Ferrara a «Panorama», è subito scontro di Giuliano Ferrara

ConÉalonieri: un'intelligenza superiore alla media. Parte dei colleghi: non dà garanzie di autonomia Ferrara a «Panorama», è subilo scontro ConÉalonieri: un'intelligenza superiore alla media. Parte dei colleghi: non dà garanzie di autonomia La redazione del settimanale si spacca sul nuovo direttore MILANO. «Lo confermo: il nuovo direttore è Giuliano Ferrara. E sarà lui a scegliersi la squadra». Così, senza fronzoli, Ernesto Mauri, responsabile dell'area periodici Mondadori, ha comunicato nel pomeriggio al comitato di redazione che sarà il fondatore del «Foglio», ex ministro del Polo e portavoce del premier Silvio Berlusconi, il nuovo direttore di «Panorama», l'ammiraglia della Mondadori, forte di una diffusione media di cinquecentocinquantamila copie. Ed è subito polemica anche se, reduce da una trasferta parigina, Ferrara cerca di non buttar benzina sul fuoco. «Prima di giovedì spiega - non parlo di Panorama. L'ho fatto da Parigi con un collega e mi son giocato così una decina di voti...». Eppure Ferrara, che resterà vicino come direttore editoriale alla sua creatura, «Il Foglio» («vendiamo 21.500 copie - assicura l'amministratore Sergio Scalpelli - e il pareggio si raggiunge a quota 13.500»), già lavora in vista di Segrate. La prima telefonata è stata per il collaboratore più illustre, Enzo Biagi, cui andrà a render omaggio subito dopo l'insediamento, giovedì prossimo. La sera prima, intanto, Andrea Monti licenzierà l'ultimo numero di «Panorama» della sua gestione, durata sei anni. Poi arriverà il ciclone Ferrara e, probabilmente, sarà subito battaglia, come lascia intendere il clima che si respira a Segrate. Già prima dell'incontro con la proprietà, quasi un record, l'assemblea dei redattori della testata si era spaccata sull'ipotesi di una direzione Ferrara: contro erano i giornalisti di Milano (solo 4 astenuti su 39); a favore, o comunque contrari a una sfiducia fondata su «valutazioni pregiudiziali» i romani (17 su 18). AMilano l'opposizio- ne perciò si annuncia dura: Ferrara, dicono gli oppositori, non darebbe garanzie di autonomia dato che «non più tardi di una settimana fa - si legge nella nota - scriveva che la libertà di stampa non è la libertà di scrivere contro chi paga il giornale, ma quella di rischiare per fare un giornale e pagare alla fine i suoi conti». E i redattori di «Panorama», infine, prendevano posizione anche contro l'assetto di vertice che, secondo le voci, dovrebbe completare la rivoluzione: la nomina a condirettori di Massimo Donelli, attuale direttore di «Epoca», e Pierluigi Battista, capo della redazione romana della «Stampa». Ma l'operazione Ferrara è ormai in dirittura d'arrivo. «E' un giornalista molto bravo, un'intelligenza superiore alla media», ha commentato Fedele Confalonieri, a Venezia per la prima convention di Mediaset. E, quando la notizia è stata annunciata dal palco, è esploso un applauso tra gli invitati tra i quali spiccavano Paolo Mieli, direttore del «Corriere della Sera», Enrico Mentana, responsabile del Tg5, e Michele Santoro, fresco acquisto di Meojaset. «Giuliano è un amico - si limita a commentare Giorgio Forattini, collaboratore illustre del magazine -. Un uomo intelligente, di parte. Meglio lui di tutti gli altri, anche perché i nomi circolati mi avevano un po' terrorizzato». E Forattini spende anche una parola per Monti. «In cinque anni - sottolinea - mai una contestazione, una censura. Mi aspettavo che, in questi giorni, la redazione lo aiutasse di più». Diversa l'opinione di Carlo Rognoni, direttore del settimanale dopo il lungo regno di Lamberto Sechi. «Nulla da eccepire - spiega il parlamentare del pds, vicepresidente del Senato - sull'intelligenza, la capacità o la verve creativa di Ferrara. Ma nessun dubbio nemmeno sulla sua conclamata faziosità, sui suoi pregiudizi di parte e sulla capacità da lui più volte dimostrata come portavoce di Berlusconi». Piccola pausa e all'ironia fa seguito un moto di rabbia: «E' un tremendo tradimento per Panorama e la sua storia». Facile prevedere che la risposta di Ferrara, da giovedì in poi, non si farà attendere. Anche se il due volte direttore rischia un'overdose di lavoro, tra «Foglio» e «Panorama». «Ce la farà - assicura Scalpelli -. Da noi è un grande ideatore e, nel pomeriggio, uno scrittore indefesso. A Panorama delegherà di più. Ma lui è un uomo di idee». A proposito, secondo lei, quale videocassetta vorrebbe offrire ai suoi lettori a mo' di presentazione? Scalpelli ci pensa un po' poi risponde così: «La Corazzata Potemkin, in ricordo del suo passato. Eppoi Monty Python, la summa della sua esperienza come ministro». Ugo Bertone