L'ex pm replica a Craxi di Ale. Mon.

I/ex pm replica a Craxi I/ex pm replica a Craxi «Sta cercando la verità? Prima renda il bottino» ROMA. Bettino Craxi scrive a Luciano Violante invocando l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta che ripristini la verità su Tangentopoli, e a stretto giro di posta Antonio Di Pietro denuncia nella rubrica su Oggi l'ennesima mossa di una «partita» giocata ad arte dall'ex segretario del Garofano. Non solo, ma ne approfitta per «spronare» il governo italiano a farsi sentire «in modo più determinato» presso le autorità tunisine, poco «collaborative» con i nostri magistrati. Così, intorno a una lettera e ad un articolo, si riaccende lo scontro fra i due avversari di sempre. Galeotta è stata, questa volta, la domanda di un lettore, che interpellando l'ex pm sul merito della invocata commissione, gli ha imposto una netta presa di posizione. «Craxi vuole che su Tangentopoli sia ripristinata la "verità dei fatti"? E allora racconti dove sono finiti i 30 miliardi del suo "bottino"», replica Di Pietro, pronto a smascherare «il tentativo craxiano di depistare l'opinione pubblica, gettando un po' di fumo negli occhi». Comincia così il botta e risposta tra l'Italia e la Tunisia nel giorno in cui la Procura di Milano boccia l'istanza di revoca degli ordini di custodia presentata dai legali di Craxi. Stando ai magistrati milanesi - che hanno visionato la perizia sullo stato di salute dell'ex leader - le sue condizioni non sarebbero incompatibili col carcere. Ma è «no» anche per quanto riguarda gli arresti domiciliari: sussisterebbe infatti tanto il pericolo di inquinamento delle prove quanto il rischio di fuga. Un'altra sconfitta da incassare, per Bettino. Lo stesso Bettino in sahariana beige che ieri gli italiani hanno visto piangere al ricordo di Sergio Moroni (ha letto in diretta la lettera scritta dal deputato socialista prima di suicidarsi) nel corso di una intervista rilasciata a una emittente televisiva tedesca e trasmessa in esclusiva dal Tg5. Di Pietro? «Un falso eroe protetto da clan giudiziari e da clan giornalistici - lo ha liquidato -. Io ho osato toccare il "santo" e mi è successo quello che tutti sanno...». Ma il fronte più incandescente è quello sul quale i due nemici «storici» si misurano direttamente: sui giornali l'uno, a colpi di fax l'altro Di Pietro ricorda che da diversi documenti bancari :<si evince in maniera inconfutabile che Craxi aveva la disponibilità, attraverso la copertura come prestanome del suo amico d'infanzia Giorgio Tradati, di alcuni conti correnti esteri su cui sono state versato somme di denaro (quantificate da Tradati in circa trenta miliardi) sborsate da imprenditori che hanno ammesso le loro responsabilità». Trenta miliardi. Specifica l'entità della somma, il ministro, mette sul tavolo nomi e riferimenti dei conti correnti che affollano tuttora le inchieste del Pool, a dimostrazione che non si è favoleggiato invano sul «tesoro» di Craxi, che non è un'invenzione dei magistrati o dei giornali. Afferma inoltre che «dalla documentazione prodotta da Tradati» emerge come il conto International gold «è stato svuotato con due operazioni bancarie avvenute nel febbraio del '93, operate da Maurizio Raggio, e i fondi trasferiti in due sedi bancarie presso le isole Cayman e le Bahamas: cosa confermata dallo stesso Raggio in un'intervista al "Giornale" del 12 luglio '95, nella quale si parla di 13 milioni di franchi svizzeri versati in due conti correnti intestati a società panamensi, mi sembra si chiamino Julfer e Farbin». Domanda: «Cosa c'entra la denuncia dello smantellamento dello Stato di diritto di cui parla Craxi con la sparizione del bottino? Soprattutto cosa c'entra la favola del finanziamento dei partiti?». Accuse fuorvianti per Di Pietro. Che prende le distanze dalle polemiche dei giorni scorsi - dichiarando di non aver nulla da eccepire sul tour organizzato dagli ex dirigenti socialisti per rendere omaggio all'ex leader e convincerlo ad una improbabile rentrée sulla scena politica - ma denuncia la «partita» che vuole giocare Craxi e «su cui dobbiamo vigilare, se non voghamo trovarci con i nioh' invertiti». Passa qualche ora, e le agenzie trasmettono da Hammamet la risposta di Craxi («non volevo occuparmi ancora dello scandaloso affare Di Pietro. Vogliono spingermi a farlo», costretta in poche, lapidarie parole. Il duello continua, [ale. mon.]

Luoghi citati: Bahamas, Italia, Roma, Tunisia