Resa dei conti al cimitero: 13 morti

Commemoravano l'ex presidente dell'associazione ucciso nel 1994 in un attentato Commemoravano l'ex presidente dell'associazione ucciso nel 1994 in un attentato Resa dei conti al cimitero: 13 morti SmJ Bomba a Mosca alla cerimonia dei reduci «afghani» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Gli ambienti criminali moscoviti si fanno sempre più spietati e baldanzosi. Tredici persone sono state fatte a pezzi, letteralmente, nel cimitero periferico di Kotliakovskoe, mentre assistevano alla cerimonia commemorativa della morte - avvenuta due anni orsono - dell'allora presidente dell'Associazione Invalidi dell'Afghanistan, Mikhail Likhodei. Un altro centinaio di persone - i feriti sarebbero una trentina, alcuni in gravissime condizioni - sono state investite dall'esplosione di una carica che gli esperti stimano dai due ai cinque chili di tritolo. I tecnici della polizia hanno accertato che l'esplosione è stata comandata da un detonatore collegato via filo alla carica, che era stata deposta proprio sotto il tavolo attorno al quale gli amici e estimatori di Likhodei si erano riuniti per ricordarlo. Ironia della sorte e probabile spiegazione del mostruoso attentato - anche Likhodei era saltato in aria assieme a una guardia del corpo il 10 novembre 1994, schiacciando il pulsante dell'ascensore di casa. Probabilmente questo e quell'attentato fanno parte di una sanguinosa faida tra «afghani» per la gestione dei colossali profitti che le associazioni dei reduci hanno ottenuto dal presidente sotto forma di esenzioni doganali e fiscali nel commercio, e import-export di IL GENERALE SCOMODO MOSCA NOSTRO SERVIZIO Alexandr Ivanovich, lei oggi è stato alla Procura Generale. L'hanno interrogata? «Ho avuto un colloquio sulle cosiddette accuse lanciate contro di me dal ministro dell'Interno Kulikov. Come se i procuratori non avessero altro da fare...». Hanno aperto un'inchiesta? «No, ma ci stanno provando». Con quale imputazione? «Sa come si dice: basta che ci sia l'imputato, l'accusa non è un problema. Per ora la Procura sta solo cercando di capire quale reato ho commesso». Ma lo sanno tutti: ha organizzato un golpe strisciante e creato un'armata illegale. «Il documento pubblicato da Kulikov non è autentico, non c'è né una firma, né un timbro. E' soltanto una bozza e non sono io l'autore. Era una proposta di creare delle riserve nel ministero dell'Interno e nell'esercito. E' stata inviata ai professionisti dell'ente del signor Kulikov per una perizia il 21 agosto scorso. U 12 settembre, ho ricevuto un documento stupendo firmato dal capo dello Stato Maggiore Kolesnikov e dal comandante delle truppe dell'Interno Maslov. Mi hanno risposto che è una buona idea, ma che non ci sono soldi e quindi diventerà realistica solo alla fine del 1999. Dopo di che ho perso ogni interesse a discuterne con loro. In seguito tutto questo è stato presentato come il "Lebed assetato di potere"». Come ha reagito la Procura? «Come avrebbero dovuto reagire? Quando una cosa è stata imbastita alla svelta e si vede spuntare il filo bianco, si nota subito». Il licenziamento è stato per lei una sorpresa? «Contavo di resistere al potere per due mesi. Ho resistito per quattro. Ora ho diritto a chiedere la medaglia di "Eroe del lavoro socialista". Mi era perfettamente chiara la piega che stavano prendendo le cose, soprattutto nelle ultime settimane, quando loro hanno cominciato a tagliare una dopo l'altra senza alcun motivo le mie funzioni di segretario del Consiglio di sicurezza». Il suo viaggio à Tuia insieme al generale Korzhakov, ex capo delle guardie presidenziali, è stato l'ultima goccia? «Probabilmente. Io vado sempre all'attacco, non sono mai passa- tabacco, alcool e alimentari. Si tratta di centinaia di miliardi di lire, che in teoria sarebbero dovuti servire per alleviare i problemi dei reduci e che in realtà sono stati usati per fondare banche, comprare immobili o, più semplicemente, per essere esportati all'estero. Le organizzazioni mafiose si sono spesso servite proprio delle diverse associazioni degli «afghani» come copertura dei loro traffici. E le stesse associazioni «di beneficenza» si sono trasformate in organizzazioni mafiose o collegate alle mafie. Da cui l'altissima tensione, le decine di assassini avvenuti in questi anni, l'elevato livello criminale che circondava le attività semi-segrete di queste organizzazioni, a loro volta molto spesso patrocinate dalla polizia. Va ricordato che l'assalto alla Casa Bianca, nell'ottobre 1993, fu J S iniziato da un gruppo di sette mezzi blindati i cui equipaggi erano composti da reduci afghani, appositamente assoldati in qualità di mercenari perché aprissero il fuoco sulla gente che presidiava la sede del parlamento. Allora fu chiaro che gli afghani «restituivano il favore» degli sgravi fiscali, interrompendo per qualche giorno la pratica di ammazzarsi a vicenda nella lotta per spartirsi il bottino. Nell'esplosione, ieri mattina alle 11,35, hanno perso la vita, tra gli altri, la vedova di Likhodei e il successore di Likhodei alla testa della Fondazione, Serghei Trakhirov. Il fatto che la strage si sia consumata nel giorno della festa della milizia (appunto la polizia del ministero degli Interni) è apparso come una sfida diretta agli organi dello Stato. Al punto che ieri sera il capo del governo Cernomyrdin ha

Persone citate: Cernomyrdin, Kolesnikov, Korzhakov, Kulikov, Lebed, Maslov, Mikhail Likhodei

Luoghi citati: Afghanistan, Mosca