La macchina da soldi di Paolo Guzzanti

La macchina da soldi La macchina da soldi LA verità, nascosta dai quattro incontri-farsa che avevano riportato Mike Tyson al vertice dei pesi massimi nel mondo, è saltata crudamente fuori alla prima sfida con un avversario vero. «Iron Mike» non è più la terribile macchina da pugni che spazzava ogni rivale, prima di finire in galera. Gli anni di inattività lo hanno appesantito nel fisico ed ammorbidito nel temperamento. Ed è bastato uno sfidante più intelligente, tatticamente più abile ed atleticamente preparatissimo, per far capire che nel pugilato la forza bruta può anche non bastare. Sulla carta, giustamente, si nutrivano delle riserve sul valore attuale di Holyfield, per molto tempo lontano dal ring a causa di problemi cardiaci. Ma già i primi rounds del campionato del mondo versione Wba hanno fatto capire che l'efficienza fisica dello sfidante era completamente recuperata. E la superiore abilità schermistica, l'intelliegnza tattica e una velocità di esecuzione che Tyson non possiede più hanno preparato la clamorosa sorpresa. Per quattro-cinque riprese Holyfield ha negato a Tyson ogni spazio per mettere a segno colpi efficaci con le sue corte braccia. Lo ha progressivamente stancato e, dalla sesta ripresa in avanti, ha posto le basi per una affermazione che solo un colpaccio azzeccato da parte di Mike avrebbe potuto evitare. La fine di un mito? Senz'altro un ridimensionamento, Mike Tyson non è più invulnerabile, ecco tutto. Non è più una macchina da pugni, ma resta una macchina da dollari. Ad eccezione di Holyfield - e lo hanno dimostrato le altre due sfide dei massimi, con Akinwande vincitore per l'Ibf e Moorer per la Wbo - non ci sono sulla scena rivali validi. L'ex «Iron Mike» va in quarantena, ma avrà il tempo di riemergere tanto più che Holyfield, pur bravissimo, ha già 34 anni. In attesa di una rivincita comunque i vari Akinwande, Moorer eccetera sanno benissimo che una chance concessa a Mike vale milioni di dollari. Gianni Pignata americani autoconvocati davanti al televisore, mentre la cucina sfornava delizie casalinghe. Gli appassionati di boxe (non sono dei loro, ma ieri non si poteva mancare) sono partiti urlando a favore di Tyson - le ragazze più giovani specialmente, animate da uno strano contenzioso rovesciato - man mano hanno subito una mutazione: più Evander Holyfield sottraeva viti e bulloni al corpo del campione sacrificale, più cresceva fra il pubblico delle case e di Las Vegas la voglia di morte. I fans del perdente cambiavano bandiera seguendo un istinto di liberazione istintuale: ogni colpo di Evander era salutato come una rivelazione attesa della verità, del ritorno al principio di realtà. Evander il vescovo del ring, lo scavafosse, il tranquillo demolitore di macchine umane, stava comunicando con le sue legnate lineari ed euclidee la lieta novella: il colosso d'argilla e la sua colossale bugia venivano smascherati. Dunque l'incantesimo di Mike Tyson era finito e tornava il piacere della vita. Gli uomini con la lobbia e la giacca di seta rossa, le facce feroci da gangster da corpo di bai- 3 w ^ I CINQUE INCONTRI DOPO LA SCARCERAZIONE C ^ | 3 w DATA 19 AGOSTO'95 AVVERSARIO PETER Me NEELEY ESITO VITTORIA IN 1 minuto 6 29 COMPENSO 40MIUAR9! DATA 17 DICEMBRE'95 AVVERSARIO BUSTER MATHIS Jr. ESITO VinORIAIN8minuKe32 COMPENSO 35 MILIARDI DATA 16 MARZO'96 AVVERSARIO FRANK BRUNO ESITO VITTORIA IN 7 minuti COMPENSO 50 MILIARDI DATA 9SETTEMBRE '96 DATA 11NOVEMBRE'96 AWER5ARI0 BRUCE SELDON AWERSARK) EVANDER HOLYFIELD ESfTO OTC*IANlminutoe49" ESITO SCONHTTA AIL111° ROUND A LA PRIMA SCONFITTA DATA 11 FEBBRAIO '90 AVVERSARIO BUSTER DOUGLAS ESITO SCONFITTA ALI ROUND lo del circo dell'ex campione, sembrava che dovessero liquefarsi da un momento all'altro lasciando sul terreno i costumi di scena, i sigari da cento dollari e la loro albagìa. Con Tyson cadeva colpo dopo colpo un'intera montatura teatrale con imbragature, suggeritori, buttafuori e impresari. L'uomo piegava le ginocchia. Ed era l'uomo che picchiava le donne, che stuprava, il campione finito galeotto fra i galeotti, per tentare poi di capovolgere la clessidra del tempo. Ma ha trovato pane per i suoi denti. Le ultime battute, dall'ottava ripresa fino alla catastrofe dell'undicesima, seguivano ormai lo schema di una corrida micenea, l'uomo contro la bestia, l'animale allo sstremo: una tauromachia con Evander Holyfield nei panni di Teseo che va a distruggere il vecchio minotauro Mike Tyson in quella Creta nel deserto e nel neon che è Las Vegas, la più artificiale delle isole. Così è caduto un ex eroe, un mito riciclato. Non soltanto battuto, ma sputtanato. Entrato come un gigante, l'ex campione del mondo usciva come un nano ubriaco. E giustizia era fatta. Paolo Guzzanti Il vincitore, che invoca continuamente la fede a testimone dei suoi uppercut, è parso un giustiziere senza alcuna pietà

Luoghi citati: Las Vegas