«Il fisco ci sta soffocando? Sono peggio gli ipermercati»

«Il fisco ci sta soffocando? Sono peggio gli ipermercati» «Il fisco ci sta soffocando? Sono peggio gli ipermercati» IN NEGOZIO VETRINE e insegne al buio, ieri notte a Torino. Comprese alcune che, per non arrivar tardi all'appuntamento, hanno cominciato a smorzarsi a fine pomeriggio, a Vanchiglietta e in altre zone periferiche. Qualcuno ci scherza perché «in questa città, considerare una vittoria le vetrine oscurate di notte equivale a vantarsi perché la gente va in giro vestita». Ma le reazioni stimolate dall'invito del presidente Ascom De Maria non hanno chiaroscuri. Tutti d'accordo, nei negozi, a partire da quella stragrande maggioranza di esercenti che chiedono solo di tirare avanti. Scherza Silvio Pellegrino, portavoce di via Tripoli e presidente nazionale dell'Assofiori-Confesercenti: «Chissà se siamo noi ad assecondare De Maria o se è lui che concorda con noi. La verità è che la base di entrambe le associazioni è unita nel tenere spente le vetrine e nel denunciare i problemi di categoria». Il più importante? «Per discutere con il Fisco bisogna prima pagare le tasse sul guadagno. E' un dovere, a Torino chiediamo soltanto di poterlo attuare. Il vero dramma è la concorrenza soffocante della maxi-distribuzione». Lo sostiene anche Giorgio Stramazzo, presidente di via Maddalene e titolare di un negozio di caccia e pesca. «Vorrei vederli presi all'amo, quelli che dobbiamo ringraziare per i 160 mila miliardi dell'evasione fiscale. Io fatturo fino all'ultima lira e, se pagherò meno al Fisco, è perché ho dimezzato le vendite grazie a super e ipermercati che imperversano qui a Regio Parco». Marciare con la grande distribuzio¬ ne, come vuole la Confcommercio nazionale? Giorgio Stramazzo piuttosto la impallinerebbe: «In via San Benigno, corso Regio Parco e via Bologna oramai abbiamo un negozio aperto e l'altro chiuso». Vetrine oscurate pure in via Della Rocca dove, per inciso, le ante decorate dagli artisti di zona troncano ogni possibilità alternativa. Dice la presidente Brigida Sacerdote: «Una scrematura c'è già stata anche tra noi, è dura per tutti. Contestare la grande distribuzione? Giusto ma inutile. Sono anni che la combattiamo, non è cambiato niente. Meglio ribattere specializzando ogni zona urbana in base a specifiche caratteristiche ed esigenze commerciali. Il nostro Borgo Nuovo fino a qualche anno fa non lo conosceva nessuno». Ma le regole devono essere uguali per tutti. Sottolinea prima di spe- gnere le luci Paolo Bertolini, presidente di piazza Vittorio: «La protesta mi sta bene. Non mi sta bene una grande distribuzione che, qui a Torino, si è imposta con truffe e intrallazzi sulla pelle delle piccole imprese». E non soltanto a spese loro. Dice da Cartier il presidente di via Roma, Lapenna: «Condivido la decisione dell'Ascom, come tanti altri direttori di catena del centro». Possibile che una Casa internazionale come Cartier ratifichi una lotta contro la proliferazione degli ipermercati italiani? «Se continuerà nel caos, ostacolando ogni serio programma imprenditoriale, logicamente sì». Luisella Re «Troppe le chiusure tra i piccoli esercizi» Sopra Brigida Sacerdote, presidente di via della Rocca. A fianco Alfredo Lapenna, responsabile dell'associazione che riunisce i negozianti di via Roma Da sinistra Silvio Pellegrino, portavoce dei commercianti di via Tripoli, e Giorgio Stramazzo, presidente di via Maddalene

Luoghi citati: Regio Parco, Torino