Il perito con le armi in casa

Il perito con le armi in casa Aurelio Ghio era accusato di violazione alla legge per una decina di pistole (quattro scomparse), lucili ed esplosivi Il perito con le armi in casa Condannato a due anni e 5 mesi di carcere La terza sezione del tribunale (presidente Maccario) ha condannato ieri a due anni e cinque mesi di carcere il perito Aurelio Ghio, uno dei consulenti giudiziari più noti d'Italia. Era accusato di violazione alla legge sulle armi per una decina di pistole, fucili, munizioni ed esplosivi che i carabinieri della Dia di Napoli gli avevano trovato in casa, nel gennaio dello scorso anno. Si era anche scoperto che alcune pistole denunciate non si trovavano più nella sua abitazione. «Quella sparizione - ha detto il difensore, Mauro Ronco - ha meravigliato e preoccupato anche noi: il professor Ghio, che ha dimostrato in 35 anni di lavoro quell'estrema precisione che gli ha consentito una meravigliosa carriera, è stato evidentemente un poco distratto nelle sue cose private». I guai, per il noto perito torinese, erano cominciati quando finì in manette, il 24 gennaio del '95, su richiesta della procura di Salerno che indagava sulle «toghe sporche» nel Napo- letano (finirono in carcere due alti magistrati, Ciro Demma e Antonio Esti, e l'avvocato Antonio Buonanno). Secondo un pentito del clan di Carmine Alfieri, Ghio si sarebbe adoperato, assieme ad altre persone, per «aggiustare» il processo agli imputati di una strage di camorra avvenuta a Torre Annunziata nell'84, e avrebbe anche venduto armi alla camorra. Ghio ha sempre respinto quelle accuse. Ma contestualmente all'arresto gli fu perquisita l'abitazione. E in quell'occasione nacque una tranche torinese dell'inchiesta, oggetto del processo terminato ieri: si scoprì che alcune armi denunciate non si trovavano più in casa, mentre ce n'erano altre non denunciate. Il perito ha spiegato di essere un collezionista: «Ne avevo talmente tante, che non so dire dove siano finite quelle quattro. Quanto a quelle che non risultano denunciate, ho cambiato casa, e ho scordato di segnalare il cam¬ bio di residenza ai carabinieri». Noto esperto balistico (si è occupato anche della pistola che sparò in via Fani), Aurelio Ghio è considerato uno dei maggiori periti calligrafi d'Italia. Al processo che si è concluso ieri, il pm Gabriella Viglione aveva chiesto una condanna a 4 anni e due mesi di carcere. E' uno dei consulenti giudiziari più noti d'Italia. Finì in manette l'anno scorso nell'indagine sulle «toghe sporche» Il perito Aurelio Ghio si era difeso dicendo di essere un collezionista di armi «Ne avevo talmente tante che non so più dove sono finite quelle quattro che risultano denunciate»

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