Quote latte, adesso rischia anche l'industria di Maurizio Tropeano

3 C Impossibile far entrare subito l'Italia nei parametri Ue. Servono misure graduali e azioni di sostegno Quote lotte, adesso rischia anche l'industria Pozzoli: «Pericoli per l'approvvigionamento e per la qualità» TORINO. «La forza complessiva del settore agroindustriale è solo una: sia la parte agricola sia quella industriale hanno un peso più o meno uguale. La vicenda delle quote latte rischia di indebolire i produttori agricoli e, di conseguenza, di far arretrare anche i trasformatori nazionali. Il rischio è che il mercato italiano diventi una terra di conquista per le industrie straniere, non solo come fornitrici di materie prime ma anche per le imprese di trasformazione». L'allarme lo lancia Riccardo Pozzoli, amministratore delegato della Centrale del Latte di Torino e presidente nazionale del gruppo merceologico dei latti alimentari dell'Assolatte. Ingegner Pozzoli, in che modo le imprese di trasformazione possono diventare «vittime» della vicenda quote latte? «Purtroppo sono anni che l'Ita- lia produce quantità di latte superiori a quelle fissate dall'Unione Europea. Riportare di colpo la produzione dentro gli standard comunitari senza prevedere particolari meccanismi di compensazione o di mobilità delle quote può avere un effetto devastante: molti produttori, incauti, che hanno oltrepassato i limiti imposti potrebbero essere costretti alla chiusura». E quali sarebbero le ripercussioni negative per l'industria? «In primo luogo una difficoltà di approvvigionamento sul mercato italiano ma soprattutto la rottura del ciclo della qualità che molte aziende hanno avviato. Cioè: allevamenti e stalle che rispondono ai requisiti di alta qualità. Senza modifiche rischiano di essere penalizzati proprio quei produttori che hanno una buona organizzazione di stalla. E non è finita». Altri problemi? «Le aziende sono state costrette ad entrare nel merito dei sostituti d'imposta. Tocca a noi versare le multe all'Anna. Il problema è che non sappiamo a chi dar retta. A noi non interessa quando l'Italia deve versare a Bruxelles ma quando i nostri produttori devono versare all'Arnia. I tempi sono scaduti. Bisogna che la situazione si chiarisca. Ad esempio: esistono o no i mutui agevolati per i produttori?». Ma a chi tocca intervenire? «A Roma, ma purtroppo 11 sono lontani dai problemi del Paese, non riescono o non vogliono valutare quello che sta capitando». Che cosa dovrebbero fare? «Non possono limitarsi a stare a guardare o al massimo a dire pagate e poi vedremo. C'è il rischio di vedere cadaveri. Dunque in attesa di una revisione globale delle quote latte non si può lasciare il settore allo sbando. Ci vuole chiarezza, Roma deve capire che servono gradualità e interventi di sostegno». Maurizio Tropeano Analisi alla Centrale del latte

Persone citate: Pozzoli, Riccardo Pozzoli

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Roma, Torino