Sequestrato il ponte delle beffe di Gianni MartiniPaola Scola
«Ci hanno presi in giro e trattati come bambini» Distrutto dall'alluvione, i carabinieri: non è garantita l'incolumità pubblica Sequestralo il ponte delle beffe Bastia, ricostruito in quattro giorni dal sindaco MONDOVI'. Piange il sindaco Rocca, senza badare a carabinieri e fotografi, alla tanta gente che da quattro giorni lavora con lui, sulle sponde del Tanaro. Il «suo» ponte, quello costruito alla faccia delle promesse dell'Anas, del buon senso e dei permessi che arrivano sempre in ritardo; con soldi suoi, presi in prestito dalla banca ipotecando la casa di famiglia, è stato sequestrato. «Ordine del gip». Riassunto in una manciata di parole recitate dai carabinieri arrivati in forze, ieri sera, a Bastia Mondovì: «Chiudendolo garantiamo la pubblica incolumità». Ovvero attraversare il Tanaro su quel ponte fatto di enormi tubi in cemento e coperti da un nastro di terra e ghiaia potrebbe essere pericoloso. «Meglio prevenire» quindi, bloccando l'accesso. Con transenne, sigilli e l'ordinanza di «sequestro cautelativo» passato al vaglio di due magistrati, ieri, a Mondovì. Col cappello d'alpino e gli abiti da lavoro il sindaco piange: per stanchezza, rabbia, delusione. «Abbiamo fatto una cosa bella, buona, utile. In quattro giorni siamo riusciti a costruire quello che da Roma, dall'Anas, dal Magistrato del Po e da tutti gli altri burocrati non abbiamo avuto in due anni. Qualche ritocco e l'avremmo aperto al passaggio delle auto. Loro promettono, noi lavoriamo. E adesso ci mandano i carabinieri. Peggio che i bambini all'asilo». Una battaglia iniziata due anni fa quella di Francesco Rocca. Nel- la notte maledetta quando la piena del Tanaro spazzò via due ponti, strade, case. Perfino l'arredo del municipio si portò via, poltrona da sindaco inclusa. «Per la mia gente rappresento lo Stato - disse -, devo ottenere subito i fondi e ricostruire». A Natale i lavori non erano ancora cominciati e lui, per protesta, montò una tenda in riva al Tanaro, pronto a digiunare. E finalmente arrivò un ponte militare. Poche settimane e il passaggio di un camion lo fece crollare. Nuova protesta e nuovo ponte. Ma per il secondo ponte, quello che collega la frazione Isola (una dozzina di famiglie, cinquanta persone tra cui molti anziani) con Bastia niente da fare. «Non mi diverto a protestare racconta -. E' che la gente ha diritto ad avere le strade, i ponti, a non rimanere isolata per due anni. Per raggiungere la frazione Isola ora ci si deve arrampicare su stradine orribili, allungando di sei chilometri il percorso. Abbiamo aspettato, ci siamo fidati di ministeri, Anas, Magistrato del Po. Promettevano che tutto sarebbe tornato alla normalità entro l'estate '96». Due miliardi il costo dell'opera, appaltati alla Conicos che, per aprire il cantiere aspettava il progetto esecutivo del Magispo. Mesi d'attesa, viaggi tra Alessandria e Roma. Tutto inutile. E, in occasione del secondo anniversario dell'alluvione, Francesco Rocca ha deciso di fare a modo suo. Ha cercato volontari: tecnici e operai, ditte specializzate e manovali. Servivano 50 milioni per le mate¬ rie prime? Ha ipotecato la casa di famiglia con una banca della zona e aperto il cantiere. E' storia dell'altro giorno, sabato 2 novembre. «Entro una settimana inaugureremo il ponte», aveva promesso. «Ma la gente ha lavorato giorno e notte - raccontava ieri mattina, orgoglioso -. E abbiamo fatto presto. Un'ora fa, in municipio, è anche arrivato il permesso del Magistrato del Po. Per loro il ponte si può costruire. Domani faremo passare le prime auto». Alle 19, mentre telegiornali e agenzie di stampa annunciavano la conclusione del «ponte costruito in quattro giorni dal sindaco-alpino», la doccia fredda. Su ordine del gip il sequestro richiesto dalla procura. L'ordinanza è chiara: «Mancano luce, spallette di protezione, è troppo basso e in caso di piena non garantisce la sicurezza per chi transita». All'arrivo dei carabinieri tra i volontari sono cominciate le proteste. Rocca è intervenuto: «Non possiamo prendercela con loro. Eseguono degli ordini. Ma come cittadini sanno che abbiamo ragione». Oggi il sindaco è atteso in procura a Mondovì: «Ero tentato di mandare tutti a quel paese. Ma sono un sindaco. Andrò ad ascoltare, non a chiedere elemosina». E il ponte? «Non è finito e non mi fermano». Gianni Martini Paola Scola «Ci hanno presi in giro e trattati come bambini» li ponte di Bastia Mondovì, messo sotto sequestro ieri Sotto il sindaco del paese, Francesco Rocca
Persone citate: Bastia, Francesco Rocca, Rocca
Luoghi citati: Alessandria, Bastia Mondovì, Mondovi', Mondovì, Roma
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