Emergenza Mediterraneo, summit dei 4 presidenti
Emergenza Mediterraneo, summit dei 4 presidenti Emergenza Mediterraneo, summit dei 4 presidenti In agenda: sicurezza, diritti umani, sviluppo economico, lotta alla criminalità, al razzismo e alla xenofobia Oggi Violante apre i lavori. Via libera dal Polo. Martino: idea ottima ROMA DALLA REDAZIONE L'emergenza Mediterraneo mobilita anche i parlamenti. Oggi a Palermo Luciano Violante terrà a battesimo la prima riunione tra presidenti dei Parlamenti di Paesi dell'Europa meridionale nell'ambito del Dialogo euro-mediterraneo lanciato a Barcellona un anno fa. Al Palazzo dei Normanni, sede dei colloqui, saranno presenti anche il presidente dell'Assemblea nazionale francese Philippe Séguin, il presidente della Camera greca Apostolos Kaklamanis e il presidente della Camera dei deputati spagnola Federico TrilloFigueroa Martinez-Conde. Finora il Dialogo euro-mediterraneo, cui partecipano i quindici Paesi della Ue e dodici Paesi della sponda Sud del Mediterraneo (Algeria, Marocco, Tunisia, Egitto, Siria, Libano, Giordania, Israele, Turchia, Cipro, Malta e Autorità palestinese) si era svolto a livello di governi. Ma la Dichiarazione di Barcellona prevedeva esplicitamente di «incoraggiare contatti a livello parlamentare». Così Violante e i suoi tre colleglli hanno deciso di dare visibilità a questi contatti impegnando le rispettive Camere al più alto livello. L'iniziativa ha comunque la benedizione dell'esecutivo. «Il dialogo parlamentare è destinato a fornire un contributo crescente all'integrazione e alla promozione socio-economica dell'area mediterranea», sostiene il ministro degli Esteri Lamberto Dini. Tra i temi in agenda oggi: sicurezza, diritti umani, sviluppo economico, lotta alla criminalità organizzata, lotta al razzismo e alla xenofobia. Dini: «E' importante che a Palermo emergano orientamenti concreti sulle linee prioritarie da seguire». Via libera all'iniziativa anche dal Polo. «L'idea di coinvolgere i parlamenti mi sembra ottima», dice l'ex ministro degli Esteri Antonio Martino. «Ora bisogna cercare di istituzionalizzare il loro ruolo». L'impressione di Martino e altri parlamentari è che se il Dialogo euro-mediterraneo rimane li¬ mitato ai governi, i Paesi della sponda Sud rischiano di essere emarginati da una Unione europea sempre più proiettata verso Est. Non solo: una partecipazione istituzionale dei parlamenti potrebbe contribuire a neutralizzare quei contrasti a volte insanabili che si creano tra governi e che impediscono un'apertura effettiva dei rispettivi mercati. «Prendiamo per esempio la politica agricola comune dell'Unione europea», dice Martino. «Per aiutare i Paesi della sponda Sud a trovare sbocchi per i loro prodotti agricoli sui nostri mercati è necessaria una radicale riforma della Pac. Ma i governi non sono capaci di modificare la Pac perché subiscono le fortissime pressioni della lobby agricola europea. Nei parlamenti, invece, dove gli interessi sono molto più diffusi, è più facile arrivare a compromessi». Il presidente della Camera Luciano Violante
Persone citate: Antonio Martino, Conde, Dini, Lamberto Dini, Luciano Violante, Martinez
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