Il Nord mediterraneo tende la mano a Tripoli di Andrea Di Robilant
Il portavoce delle Nazioni Unite «Adesso dovrebbero consegnarlo ai giudici del Tribunale dell'Aia» Palermo, i Paesi rivieraschi a convegno Il Nord mediterraneo tende la mano a Tripoli Gheddafi invitato al prossimo vertice Violante: ma non è un passo ufficiale PALERMO DAL NOSTRO INVIATO L'Europa del Sud apre a Gheddafi. I presidenti dei Parlamenti di Italia, Francia, Spagna e Grecia riuniti ieri al Palazzo dei Normanni per dare impulso al dialogo fra le due sponde del Mediterraneo hanno compiuto un primo passo verso Tripoli proponendo che alla loro prossima riunione sia «rappresentata» anche la Libia. Al Partenariato euromediterraneo lanciato l'anno scorso a Barcellona partecipano i 15 Paesi dell'Unione Europea e 12 Paesi della sponda Sud (Algeria, Marocco, Tunisia, Egitto, Siria, Libano, Giordania, Israele, Turchia, Cipro, Malta e Autorità palestinese). La Libia fu esclusa dal Partenariato dal veto imposto da Londra a causa del presunto legame del regime con l'attentato di Lockerbie del dicembre 1988, in cui persero la vita 258 persone. Alcuni Paesi europei, e in primo luogo l'Italia, sono favorevoli ad una prudente apertura alla Libia, ma a livello europeo i rapporti restano congelati. E i governi non sono ancora pronti a sbloccare la situazione integrando la Libia nel «processo di Barcellona». Il minivertice di ieri, al quale hanno partecipato il presidente della Camera Luciano Violante, il presidente dell'Assemblea nazionale francese Philippe Séguin, il presidente della Camera greca Apostolos Kaklamanis e il presidente della Camera spagnolo Federico Trillo-Figueroa, ha dunque offerto un primo assaggio di «diplomazia parlamentare» europea. Ed ha messo in luce le possibili virtù di questa nascente diplomazia, soprattutto attorno a questioni molto delicate sulle quali i governi faticano a far progressi. L'invito rivolto a Tripoli rimane comunque molto indiretto nella forma. In sostanza Violante ha spiegato che a maggio i presidenti dei Parlamenti dell'Ue si riuniranno ad Atene con i presidenti dei Parlamenti dei 12 Paesi della sponda Sud e in quell'occasione sarà espressamente invitato anche il presidente dell'Assemblea interparlamentare dell'Unione del Maghreb arabo (Urna), di cui fa parte anche la Libia. «Certo, non è un invito formale ha detto Philippe Séguin - ma piuttosto un'apertura nel quadro di Barcellona. Del resto il nostro compito può solo limitarsi a preparare il terreno per decisioni che spettano ai governi. In questo senso siamo un po' come quella squadra di ping-pong americana che si recò in Cina quando non c'erano ancora rapporti diplomatici tra Washington e Pechino». Apostolos Kaklamanis, il presidente della Camera greca: «Vogliamo dare la possibilità (alla Libia, ndr) di essere rappresentata alla riunione di Atene perché siamo contro una logica dell'esclusione specie quando questa logica esprime obiettivi di parte». I quattro presidenti sono stati così cauti neÙ'evitare di sconfinare in un terreno che rimane comunque prerogativa dei governi che non hanno mai pronunciato la parola «Libia» nel corso della conferenza stampa, preferendo ricorrere ad eufemismi tipo: «Quel Paese di cui si sta parlando». Lo stesso Violante ha tenuto a sottolineare che «non si tratta di un passo ufficiale» né di un'azione in concorrenza con quella dei governi, bensì «complementare». Ed ha aggiunto: «L'Europa ha bisogno di pensieri strategici, non tattici. Per questo è importante che tutti i soggetti cooperino». Andrea di Robilant
Persone citate: Federico Trillo, Figueroa, Gheddafi, Luciano Violante, Philippe Séguin, Tripoli Gheddafi
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