«Italia vai avanti così l'Europa ora è vicina»

=1 LETTERA DA BONN «Italia vai avanti così l'Europa ora è vicina» NON è soltanto la comune storia europea ad unire italiani e tedeschi. C'è anche la comune convinzione di voler rimanere saldamente ancorati alla comunità delle democrazie occidentali, e di voler contribuire insieme a costruire un'Europa di pace. Dimentichiamo troppo spesso che negli ultimi decenni sono state proprio le relazioni italo-tedesche a produrre nuove, importanti iniziative che hanno favorito lo sviluppo dell'unità europea. Anche oggi esiste, fra i nostri due Paesi, una forte concordanza sui problemi europei più importanti, e per quanto riguarda la revisione del Trattato di Maastricht siamo d'accordo su quasi tutti i punti. Non soltanto per queste ragioni l'Italia è oggi uno dei principali partner della Germania: l'Europa non può rinunciare all'Italia, i cui cittadini contribuiscono, con la loro forte simpatia per l'idea europea, al compimento dell'unità d'Europa. L'Europa ha bisogno di un'Italia forte. Oggi l'Unione economica e monetaria si trova al centro del dibattito sull'integrazione europea: è molto importante che all'Unione partecipi il maggior numero di Paesi possibile, e fra loro anche l'Italia che - come ha sottolineato di recente a Roma il capogruppo Cdu/Csu al Bundestag, Wolfgang Schaeuble - deve far parte dell'«avanguardia europea». In Germania consideriamo con grande apprezzamento gli enormi sforzi che il governo Prodi sta facendo per raggiungere questa meta. Nonostante una serie di riforme importanti - come quella delle pensioni, del sistema sanitario, dell'amministrazione pubblica e, non ultima, della Costituzione - non siano ancora ultimate, si possono tuttavia riconoscere i primi frutti di quello che il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi ha definito, in una recente intervista alla Welt am Sonntag, «la cultura della stabilità». In Germania, la notizia che il disavanzo pubblico italiano sarà quasi dimezzato nel 1997 rispetto a quest'anno, e che questo mese l'inflazione ha raggiunto il livello più basso da 27 anni sono giudicati molto favorevolmente. Come del resto l'annuncio, dato dal ministro Ciampi, che il rientro della lira nel sistema monetario europeo sarà chiesto subito dopo l'approvazione della Finanziaria. I risparmi e le maggiori entrate per 62 mila miliardi di lire e mezzo previsti dalla finanziaria, sarebbero un altro passo decisivo verso la terza fase dell'Unione europea. Non dobbiamo dimenticare che saranno tutti i Capi di Stato e di governo, nella primavera del 1998, a decidere quali saranno i primi Paesi ad adottare l'Euro. Ciampi ha dunque perfettamente ragione, a sottolineare che prima che questa decisione sia presa, nessun Paese deve atteggiarsi ad «esaminatore delle posizioni degli altri», e non deve favorire speculazioni. Per noi è rassicurante vedere che l'Italia è sulla strada che conduce all'adempimento dei criteri di convergenza. Ha ragione ancora una volta il ministro Ciampi, quando sottolinea che l'Unione monetaria non deve essere rinviata, e che una moneta forte basata sui criteri di Maastricht è nell'interesse di tutti. Il grande europeo Alcide de Gasperi fu lungimirante, nel discorso che nel 1952 tenne ad Aquisgrana, la mia città natale, in occasione del conferimento del Premio Carlo Magno: «La nostra speranza», disse, «è che l'unificazione dell'Europa avvenga gradualmente, fino alla creazione di un mercato unico e di una moneta unica europea». Armin Laschet Relatore per l'Italia del gruppo Cdu/Csu al Bundestag nana /Csu ! stag I

Persone citate: Alcide De Gasperi, Armin Laschet, Carlo Azeglio Ciampi, Carlo Magno, Ciampi, Sonntag, Wolfgang Schaeuble