Keynes, la foca innamorata

Tra amicizie, gelosie, omosessualità: il grande economista nell'ultimo volume della biografia Tra amicizie, gelosie, omosessualità: il grande economista nell'ultimo volume della biografia Keynes, la foca innamorata Per una ballerina «tradì» Bloomsbury M AYNARD la foca. Era il 1919, aveva da poco fatto la sua apparizione TheEconomics Consequences of the Peace, il libro di John Maynard Keynes, che porterà alle stelle la sua fama di studioso, in cui l'economista auspicava che venissero cancellati tutti i debiti di guerra. Virginia Woolf, sua intima amica e come lui appartenente al gruppo bohémien di Bloomsbury, il sodalizio di artisti, scrittori e filosofi che dominerà un trentennio di vita intellettuale inglese, commenterà lapidaria e acida che il volume «influenzerà il mondo senza essere minimamente un'opera d'arte». E sul suo diario dedicava un ritrattino al vetriolo all'ignaro apostolo (così si chiamavano i ragazzi del Trinity College, discepoli del filosofo Moore, tra cui, appunto Keynes e poi Lytton Strachey, Wittgenstein, Forster, Léonard Woolf, Clive Bell): «Una foca ben rimpinzata, con doppio mento, un davanzale di labbra rosse, brutale, privo di immaginazione e poi - aggiungeva - non ha mai letto nessuno dei miei libri». Un giudizio per nulla positivo nei confronti del celebre economista, docente e amministratore del King's College, lo esprimeva poi in quegli anni anche suo marito, Léonard Woolf, che considerava Keynes esageratamente affarista. E la sorella di Virginia, la pittrice Vanessa Bell, cominciava a prendere le distanze da Maynard proprio all'inizio degli Anni 20. Lo scrittore Strachey rincarava la dose dicendo a suo fratello James: «Pozzo [nomignolo affibbiato a Maynard che suggeriva l'idea di una fogna, ndr] non mi piace». Un altro degli adepti della sofisticata conventicola, il pittore Duncan Grant, a cui Keynes era intimamente legato, nel troncare il rapporto, aveva confidato malignamente: «Non posso continuare a illudermi di essere innamorato di una persona che a volte mi annoia». L'intero cenacolo di Bloomsbury, che oltre alla religione dell'arte coltivava quella dell'omosessualità, stava rifiutando una delle sue «anime». Cosa succedeva tra quegli snobissimi protagonisti? Maynard la foca, dai labbroni sensuali, che fino a 37 anni si era sentito diviso tra Bloomsbury e la City, tra il credo nell'arte e quello nel quattrino, ma ora aveva abbandonato le incertezze, dava la scalata alle alte cariche e rivelava gli aspetti più enigmatici e inquietanti del suo carattere. A ricostruire l'appassionante intreccio tra vita pubblica e privata di Keynes è la bella biografia di Robert Skidelsky John Maynard Keynes, di cui adesso sta per uscire da Bollati Boringhieri il secondo volume sugli anni 19201937. Si tratta di oltre un quindicennio cruciale nella vita di Keynes, descritto da Skidelsky con dovizia di particolari, molti dei quali inediti. In questi anni emergevano infatti tutte le contraddizioni della complessa personalità dell'economista che affascinava gli amici con la sua mente geniale ma li turbava con la sua sfrenata mondanità, con 0 piglio autoritario. Dopo la sofferta fine della relazione con Duncan, Maynard disse di avere esaurito la carica amorosa: «Alla mia età è preferibile immergersi sino alla cintola, non fino alle orecchie», sentenziò prima di tuffarsi in una liaison con un bel giovanotto, Sebastian Sprott. A Bloomsbury si commentò: Maynard finalmente si è «sposato». Ma si sbagliavano. Keynes, ribelle e anticonformista nei confronti delle leggi dell'economia classica, fu ugualmente insofferente per le leggi non scritte di Bloomsbury. L'economista lavorava, verso la metà degli Anni 20, per il Tesoro britannico, era in varie commissioni governative, vicino a statisti come Churchill (che lo introdusse all'Other Club, da lui fondato). Progressivamente abbandonava le abitudini antiborghesi e condannate come «eccentriche» dai benpensanti. Sempre in quel periodo visse un piccolo dramma: la sua segretaria, Naomi Bentwich, si innamorò perdutamente di lui e si convinse di essere ricambiata. La disillusione fu cocente quando scoprì che il «principale» dagli occhi dolci se ne sarebbe andato in vacanza con Sebastian. Ma intanto un turbine stava entrando nella sua vita privata. Keynes vide per la prima volta Lydia Lopokova nel balletto di Diaghilev The Sleepinq Princess. Nell'incontro con la piccola ballerina russa dal viso tondo e dai capelli ricciuti percepì che qualcosa di insolito stava accadendo e fu terrorizzato. Manifestò il progetto di fuggire in India. Vanessa lo esortò: «La fuga in India può essere la tua salvezza, per quanto affascinante sarebbe una moglie costosa. E' preferibile averla come amante». Maynard non scappò, ma continuò tra frequenti scenate a tenere i piedi in due staffe, proponendo a Lydia persino un viaggio-ménage à trois in Nord Africa con Sebastian. Il suo frequente ruolo di mecenate nei confronti degli artisti e amici non bastò a salvarlo dai veleni quando si decise a presentare la piccola Lydia alla «famiglia» di Bloomsbury. La Woolf la soprannominò «cocorita», Vanessa sostenne che voleva frequentarla solo a piccole dosi e tutti gli altri si unirono al coro del disprezzo. L'economista e la ballerina convolarono a nozze nel 1925, mentre la Woolf infilzava Keynes: «Ha un aspetto stranamente gonfio e sgradevole, che fa pensare ad un'anguilla». Strachey, del nido d'amore dei due sposini, disse: «La casa è orrenda. Lydia corno; al solito è patetica e banale». Clive Bell scommise con Duncan che non avrebbero mai avuto bambini, e aggiunse: «Maynard è troppo veloce con il grilletto». Cosa determinava un così tenace rifiuto? La spiegazione di Skidelsky è nella rivolta di Keynes ai dogmi del gruppo: gli adepti del sodalizio non gli perdonarono non tanto di essersi sposato - nozze di convenienza era all'ordine del giorno - quanto di essersi imbarcato in un matrimonio d'amore. A lungo, nel salotto al numero 46 di Gordon Square, dove abitava Vanessa e da cui gli sposini furono banditi, si discusse s^ Keynes con il matrimonio avesse perso anche la sua anima. Sicuramente nel 1929 perse quasi tutti i suoi quattrini e anche quelli dei suoi amici, ma si rifece rapidamente. Lydia restò il punto di riferimento di tutta la sua vita, mentre ai pittori e scrittori di un tempo si sostituivano le frequentazioni di politici, banchieri e uomini d'affari. Keynes non abbandono però la sua vena aggressiva, il suo radicalismo e la passione per le arti. Nel 1935, mentre dava gli ultimi tocchi al suo capolavoro, The General Theory of Employernent, interest and Mjney, finanziò e supervisione il Cambridge Ars Theatre. L'infaticabile economista, colpito nel 1937 da una trombosi coronarica, scrisse alla amata danzatrice: «Possono togliere l'alcol ai pazienti che bevono troppo e il cibo a quelli che esagerano nel mangiare. Ma non mi possono togliere i pensieri». iViireila Serri Virginia Woolf $ affibbiò il velenoso soprannome. La sua colpa: aver lasciato il «circolo» per la City ■ 1 Sopra John Maynard Keynes (a destra) all'uscita dal Fitzwilliam Museum a Cambridge. Qui accanto, l'economista con Fred Vinson (a sinistra), segretario al Tesoro americano Lydia Lopokova, la danzatrice che Keynes vide in un balletto di Djaghilev e che poi sposo

Luoghi citati: Bloomsbury, Cambridge, India, Nord Africa, Virginia