Grandi tele e colori violenti tra espressionismo e fumetto

VACCHETTI CAMBIA STILE VACCHETTI CAMBIA STILE Grandi tele e colori violenti tra espressionismo e fumetto rizza questi suoi ultimi lavori, i cui soggetti sono parafrasi di miti greci rivisitati e ribaltati nel contemporaneo, intrecciando il Die Brucke con Dylan Dog, l'espressionismo tedesco e la migliore scuola italiana dell'illustrazione da fumetto. Questa ricerca di Vacchetti sembra nascere dalla constatazione dell'esistenza anche nell'ambito delle arti visive della stessa dicotomia che c'è tra la cosiddetta musica colta e quella extracolta. Coraggioso quindi il tentativo di raccordare linguaggi e tematiche tra di loro in apparenza non coniugabili. Su questa strada si sono già spinti con modi ed esiti diversi numerosi artisti torinesi, da Pusole a De Paris, da Galliano a Pisano, nell'ambito di quella corrente definita Medialìsta, appunto perché s'ispira ai nuovi media, al cinema, alla televisione, ai cartoon, alla grafica pubblicitaria. E' questo uno dei punti salienti del dialogo tra Alessandro Baricco e Marco Vacchetti che fa da introduzione al catalogo della mostra. Baricco afferma: «Benché io sia molto più consapevole di ciò che è successo nella musica che non nelle arti figurative, certamente l'impressione di superficie è esattamente la stessa. Anche a me sembra che le immagini del moderno, le icone del moderno non siano nelle mostre d'arte contemporanea, come non lo sono più nei concerti di musica contemporanea, ma altrove...». Vacchetti con la sua pittura vuole incontrare l'altrove. Marco Vacchetti Galleria Alberto Peola via della Rocca 29 Orario: mar.-sab. 15,30-19,30 Fino al 31 novembre