Scalfaro ai giudici: basta con le liti di Carlo Federico Grosso

Scalfaro ai giudici: basta eoa le liti Scalfaro ai giudici: basta eoa le liti Monito del Presidente, troppe intercettazioni Il discorso dopo reiezione del vicepresidente. Berlusconi all'attacco: Csm targato pds ROMA. «Senza la difesa dei diritti del cittadino, lo Stato di diritto non nasce nemmeno». Oscar Luigi Scalfaro, seduto alla presidenza del Consiglio superiore della magistratura nella sua veste più solenne, dopo l'elezione a vicepresidente del professor Carlo Federico Grosso 59 anni, torinese, docente universitario, di area pidiessina - prende la parola. Vuole parlare dei mali della giustizia. Premette: «Avrei da confidare qualche piccolo stato d'animo». Sembra preludere a un discorso soft. Invece sarà durissimo. Anche il presidente Scalfaro è stato attonito osservatore, nelle ultime settimane, dello stillicidio di indiscrezioni, delle violazioni al segreto istruttorio, delle intercettazioni pubblicate a brani, e delle aspre polemiche tra uffici giudiziari. Non nasconde la sua irritazione: «Oggi abbiamo una pioggia di intercettazioni telefoniche. Non dubito della loro legittimità, ma non può essere un fatto normale. Non credo che i principi generali della Costituzione siano d'accordo con questi eccessi». Insomma, Scalfaro ritiene addirittura incostituzionale l'abuso delle intercettazioni. Quando poi se ne fa un uso sapiente sui giornali, allora è troppo. «Che escano notizie è grave. E' un'infrazione al segreto istruttorio e, cosa ancor più grave, al diritto alla privacy. Ma è incredibile che escano con il contagocce!». Ma c'è anche un secondo problema che lo lascia stupefatto: la conflittualità tra uffici giudiziari. «Il cittadino che legge i giornali e guarda la tv, da fuori vede una dialettica... In realtà si vedono posizioni di contrasto tra procure e posizioni di contrasto tra magistrati». E' una brutta novità, la conflittualità tra giudici, che già lascia intravedere le macerie dello Stato di diritto. «In passato abbiamo avuto contrasti tra magistratura e mondo politico. Oggi è accentuata una posizione non positiva tra magistrati. L'urto con i politici può essere di carattere personale ma anche di impostazione generale. La dialettica fra gli uffici giudiziari sembra essere un contrasto tra le persone». Il Presidente - ricorda - è già intervenuto a proposito dei conflitti .con la politica. Oggi si vede costretto a prendere posizione, e richiamare i giudici «Rendo un grazie all'incredibile opera dei magistrati che lavorano in silenzio!» - da guerre personali o d'ufficio che lasciano sconcertati i cittadini. «Il magistrato si deve preoccupare di rispondere anche di quello che il cittadino vede». Sì, adesso basta - dice Scalfaro - perché altrimenti, continuando sulla via del conflitto, «quale sicurezza rimane al cittadino?». Ma oltre agli abusi nelle intercettazioni, che Scalfaro denuncia, ci sono gli abusi nelle carcerazioni preventive. Un argomento che il Quirinale aveva già affrontato in passato. «Non ho cambiato parere. C'è stato qualche eccesso». Che non si pensi, però, dopo questo suo discorso critico, che Scalfaro abbia rotto con la magistratura. Anzi. Resta il merito del lavoro «compiuto dalla magistratura in una situazio¬ ne gravissima di degenerazione della politica». Sullo sfondo, si agita il fantasma di una grande riforma della magistratura. Ecco il senso dell'appello di Scalfaro ai giudici. «Perché le distinzioni non diventino divisioni». Le reazioni non si sono fatte at¬ tendere. Romano Prodi esprime un sostegno incondizionato «perchè mettono giustamente in rilievo la grandezza e l'importanza, ma anche gli obblighi, i limiti e i doveri della professione di magistrato». «Una denuncia fondata e motivata ha commentato il presidente di An Gianfranco Fini - Mi augiu-o che seguano comportamenti coerenti da parte del legislatore ma soprattutto dal Csm». Scettica invece Tiziana Parenti, deputata di Fi, ex presidente della commissione Antimafia: «In questa riscoperta dell'acqua calda, fra la retorica e lo scontato, c'è anche l'ipotesi di una normalizzazione un po' strana». L'intervento di Scalfaro? «Ottimo, coraggioso e tempestivo», secondo il presidente della commissione Giustizia della Camera Giuliano Pisapia. Dal fronte dei giudici, interviene Gerardo D'Ambrosio: «Sulle intercettazioni non ce la possiamo cavare con un appello alla deontologia dei magistrati. Bisogna cambiare le regole. Se no ci potrà sempre essere un pm che insieme allo intercettazioni utili deposita anche quelle che dovrebbero stare fuori dal processo. Accusa e difesa dovrebbero decidere insieme cosa distruggere e cosa allegare al processo»; Francesco Grignetti Il plenum del Csm. Sotto: Carlo Federico Grosso

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