La chiesa, ultimo rifugio

MILANO la chiesa, ultimo rifugio Inerì si barricano dopo lo sfratto MILANO ILANO come Parigi, dove pochi mesi fa un gruppo di «sans papiers» ha occupato per disperazione e protesta la chiesa parigina di Saint Bernard. Lo stesso è accaduto ieri nel capoluogo lombardo, dove un gruppo di extracomunitari si è affidato a un santo omonimo di quello dei compagni di sventura francesi, cercando ricovero nella chiesa di San Bernardino alle Ossa, in pieno centro, ad appena due passi dal Duomo. Gli extracomunitari erano stati fatti sgomberare nella mattinata di ieri dal centro di via Pitteri in cui vivevano da cinque anni, e in serata hanno occupato la chiesa di piazza santo Stefano. Sono una quarantina, ma il loro numero potrebbe aumentare. La decisione di occupare la chiesa è stata presa al termine di un'assemblea. Il motivo? Sollecitare l'attenzione dei cittadini, dei sindacati e delle forze politiche sul problema abitativo di questo gruppo di immigrati. E' stato il Comune ad avere aperto il centro, e al Comune questi scomodi inquilini ora chiedono che venga loro messa a disposizione un'altra struttura, una qualsiasi, anche da sistemare, per poter continuare ad abitare insieme. Nel centro sgomberato, di proprietà del Pio Albergo Trivulzio, cominceranno presto i lavori che lo trasformeranno in una struttura destinata ai bambini, milanesi. La doccia fredda dello sgombero è arrivata dopo cinque anni di coabitazione più o meno dignitosa. Ci vivevano in 65, tutti extracomunitari, e lo gestivano tramite una cooperativa. Si tratta di cittadini stranieri, ma tutti in regola con il permesso di soggiorno. La maggioranza di loro, infatti, ha trovato un lavoro e ha un reddito, ma non sufficiente a prendere in affitto una casa. «Agli occupanti del centro ha commentato ieri sera il sindaco leghista di Milano Marco Formentini - sono state offerte più soluzioni sempre rifiutate». Una spiegazione che gli immigrati, dalla chiesa occupata, respingono con forza: «Non è vero - sostengono - Ci hanno proposto di andare alla pensione Belloni, ma non ci sono posti; volevano mandarci al dormitorio pubblico di viale Ortles, e anche qui nulla da fare: sono centinaia gli stranieri in lista d'attesa per un posto». Rifondazione comunista, che segue da tempo la vicenda degli immigrati del centro Pitteri, ha lanciato al Comune una controproposta: individuare un edificio del Demanio comunale da assegnare a questi immigrati. Un edificio malanda¬ to, che i 65 immigrati provvederebbero a ristrutturare e gestire. Ma l'amministrazione comunale ha risposto subito, dichiarando «non accoglibile» la richiesta di Rifondazione che, secondo il sindaco Formentini, può «dettare legge al governo e allo Stato», ma non riuscirà «nella nostra città». Sia la «Caritas ambrosiana» che altre forze politiche si stanno muovendo per trovare una soluzione. La chiesa di San Bernardino, tra l'altro, è un monumento storico importante, che sta per essere ristrutturato dal Fai. «Hanno scelto proprio questa chiesa - ha detto padre Ferdinando Colombo, responsabile della segreteria per gli esteri della diocesi milanese - per rendere visibile la loro situazione che vogliono risolvere in maniera unitaria». «Stanotte - ha detto ieri sera il religioso - resteranno qui. Domani avranno un incontro con l'assessore ai servizi sociali e vedremo quello che verrà fuori». [r. cri.] Una quarantina di extracomunitari chiede di poter avere un centro che li ospiti Nella foto grande alcuni bambini albanesi immigrati clandestinamente sulle coste pugliesi

Persone citate: Belloni, Ferdinando Colombo, Formentini, Marco Formentini, Pitteri

Luoghi citati: Milano, Parigi