RISCOPERTE

RISCOPERTE RISCOPERTE YAMBO IL MULTIMEDIALE In mostra disegni e scritti dell'autore di «Ciuffettino» de» (1902) al «Viaggio al centro dell'Universo Invisibile» (1919) tirava via un po' di brutto, mentre la sua mano, che si muoveva agilmente tra Liberty e Déco, era inventivamente quasi prodigiosa. Accanto a «Capitan Fanfara» (1904), spericolato e avventuroso giro del mondo in automobile, la sua opera più nota è «Ciuffettino» (1902), un simil-Pinocchio poi trasferito in fumetto da Yambo medesimo. Amico di Trilussa, co-fondatore del «Travaso delle Idee», periodico umoristico di grande successo, nel 1919 aveva dato vita al famoso Teatro dei Burattini, portato in giro in buona parte d'Europa. Fece il suo apprendistato giornalistico a Milano e a Roma e per «La Nazione» di Firenze fu corrispondente di guerra durante il primo conflitto mondiale, diventando nei primi Anni Quaranta direttore del quotidiano fiorentino della sera «Il Nuovo Giornale». A un dipresso, il prolifico Yambo ha scritto almeno una novantina di romanzi, oltre ad opere teatrali, con una puntata anche nel cinema, in veste di regista, sceneggiatore e interprete. Ma il film, «Fiorenza mia» (1914), non si segnalò per particolari meriti. Splendono ancora invece i suoi invasati e terremotati disegni, dal fascino sconcertante, espressione di sogni complessi e non dozzinali che avrebbero incuriosito il dottor Freud. Resta, insomma, di Yambo, il grande «puparo» della matita, il ricordo (morì a Firenze, nel dicembre del 1943) di un uomo che oggi definiremmo multimediale. Carlo Della Corte L'INDUSTRIA DEL CROMINE Il rapporto tra crimine economico e criminalità organizzata è il tema centrale dello studio che Vincenzo Ruggero, professore di Criminologia e di Studi Sociali alla Middlesex University di Londra, sviluppa nel suo «Economie sporche. L'impresa oiminale in Europa» edito da Bollati Boringhieri. Come e in quale misura, in Europa e nel mondo, economie legittime e criminaM si scambiano servizi? E che cosa costituisce la criminalità degli affari? L'autore, uno dei maggiori studiosi dell'imprenditoria criminale, in particolare di quella legata alla traffico degli stupefacenti, tenta un'analisi congiunta dei due tipi di comportamento criminale, raccontando 24 casi esemplari - dall'evasione fiscale in Finlandia al riciclaccio di denaro sporco delle banche svizzere - e concludendo con la provocatoria affermazione secondo la quale «oggi è la ricchezza, più che la povertà, ad essere causa del crimine» e «il crimine dei potenti non è causato dall'ingordigia, ma dalla ricchezza di opportunità». Il volume sarà discusso, alla presenza dell'autore, il 4 novembre alle 21, alla Sala dell'Antico Macello di Po, in via Matteo Pescatore 7, in un incontro cui parteciperanno Arnaldo Bagnasco, Rinaldo Bontempi, Giancarlo Caselli (nella foto) e Amedeo COttino. Organizzano, con la casa editrice, l'Istituto Gramsci e la Libreria Torre di Abele, [i. a.] ACCADEMIA E LIBERTA' AL CENTRO PANNUNZIO Trent'anni di accademismo. Ma nel senso buono, s'intende: l'accademismo di Mario Pannunzio, quasi mai disatteso dai suoi continuatori, è qualcosa che i soci del Centro a lui intitolato, quando entrano nella sede di via Maria Vittoria 35h (telefono 812.30.23), annusano più come un profumo di libertà, anziché avvertire il senso di oscura oppressione, che spesso turba i frequentatori di spazi culturali. Anche perché, specialmente negli ultimi due anni, forti di un rinnovato appoggio delle istituzioni, gli animatori del Centro Pannunzio hanno ritrovato un pubblico attento. Merito anche del mutato clima politico nazionale: scomparsi molti punti di riferimento abituali, almeno per i laici, il Pannunzio abilmente ha lavorato per costruire attività che interessassero proprio questo tipo di ascoltatori. La nuova stagione-in abbonamento, come sempre: per i soci aderenti al prezzo di 130 mila lire annue, per i soci ordinari a 360 mila conferma, se ce ne fosse bisogno, questa tendenza: è previsto un convegno su «Bipolarismo e diaspora dei laici», a cui interverranno Adolfo Battaglia, Furio Colombo, Paolo Ungari e Valerio Zanone; verrà a parlare della rivolta d'Ungheria, a quarant'anni dai fatti di Budapest, Antonio Giolitti; è allo studio un ciclo di sette lezioni dal titolo «Dalla liberazione alla Costituzione repubblicana» in occasione del cinquantesimo anniversario della proclamazione della Repubblica,e dell'Assem¬ blea Costituente. Il vero evento sarà comunque, il 16 novembre, il festeggiamento dei novant'anni di Mario Soldati, presidente onorario del Centro (nella foto). In data da definire si terranno inoltre quattro incontri dedicati ai «Maitre-à-penser ritrovati»: Benda, Pareto, Popper, Weber. Restano ancora poco precisati i partecipanti a due convegni che si prestano a numerose considerazioni: «I nuovi scrittori: un dannunzianesimo di ritorno» e «Da Omero a De Gregori: l'oralità della poesia». Il primo, non indicando né i soggetti dell'indagine (chi sono i nuovi scrittori? I minimalisti degli Anni Ottanta, i romanzieri degli Anni Novanta, la nuova generazione «pulp»?) né chiarendo se il termine «dannunzianesimo» sia positivo o negativo, limitato alla sfera della scrittura o esteso alla vita pubblica degli scrittori, rimane ancora di valore oscuro. Il secondo fa appello a un celebre libro di Walter Ong, gesuita studioso dei linguaggi di massa, che nel volume «Oralità e scrittura» (edito in Italia da II Mulino) ci ricorda come la trasmissione della poesia sia un fenomeno perlopiù legato alla voce, e in qualche modo sconvolto dalla forza della scrittura. L'oralità di ritorno del nostro secolo è stata certo acuita dalla forza di alcuni movimenti culturali, tra i quali si deve annoverare la musica pop; quale sarà il futuro della scrittura è dunque incerto. Infine, continuano al Pannunzio i corsi di aggiornamento per gli insegnanti e quelli aperti a tutti, dedicati a Psicologia, Storia dell'arte, Antiquariato e Storia della musica.