Il sofferto perdono di Kim la «bambina del napalm»

La vietnamita della celebre foto depone fiori al Memoriale di Washington Il sofferto perdono di Kim la «bambina del napalm» La vietnamita della celebre foto depone fiori al Memoriale di Washington NEW YORK NOSTRO SERVIZIO «Quando ho visto le uniformi mi sono spaventata, mi sono toniate tutte le memorie, tutti gli incubi. Poi mi son detta: coraggio Kim, le uniformi sono normali in ima cerimonia come questa», e così Phan Thi Kim Phuc, Felicità Dorata in vietnamita, ha superato lo smarrimento. Le divise erano quelle dei soldati americani, la cerimonia quella per celebrare la giornata dei reduci di guerra, il luogo il Vietnam Memorial di Washington. Quanto alle memorie, sono scolpite sul suo corpo devastato dal napalm ma anche nella mente di un'intera generazione. Lei è quella bambina che corre nuda, urlante e disperata, nella strada di un villaggio vietnamita dopo che la capanna in cui si era rifugiata era stata colpita da una bomba incendiaria americana. La foto che la ritrae fece il giro del mondo (chi non l'ha vista almeno una volta?) e divenne un simbolo dell'insensata crudeltà di quella guerra. Oggi Felicità Dorata è una donna di 33 anni che vive in un appartamento di una stanza a Toronto, in Canada, con il marito Bui Huy Toan e il figlio Thomas di due anni. Quando l'hanno invitata alla cerirrmia «di riconciliazione» di lunedì a Washington, ha accettato pensando che potesse servire a qualcosa: «Perfino se dovessi trovarmi faccia a faccia con il pilota che gettò la bomba gli direi: non possiamo cambiare la storia, ma cerchiamo di fare qualcosa per il presente e per il futuro». Ma poi, di fronte a tutte quelle divise che le ricordavano i giorni della guerra, ha temuto di non farcela. E quando ha visto quelle decine di migliaia di nomi scolpiti nel nero granito del muro ai cui piedi ha deposto una corona di fiori è sbottata: «Quanta gente è morta per quella stupida guerra. E' stata una cosa... molto stupida. Scusate, non riesco a trovare un'altra parola». Il «seguito» di quella fotografia fu che colui che l'aveva scattata, Nick Ut dell'Associated Press (che poi avrebbe vinto il Premio Pulitzer) caricò Felicità Dorata sul suo furgoncino e la portò in un ospedale. Le ustioni si estendevano per metà del suo corpo. Per ricostruirle la pelle ci volle molto tempo, ma ancora oggi «quando cambia il tempo sento come se mi pugnalassero dappertutto, e per distrarmi mio marito mi racconta storie buffe o mi fa continue domande, in modo che io sia impegnata a rispondere». Nessuno si ricordava più di lei. I suoi pianti di adolescente perché non poteva indossare le camicie con le maniche corte come tutte le altre ragazze sono storia privata. Nel 1984 una troupe televisiva olandese la rintraccia e la intervista. La bambina di quella foto acquista un nome. Il governo vietnamita ne fa un'eroina da esibire, un elemento di propaganda politica, ma lei non ama quel ruolo. Quando nel 1986 le si presenta l'opportunità di andare a Cuba a studiare (nell'ambito degli «scambi» fra Hanoi e L'Avana), la coglie al volo. E' lì che conosce il marito, studente come lei. Due anni fa vanno in viaggio di nozze a Mosca e sulla via del ritorno approfittano della sosta dell'aereo in Canada per scendere e restare. Ottengono l'asilo politico, ma la vita all'inizio è durissima. Solo l'anno scorso il marito ha trovato un lavoro come operatore di computer e hanno potuto permettersi l'appartamentino in cui vivono adesso. La loro, dicono, è un'esistenza «semplice e felice», e raccontano con fierezza che il piccolo Thomas riesce già a contare fino a 50 in inglese, vietnamita e spagnolo. Ma lunedì, ecco la cerimonia al Vietnam Memorial di Washington a riportare tutto ad «allora». «Il suo perdono è importante dice John Huelsenbeck, un reduce americano - noi eravamo ragazzi che facevano il loro lavoro». Franco Pantarelli «Se dovessi trovarmi faccia a faccia con il pilota che gettò la bomba gli direi: non si può cambiare la storia, ma facciamo qualcosa per il futuro» Giugno 72: Kim corre urlando dopo un bombardamento Usa al napalm sul suo villaggio: si è salvata strappandosi i vestiti in fiamme. A sinistra, il Vietnam Memorial di Washington

Persone citate: Franco Pantarelli, John Huelsenbeck, Phan, Pulitzer