Sechi: «E' finita un'epoca» di Giuliano Ferrara
Continuerà a dirigere anche il suo quotidiano, «Il Foglio» Primo colloquio con Biagi Sechi: «E' finita un'epoca» Addio fatti separati dalle opinioni» Sedel fondatore «AdCHE volete che vi dica? Sono triste». Dalla sua casa veneziana, Lamberto Sechi, il fondatore di «Panorama» settimanale, l'inventore della sua formula di successo: «i fatti separati dalle opinioni», guarda più con melanconia che rabbia alla piega degli eventi di Segrate. E' finita un'epoca, direttore, come dice qualcuno a sinistra? «Per carità, non voglio fare il Pierino. Vede, io sono un vecchio crociano e sono fermamente convinto che esiste e va tutelata la libertà della proprietà. Sarà il pubblico a decidere se Berlusconi ha fatto bene a promuovere Ferrara...» Ma Ferrara gode di molta stima, come giornalista. E «Il Foglio» è molto apprezzato. Anche da lei? «Confesso la mia incompetenza. Non leggo "Il Foglio". Vede, quando mi trovo di fronte a un uomo che è stato comunista, socialista e infine amico di Berlusconi sento un profumo di autoritarismo...». Conosce Ferrara di persona? «Sì, ci siamo trovati ospiti nella stessa casa in Sardegna, per alcuni giorni. Ma non abbiamo fatto grandi discorsi, anche perché la pensiamo in marnerà opposta su quasi tutto. Lui teorizza che il vero giornalismo è quello fazioso. Io ho sempre cercato di comportarmi in un'altra maniera: io cerco di servire il pubblico, di offrirgli un prodotto onesto...». E questo «Panorama» come sarà? «Sarà più semplicemente un giornale più padronale. E questo non lo contesto affatto. E' normale. Mi arrabbierò soltanto se cercherà di far passare anche me, ad esempio, come un amico di Lucibello. Certo, Ferrara continuerà la sua campagna contro Mani Pulite». Al di là dei calcoli politici, Berlusconi fa un buon affare? Così il suo settimanale più prestigioso cambia pelle... «E chi lo sa? Le vie del mercato sono misteriose... Oggi quel settimanale è un grosso macchinone capace di macinare inchieste, notizie. E lo sarà ancora per chissà quanto tempo. Credo che queste caratteristiche siano destinate a durare ancora per chissà quanto tempo, e magari il pubblico premiere la nuova versione». L'assetto dell'editoria è di nuovo in movimento e cresce la destra. E sta cre¬ scendo la stampa di destra e di centro destra. E' d'accordo? «Senz'altro. Tutti i giornali locali, salvo quelli della catena Caracciolo, tendono a destra. Non è una novità, perché la stampa italiana è sempre stata padronale. Anch'io, del resto, ho cominciato al "Resto del Carlino" nel '48, quando il giornale era dominato dagli agrari. Per mia fortuna mi occupavo di cronaca». Le grandi firme lasceranno Panorama? «Non lo so». E la redazione? Quella di Panorama è sempre stata battagliera... «Penso che qualcuno abbia ancora voglia di fare un giornalismo sopra la mischia. Ma come si fa a rischiare il posto, con questi chiari di luna? Siamo una lobby ben misera». E che consigli vorrebbe dare ai suoi allievi a Segrate? «Fate il vostro mestiere con scrupolo e non dimenticate il nostro motto: voi avete molti amici, ma il giornale non è amico di nessuno. Però non me la sento di suggerire atti di eroismo ai colleghi. Vedete, io ho solo una moglie e un gatto, loro magari hanno famiglie più numerose», [u. b.] Continuerà a dirigere anche il suo quotidiano, «Il Foglio» Primo colloquio con Biagi A destra Lamberto Sechi, il fondatore del settimanale milanese Nella foto grande Giuliano Ferrara
Persone citate: Berlusconi, Biagi, Caracciolo, Lamberto Sechi, Lucibello, Sechi
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