Il Gobbo ha la scorta per paura dei pirati

A Parigi il film che l'Italia vedrà il 6 dicembre A Parigi il film che l'Italia vedrà il 6 dicembre Il Gobbo ha la scorta per paura dei pirati PARIGI DAL NOSTRO INVIATO La Disney ci tiene molto: a non rivelare i costi esatti delle sue produzioni; a descrivere come idilliaca la collaborazione franco-americana di cui è frutto l'ultimo prodotto, «Il Gobbo di Notre-Dame», che uscirà in Italia il 6 dicembre. Ci hanno lavorato per quattro anni 620 persone, 500 in America e 120 in Francia, il costo è sui 40 milioni di dollari, 60 miliardi di lire. In queste cifre è compreso tutto, anche il lancio promozionale, il gigantesco marketing che sta tradizionalmente intorno ai film Disney, il treno con le scenografie e i personaggi del «Gobbo» che oggi e domani è a Torino (dopo aver già girato una bella fetta d'Europa), per portarsi poi a Genova, Firenze, Roma, Napoli, Bologna, Verona, Padova, Milano. Il film da circa 40 milioni di dollari ne ha già incassati, solo in America e Canada, 100 ed è andato meno bene di altri; «Pocahontas», l'anno scorso a quest'epoca si era già messo da parte il suo gruzzoletto di 140 milioni di dollari. Ma quella era una storia tutta americana, mentre questa è imbevuta di vecchia Europa, di Victor Hugo e del gotico francese, delle incisioni di Gustav Dorè e dei personaggi di Bruegel. Che cosa succede tra l'America e l'Europa? Quello che succedeva tra la Roma e la Grecia quando «la Grecia conquistata conquistava il terribile vincitore»? Di fatto la Disney di Parigi è diventata un centro di produzione completo, sia pure dipendente dal Grande Fratello americano. Kirk Wise e Gary Trousdale, i due registi, dicono che ormai in America mancano i talenti. Loro ne stanno cercando in tutto il mondo, e a Parigi hanno trovato un terreno particolarmente fertile, sia dal punto di vista culturale, sia dal punto di vista tecnico, poiché nel vecchio ma ancora utile Continente la Francia è all'avanguardia nell'uso del computer. Quello che i francesi, con il loro impermeabile sciovinismo linguistico, continuano a definire «ordinateur». Ormai l'«ordinateur», con la sua grafica, ha nelle produzioni cinematografiche un ruolo fondamentale: eppure tutto il giovane apparato della Disney insiste molto sulla valenza artistica, manualmente artistica, del «Gobbo», dal disegno minuzioso, prima grezzo, poi sempre più raffinato dei personaggi, alla rea¬ lizzazione dei fondali. Proprio i fondali costituiscono l'ultima frontiera del cartone artigianale, perché sono ancora tutti dipinti a mano, mentre i protagonisti vengono disegnati e poi dipinti al computer e le scene d'insieme sono realizzate al computer. Ma in mezzo a queste meraviglie elettroniche l'intera, rigida struttura piramidale della Disney, dai registi ai responsabili dei settori, il direttore artistico, quello dei fondali, quello degli effetti speciali, sostengono che i progetti cui lavorano e hanno lavorato sono soprattutto artistici. A maggior ragione qui, «per l'aria d'Europa che si respira nel film». La collaborazione fisica, materiale, tra America e Francia, avveniva poi attraverso continui video-appuntamenti via satellite. «Che non era come telefonarsi - ricorda Wise - ma molto meglio: ogni idea disegnata si poteva immediatamente sottoporre ad un confronto reciproco». Se gli chiedi come hanno lavorato tra satelliti, fusi orari, lingua, disegni che andavano e venivano via etere, capi e sottoposti, loro rispondono, tutti: «Benissimo». La strategia di mercato prevede evidentemente anche questo generalizzato sbattere d'occhi alla Bamby. Sta di fatto che dopo quattro anni di preparazione il prodotto è pronto e dal 6 dicembre anche in Italia potremo vedere quanto sia grandioso, raffinato, con protago- nisti dai tratti meno sommari rispetto ai loro colleghi di «Pocahontas». Una curiosità: il cartone girerà nelle sale italiane con la scorta antipirateria. Ogni copia sarà cioè accompagnata da una guardia del corpo che ne risponderà personalmente; le scorte saranno tante quante le sale in cui si proietterà il film, 150 inizialmente, 500 sotto Natale: un costo enorme per la Disney, ma d'altra parte la pirateria lo scorso anno ha provocato alla casa Usa danni sui 25 miliardi di lire solo di mancate vendite delle cassette originali di «Pocahontas». «Il Gobbo di Notre-Dame» si ispira a Victor Hugo e racconta la triste storia di Quasimodo la cui mamma fu uccisa, lui neonato, dal terribile giudice Frollo, osses¬ sionato dall'idea di ripulire Parigi dagli zingari. Il piccolo cresce, solo, tra le guglie della Cattedrale, confortato da tre personaggi di pietra (Victor, Hugo e Laverne) che si animano per lui. Frollo si occupa del suo sostentamento e nello stesso tempo cerca di annullarlo psicologicamente. Ma lo spirito del «Gobbo» è troppo elevato per soccombere. Ogni anno a Parigi si svolge la «Festa dei folli», una sorta di Carnevale liberatorio che Quasimodo ha potuto guardare sempre e solo dall'alto della Cattedrale. Stavolta i suoi amici di pietra lo spingono a disobbedire, a gettarsi nella mischia. Lui va, e il popolo lo crede urta maschera: quando capiscono che è proprio fatto così, lo insultano e lo deridono. Sarà Esmeralda, la gitana, a salvarlo. Tutto questo diventa musical, grandioso e realistico. Tanto realistico che i bambini potrebbero averne paura: la Disney sta cambiando strategia anche nell'animazione e punta a un pubblico adulto? Risponde il «producer» (una specie di super-coordinatore), Roy Corni, anche lui di origine italiana, si chiama in realtà Rosario Coniglione: «La Disney ha più squadre che si muovono in parallelo sulle diverse produzioni (ciascuna richiede in media 4 anni di lavoro): ora abbiamo fatto il "Gobbo", che non è per bambini piccolissimi, certo, ma l'anno prossimo uscirà "Hercules", che è molto buffo, e poi "Tarzan", "Mulan", la storia di una principessa cinese, e "Fantasia 99". Facciamo di tutto, alla Disney». Al progetto di «Fantasia 99» è molto legato Roy Disney, un signore che porta in giro il nome è l'aspetto del mitico zio fondatore, capelli scolpiti sulla testa, occhi piccoli e baffetti. E' il vicepresidente dell'azienda, è il maggior azionista come persona fisica, dice che per lui realizzare «Fantasia 99» è un moto dell'animo. Ne hanno già fatto un pezzetto, quello dove volano le balene «e le posso assicurare che quando l'ho visto sono rimasto senza fiato». Romanticismo e milioni di dollari. Alessandra Comazzi Musical grandioso adatto a bimbi-grandi Il treno con le scene arriva oggi a Torino LE CIFRE Uscita: il 6 dicembre Lavorazione: 4 anni Costo: 60 miliardi di lire Persone impiegate: 620 Sale di proiezione: 500 -Dame» italiane Una scena de «Il Gobbo di Notre-Dame» e sotto i protagonisti con le voci italiane