Consegnalo il premio a 5 «artigiani di pace» di Lodovico Poletto
Consegnalo il premio a 5 «artigiani di pace» La cerimonia ieri all'Arsenale Consegnalo il premio a 5 «artigiani di pace» II riconoscimento istituito dal Sermig è andato anche al cardinal Saldarmi Non è un caso. Nella giornata delle forze armate, il Sermig di Ernesto Olivero, dai locali dell'«Arsenale della pace», lancia un messaggio diretto a tutto il mondo: «Costruire la pace si può. Basta volerlo. Pensate: ci sono uomini che lavorano ogni giorno inseguendo questo obiettivo». E così, nella sala della biblioteca, ieri sera, Olivero ha consegnato il riconoscimento di «Artigiano della pace» a cinque personaggi che, direttamente o attraverso enti, hanno lavorato con tutte le loro forze per diffondere questo monito: un segno tangibile del fatto che, nonostante tutte le difficoltà, la pace si può creare. «Li abbiamo definiti artigiani spiega lo stesso Olivero perché questo termine fa pensare a qualcuno che, con le mani e la fantasia, realizza qualcosa di unico, non meccanico». Un messaggio che non poteva di certo passare sotto silenzio. E così, al momento della premiazione, il cardinale Giovanni Saldarmi, vescovo di Torino, prima di ritirare la pergamena abbraccia l'altro prelato premiato: monsignor Alberto Abiondi, vescovo di Livorno, grande sostenitore dell'ecumenismo. Poi spiega: «Questa sera farò un attento esame della mia vita, per scoprire se sono stato un vero artigiano di pace. Se questo premio me lo sono davvero mertitato». Lo dice come battuta perché sa che Olivero e gli altri del Sermig gli riconoscono grande determinazione: «Neil'aver perseguito obiettivi di pace e dialogo». Poi, fuori dalla sala, il vescovo della diocesi subalpina, in sintesi, spiega: «Tutti devono essere messaggeri di pace. Da chi ricopre incarichi istituzionali in giù». E nemmeno la premiazione Monsignor Vin nzo Paglia degli altri quattro «artigiani» è solo un rito. La pergamena la ritirano Bruno Baioli, missionario làico della Pro Civitate Christiana di Assisi, per l'attività missionaria svolta dal gruppo. Monsignor Vincenzo Paglia e Alberto Quartucci, rTspettivamente assistente spirituale e segretario generale della comunità Sant'Egidio di Roma. Il console del Brasile, dottor Corso, intervenuto in veste di rappresentante di padre Clodoveo Piazza, sacerdote da tempo impegnato nella difficile impresa di aiutare i bambini di strada. L'ultimo a stringere la mano ad Ernesto Olivero, ritirando la pergamena, è il vescovo di Livorno, Alberto Abiondi, il primo vescovo europeo ad essere stato eletto vice presidente mondiale delle Società bibliche per la sua «testimonianza di coerente, e instancabile tessitore di dialogo e di pacificazioni». «Nessuno commenta - mi aveva definito artigiano. Ma mi pare sia un termine di cui andar fieri: artigiano è colui che posside doti o capacità. L'artigiano è chi ha le mani occupate ma il cuore libero. Ed è innamorato. In questo caso della pace». Infine sono stati consegnati tre premi «speciasli». Ai Vigili del fuoco definiti da Olivero «Antieroi per eccellenza»; alla Compagnia dei Miracoli (un gruppo teatrale che ogni anno mette in scena spettacoli il cui ricavato viene devoluto in beneficenza) e ai Maestri di Bottega, l'associazione dei restauratori d'arte. Proprio loro, nei locali del Sermig, fonderanno entro pochissimi mesi una «Scuola per artigiani e restauratori». Lodovico Poletto Il cardinal Giovanni Saldarmi abbraccia monsignor Alberto Abiondi, vescovo di Livorno, che con lui ha ottenuto dalle mani di Ernesto Olivero il premio del Sermig Monsignor Vincenzo Paglia
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