UN PAESE STANCO DEGLI ALTRI

UN PAESE STANCO DEGLI ALTRI WASHINGTON UN PAESE STANCO DEGLI ALTRI Iprimi sondaggi, a tarda notte mentre scriviamo, confermano la prevista vittoria di Bill Clinton. Ma le notizie sono ancora troppo frammentarie per poter stabilire, nel caso in cui la vittoria sarà confermata, quanto sia consistente e in particolare se i democratici strapperanno o no la maggioranza parlamentare ai repubblicani. In più, resterà da stabilire quanti voti riceverà Bob Dole e quanto pesa dunque l'America tradizionale, rappresentata da questo vecchio soldato che si è battuto insieme bravamente e in modo maldestro. Vedremo. In ogni caso un luogo comune va demolito. Quello secondo cui queste elezioni non significano nulla, sono state soltanto un monumento alla noia, prive di storia. La verità profonda ci sembra quella opposta: queste elezioni rappresentano l'atto di nascita di una nuova versione sconosciuta e incalcolabile degli Stati Uniti d'America, che hanno cambiato cultura, desideri, miti e riti. Siamo in presenza di un nuovo mondo che ha già messo un'ipoteca sul secolo entrante, attraverso un processo complicato ma perfettamente visibile, imbattendosi però nell'infrangibile disinteresse dell'Europa, troppo impegnata nell'osservare se stessa. In realtà l'angoscia europea ha le sue radici anche in un'altra domanda: che cosa farebbero i temperamenti apocalittici del vecchio continente, così avidi di turbamenti e di catastrofi, se non avessero più l'America Paolo Guzzantì CONTINUA A RAG. 15 SETTIMA COLONNA

Persone citate: America Paolo Guzzantì, Bill Clinton, Bob Dole

Luoghi citati: America, Europa, Stati Uniti D'america, Washington