dichiarazione di Roma e il cui obiettivo centrale è quello di dimezzare entro il 2015 il numero di persone che patiscono la fame, da 800 a 400 milioni. Insomma, l'obiettivo della Fao non è più quello di «sradicare» la fame nel mondo, ma quello più realistico di ridurla il più possibile. II documento elenca una serie di impegni che la comunità internazionale dovrà assumere. Ma si tratta di impegni astratti, che devono ancora trovare una loro applicazione concreta. Nel 2020 saremo 3 miliardi in più sulla Terra, e dunque il problema iella malnutrizione, già gravissimo oggi, avrà proporzioni molto più vaste. «E' dura oggi, ma tra 25 anni sarà un problema di dimensioni spaventose», ha ricordato Dan Glickman, segretario all'Agricoltura americano. Una soluzione, ha aggiunto Glickman, passa inevitabilmente attraverso una «stabilizzazione volontaria della popolazione». Ma se si vuole davvero raggiungere l'obiettivo di dimezzare i malnutriti della Terra in vent'anni - aggiunge Glickman - bisognerà anche produrre molto più cibo. Certo, ancora oggi ci sono sprechi immensi nei Paesi industrializzati che bisognerà riciclare: «Ogni giorno, nei soli Stati Uniti, quindici milioni di pasti vengono buttati via nelle case, nei ristoranti, nelle mense». Ma il risparmio alimentare non basta. La posizione degli Stati Uniti è che la Terra deve produrre di più. E per questo ha deciso di premere sull'acceleratore della biotecnologia. Glickman: «Altrimenti le terre coltivabili saranno presto sterili. La scienza è dalla nostra parte: stiamo rivoluzionando il settore agricolo con aumenti impressionanti delle rese». Questo è il tipo di linguaggio che fa venire la pelle d'oca agli ambientalisti. Proprio in questi giorni Greenpeace ha preso d'assalto in Belgio una navecargo che trasportava soia geneticamente alterata. Ieri al vertice Fao i sostenitori dell'agricoltura organica hanno denunciato ia scarsa trasparenza che caratterizza l'avvento della biotecnologia nell'agricoltura. E' comunque in quel settore che si faranno passi avanti nella corsa per aumentare le risorse alimentari del pianeta. Jonathan Gressel, uno dei maggiori ricercatori dell'Istituto Weizmann, in Israele, assicura che attraverso la biogenetica e la lotta chimica la produzione mondiale di cibo potrà essere quadruplicata. Davvero la biotecnologia riuscirà a salvare il mondo dalla fame? Ieri Glickman se l'è cavata con una battuta. Quattro ambientalisti nudi gli hanno gettato in testa una manciata di semi. E lui, che è quasi calvo, si è lisciato i pochi capelli ed è sbottato: «Adesso vedremo se questa biotecnologia funziona...». Andrea di Robilant Il delegato Usa «Indispensabile frenare il ritmo delle nascite» E Wojtyla concede «La popolazione non può crescere all'infinito» Giovanni Paolo II ha lanciato, nel messaggio inaugurale del summit, un suo ammonimento, dallo schermo gigante della sala plenaria, definendo intollerabile l'eccessivo divario tra i troppi affamati e le altre persone che vivono nell'opulenza [foto reuters]

Luoghi citati: Belgio, Israele, Roma, Stati Uniti, Usa, Zaire