Più telefoni nel futuro Mediaset di Zeni
La società potrebbe anche decidere di entrare nella Omnitel o nella Stet Più telefoni nel futuro Mediaset La società potrebbe anche decidere di entrare nella Omnitel o nella Stet Gonfalonieri: a fine anno debiti azzerati VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Dice: tv e cinema innanzi tutto. Anzi, visto che in simili argomenti è di rigore l'inglese, per una volta abbandona il suo amatissimo francese e spiega: «Il nostro core business è il broadcasting». Dice proprio così, core business e broadcasting, Fedele Confalonieri aprendo la prima convention di Mediaset che dopo anni di fasti e splendori in quel di Montecarlo, hotel Loewe - i fasti e gli splendori della Publitalia di Marcello Dell'Utri, tanto per intenderci - adesso va in scena alla mostra del cinema del Lido di Venezia. «Continuità nella diversità», scherzano gli uomini di Mediaset. Continuità, certo, visto che i volti e i protagonisti sono in molti casi gli stessi, Confalonieri appunto, Adriano Galliani, Carlo Bernasconi: i manager che hanno fatto grande la Fininvest, le sue tv, la pubblicità. Ma anche diversità visto che Mediaset, pur ereditando antichi marchi Fininvest come Rti, Videotime, Elettronica industriale, Publitalia, è pur sempre creatura nuovissima nell'impero del Biscione: creatura quotata con tanti soci ad affiancare Silvio Berlusconi e creatura che, visti gli ultimi dati, sembra cavarsela bene se è vero che a fine anno - parola di Confalonieri - i debiti (che ammontavano a 285 miliardi a giugno) «dovrebbero azzerarsi» e se è vero che Publitalia ha toccato in ottobre il record mensile di fatturato (377 miliardi) che «dovrebbe portare la crescita '96 al 6,5%». «Broadcasting», cinema e tv, dunque. Il nucleo duro restano loro: l'antica vocazione. Ma il futuro di Mediaset, beh, quello è tutt'altra cosa: telefonia, informatica, telecomunicazioni e chissà... «Dobbiamo essere sani finanziariamente per poter cogliere in qualsiasi momento qualsiasi opportunità»: eccola la strategia, tradotta in pillole, di Fedele Confalonieri. Succede di tutto, nel gran mondo delle telecomunicazioni, alleanze che si fanno e si disfano, operazioni improvvise (l'ultima, l'annuncio della fusione Stet-Telecom, arriva proprio nel bel mezzo della convention) che si susseguono ad altre operazioni: «Bisogna muoversi su tutti i fron- ti», rispiega il presidente di Mediaset. La prossima settimana il consiglio della società dovrebbe sciogliere le riserve sugli ultimi passaggi da Fininvest a Mediaset: il 25% della spagnola Telecinco e il 10% di Telepiù. Bazzecole, a ben vedere. Già, perché è la partita dei telefoni, nuovo superbusiness, quella dove Mediaset sta muovendosi a centottanta gradi: terzo gestore, quello dei Pcn (telefonia cellulare a 1800 megaherz), secondo gestore (quello dei Gsm, dove operano Tim e Omnitel) o addirittura partecipare alla privatizzazione di Stet che prima o poi dovrà andare sul mercato. Sono tre le opzioni telefoniche di Mediaset. «Bisogna muoversi su tutti i fronti», ripete Confalonieri elencando i possibili scenari. Nella telefonia fissa, quella dove è attiva Albacom (la società in joint-ventu- re con Bnl e Bt), conferma, «stiamo trattando con Snam»: tempi e modi dell'ingresso di Snam in Albacom sono tutti da stabilire, si sta trattando. E la telefonia mobile? Qui la scelta è tra il terzo gestore, il Pcn, e il secondo, il Gsm: «A noi - spiega Confalonieri - la telefonia mobile interessa solo se ci sarà asimmetria di regole, se ci sarà una ricaduta favorevole, al contrario, se ci vogliono fare entrare con l'handicap, non ci stiamo». Si sta preparando a investire molti miliardi («Mille, duemila, tremila») nel Pcn, Mediaset, ma solo se le condizioni della gara per il nuovo gestore saranno favorevoli e soprattutto non vantaggiose per chi già adesso è in posizione monopolistica. Altrimenti, attenzione, resta aperta l'ipotesi Omnitel: se per Pcn l'investimento dovrebbe essere di almeno 2 mila miliardi, per impadronirsi di Omnitel (passando dal controllo di Olivetti) basterebbero 800-900 miliardi. «E' un discorso aperto, un'opportunità che si può cogliere, ecco perché avevamo chiesto uno studio alla Morgan Stanley», confessa Confalonieri. «Con De Benedetti - aggiunge - non ne abbiamo parlato». Ma l'ipotesi resta valida, tutt'altro che archiviata. Come valida resta l'ultima opzione Mediaset: «Partecipare alla privatizzazione della Stet anche se - sospira Confalonieri - non credo che sia più vicina dopo l'annuncio di fusione Stet-Telecom». Armando Zeni Fedele Confalonieri
Luoghi citati: Lido Di Venezia, Montecarlo, Venezia
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