«Offrono aiuti e soldi all'esercito di Allah» di Francesco Grignetti

IL PERICOLO «Offrono aiuti e soldi all'esercito eli Allah» IL PERICOLO TARGATO MEZZALUNA IROMA L nome «Operazione rete», in arabo «Shabka», è stato scelto personalmente da Carlo Ferrigno, il direttore dell'Ucigos. Spiega: «Siamo partiti osservando alcuni elementari dati di fatto e di qui abbiamo potuto dipanare la rete». Una rete di sostegno a terroristi algerini, appunto. Dottor Ferrigno, come avete fatto? Come avere scovato questa rete terroristica? «Studiando un'indagine dell'anno scorso. A Milano, presso l'istituto islamico, avevamo individuato contatti tra alcuni algerini che soggiornavano in Italia e i vertici dell'istituto. In quell'occasione avevamo arrestato dei tunisini che facevano parte di tutt'altra cellula. Abbiamo insistito». E così avete trovato una cellula simile a Torino, a San Salvarlo. «Sì, ma non solo a Torino. Anche a Milano. E altrove. Abbiamo scoperto ima rete di collegamenti in giro per l'Italia. Tutti cittadini stranieri, collegati a cellule islamiche algerine. Il reato ipotizzato è l'associazione a delinquere finalizzata a traffico di armi e documenti falsi». E avete trovato anche gli autori dell'attentato alla metropolitana di Parigi? «Diciamo che collegamenti ne abbiamo trovati. Cose molto interessanti. Ma la collaborazione che abbiamo con molti organismi investigativi europei, oltre a mostrare collegamenti tra alcuni degli arrestati e soggetti inquisiti per la catena sanguinosa di attentati in Francia, ha svelato soprattutto l'omogeneità che caratterizza i loro comportamenti criminali». Ma concretamente cosa fanno, secondo le vostre indagini, questi gruppi islamici in Italia? «Non sono solo gruppi mirati al supporto logistico per la lotta armata. Procurano documenti, assistenza, domicilio, e idonei canali di finanziamento». Insomma, dottor Ferrigno, intende dire che l'Italia è diventata la retrovia della guerra civile algerina? «Tirate voi le conclusioni. Considerate però gli arresti degli ultimi tempi. C'è stata un'operazione dei carabinieri, a Napoli, che riguardava gli islamici algerini. L'altra operazione nostra, a Milano, contro i tunisini. E poi la posizione geografica dell'Italia. Che passino di qui, è accertato». Consideriamo poi i flussi di immigrazione, clandestina e no. E' tra gli extracomunitari dei Paesi arabi che ave¬ te indagato, vero? «E' stato l'aspetto più complesso: scandagliare un ambiente che è assolutamente impermeabile. All'interno del quale, però, abbiamo individuato ruoli e responsabilità ben precise. E' indispensabile non generalizzare mai. Ma occorre individuare quei soggetti che, strumentalizzando processi politici e ideologici, anche con valenza religiosa, ili concreto organizzano dei sodalizi criminali». Contatti con i servizi di sicurezza algerini? «No, con loro no. Ma con francesi, tedeschi e inglesi. Guardi, ormai questo fenomeno del terrorismo è transnazionale. L'attentato in un Paese può essere progettato in un altro Paese e realizzato da soggetti che vengono da un terzo». Francesco Grignetti Ferrigno dell'Ucigos: Il nostro Paese retrovia della battaglia algerina Carlo Ferrigno

Persone citate: Carlo Ferrigno, Ferrigno