Zaire, l'Onu rinvia la partenza di Foto Reltter

Il Consiglio di Sicurezza ordina di «preparare» la forza multinazionale ma non fìssa date Il Consiglio di Sicurezza ordina di «preparare» la forza multinazionale ma non fìssa date Zaire, POnu rinvia la partenza Pronta la «Garibaldi», se il governo decide WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'Onu ha preso tempo. Una mozione votata la scorsa notte all'unanimità al Consiglio di Sicurezza dopo una brevissima riunione ha invitato a «cominciare il lavoro per la creazione di una forza multinazionale» per lo Zaire, ma, nello stesso tempo, ne ha rinviato il dispiegamento a una fase successiva. Perplessità americane sui dettagli della missione hanno imposto di posporre una decisione. D'altra parte, i veti incrociati dei governi e delle minoranze in lotta tra loro nella regione dei Grandi Laghi africani sulla composizione, sui compiti e sul dispiegamento della forza rendono in effetti una decisione in questo momento piuttosto complessa. Nella notte la «trojka» europea, con il Commissario per gli Aiuti umanitari Emma Bonino, è arrivata a Kinshasa per studiare la situazione, sempre più drammatica ogni ora che passa. Oltre un milione di rifugiati dal Ruanda e dal Burundi si trovano nello Zaire, ospiti di un governo ostile e circondato da guerrieri nemici, senza cibo né acqua. Si teme che il diffondersi di epidemie aumenti in forma esponenziale il numero già altissimo delle morti. La Francia è stata il primo Paese a offrire truppe per un contingente multinazionale della dimensione prevista di 4-5 mila uomini in tutto. Anche la Spagna, come la Francia, ha offerto 1000 uomini, e ieri il ministro della Difesa italiano, Beniamino Andreatta, ha detto che, nell'eventualità che l'Italia partecipi alla mis¬ sione, è già stato individuato il reparto adatto. Si tratta, secondo quanto ha indirettamente confermato il capo di stato maggiore della Difesa Bonifazio Incisa di Camerana, della Brigata Garibaldi. Ma le autorità militari italiane hanno osservato che spetta al governo, che non l'ha ancora fatto, prendere una decisione finale sulla missione. Il ministro Andreatta ha precisato che «un'eventuale operazione italiana in Africa deve avere un mandato, tempi e modalità di utilizzo ben definiti)). L'inviato americano all'Orni Karl Inderfurth, nell'esprimere il suo appoggio alla risoluzione adottata dal Consiglio di Sicurezza, ha sostenuto che «un'azione più preparata consentirà di congiungere due obiettivi: l'aiuto umanitario ai rifugiati e l'organizzazione di un loro ordinato rimpatrio». Gli americani sono chiara¬ mente preoccupati di ritrovarsi in una situazione simile a quella della Somalia, e vogliono dai governi e dalle minoranze segnali che indichino la via verso una possibile fine dell'emergenza. Le altre delegazioni diplomatiche all'Onu hanno osservato che, senza il ponte aereo americano, una missione diventerebbe impossibile. Il segretario generale dell'Orni Boutros Ghali ha tempo fino al 20 novembre per prendere una decisione finale. Ma, nel frattempo, il governo dello Zaire pone come condizione che gli aiuti vengano distribuiti in Ruanda e Burundi, cioè rimpatriando i profughi; e il governo tutsi del Ruanda, come i ribelli tutsi nello Zaire, non vogliono i francesi, che considerano amici degli hutu. Paolo Passarmi Un ribelle tutsi «banyamulenge» tiene indietro la folla dei profughi puntando loro addosso un mitra. L'immagine è stata ripresa presso un punto di distribuzione del cibo a Goma [foto reltter]

Persone citate: Andreatta, Beniamino Andreatta, Bonifazio Incisa, Boutros Ghali, Brigata Garibaldi, Camerana, Emma Bonino, Goma, Karl Inderfurth