Se va in onda «Quelli che la politica...» di Massimo Gramellini

Poche immagini della manifestazione e il pomeriggio in diretta diventa un talk show nel quale trionfano soltanto le chiacchiere Poche immagini della manifestazione e il pomeriggio in diretta diventa un talk show nel quale trionfano soltanto le chiacchiere Se va in onda «Quelli che la politica...» L. ROMA UOMO politico Silvio Berlusconi può anche aver torto a ululare contro la telecronaca del «Polo-day» mandata in onda ieri pomeriggio dalla Terza Rete Rai. Ma l'uomo di televisione Silvio Berlusconi ha sicuramente ragione. La «diretta» del Tg3 non era faziosa. Semplicemente non era tv. Mancava una cosina da niente: le immagini. Al loro posto, chiacchiere. Di parte, non di parte, ma sempre chiacchiere. Come se durante un incontro della nazionale andasse in onda il «Processo del lunedì». Avete presente la Cnn? L'opposto. Un altro episodio di quel tele-salottume permanente che ha trasformato tutta la tv italiana, telegiornali compresi, in un clone malriuscito del «Costanzo show». Restava un'isola incontaminata: i grandi eventi dal vivo. Coppe del mondo, festival, cortei. Addio, ridotti anch'essi a pretesti per nuovi salotti. Il mo- dello è «Quelli che il calcio», dove invece della partita ti fanno vedere le persone che la guardano. Ieri il Tg3 di Lucia Annunziata ha mandato in onda una puntata speciale di «Quelli che la politica», con Bianca Berlinguer nella parte di Fabio Fazio quando la Sampdoria prende un gol, Giulio Anselmi al posto del serioso statistico Alfredo Giuseppe Maria, Mannoni nei panni di Suor Paola e Mimmo Liguoro, un'autentica rivelazione, in quelli di Idris. C'era anche un fantastico «Everardo», lo stranito Ettore Guastalla, che si infilava nel corteo per chiedere alla gente: «Permette, lei sta manifestando?». Il tema della puntata: «Tasse, ancora tasse, sempre tasse: siamo vergini o democristiani?». In studio Rosy Bindi e Roberto For¬ migoni. La trasmissione comincia alle cinque, quando Berlusconi e Fini prendono la testa del corteo. Essendo questa la notizia, non la fanno vedere. Collegamento invece con la tribuna d'onore: qui si sta consumando la catarsi esistenziale di Maurizio Mannoni. Dopo aver solcato per conto di Santoro decine di piazze dove il manifestante più a destra aveva la t-shirt di Che Guevara, il prode «Mann» sta scoprendo in diretta, dal vivo, la folla moderata. E' un amore travolgente, che vince da subito le ultime resistenze:.«In effetti la manifestazione si annuncia importante...». Berlusconi a quest'ora è già in via Merulana con un altro mezzo milioncino di persone, ma le telecamere hanno altro da fare. Per esempio coilegarsi con Mimmo Liguoro, a Napoli, per la contromarcia di Rifondazione. Liguoro è quel signore distinto e occhialuto che con doppiopetto e valigetta passerebbe senza problemi per un venditore di Publitalia. Ma proprio come Mannoni, il contatto col «diverso da sé» lo ha trasformato. «H lungomare di Napcli è pieno di bandiere rosse!», an¬ nuncia rapito. «Un colpo d'occhio stupendo!». Lo interrompono mentre tenta di far concorrenza a Goethe sul suo stesso lungomare, definendo la marcia di Bertinotti «chilometri gioiosi». Chissà dov'è adesso Berlusconi. In compenso sappiamo dov'è Rosy Bindi. Nello studio di «Quelli che la politica» che dichiara: «Manifestare fa bene alla salute». Parola di ministro della Sanità. A questo punto Fazio avrebbe detto: «Battuta!», come fa dopo una freddura di Carlo Sassi. Bianca Berlinguer è un po' meno pronta, ma suppliscono dalla regia, mandando in onda un servizio di alta comicità. Si vede il polista Meluzzi che dice: «Oggi in piazza non c'è la destra, ma il Paese» e subito l'abile montaggio propone un gruppo di rautiani che sfila al grido di «Faccetta nera». Nessuno, naturalmente, può pensare che il Tg3 lo abbia fatto apposta, per deformare il vero senso della manifestazione. Nessuno lo penserebbe, infatti, se non fosse che Rosy Bindi ci si tuffa dentro a piedi uniti. «Vedete, cantano ancora Faccetta nera». In realtà cantano «Chi non salta comunista è». Non è proprio la stessa cosa. Per ulteriori informazioni chiedere a Mannoni, che ha perso ogni remora e sta flirtando sul palco con Gasparri: «Non vi sentiamo più, qui c'è un tifo da stadio!». Attenzione: sono le 17,53. Prova di immagine subliminale: per sette secondi sui teleschermi di tutta Italia appaiono Fini e Berlusconi in marcia. Visti? Bene, basta così. «Problemi tecnici», chiosa Bianca, che si scusa per l'interruzione e ricomincia il talk-show. Mannoni, senza voce, insorge: «Parliamo piuttosto della manifestazione! Centinaia di migliaia!». Liguoro, il compagno Liguoro, non può sopportare un simile sopruso: «Qui a Napoli c'è un vero e proprio boato per Bertinotti!». E avanti con altre chiacchiere. Finché Berlusconi si arrabbia. Ma dovrebbe farlo anche col suo «Studio Aperto», che annuncia per tre volte delle immagini che non arrivano mai. Deve essere un virus Finalmente tocca a Fede. Fazioso. Betorico. Manipolatore del consenso. Ma, vivaddio, giornalista televisivo: uno che fa parlare (e straparlare) le immagini. Le stesse che poi scorreranno nel Tg5 di Mentana e nel Tgl di Sorgi. Incredibile: c'era un sacco di gente ieri per le strade di Roma. C'era persino Berlusconi. Non ce n'eravamo ancora accorti. Massimo Gramellini La Berlinguer come Fabio Fazio mentre Mannoni «diventa» Suor Paola

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