«E' la disidratazione il rischio più grave» di R. Cri.

«E' la disidratazione il rischio più grave» Il medico: un pericolo anche il panico «E' la disidratazione il rischio più grave» ROMA. «Il primo, grosso pericolo dell'isolamento acuto è la disidratazione. Ma se il soggetto reagisce male psicologicamente, la situazione si complica». Andrea Galvagno, responsabile medico del progetto Underlab (serie di esperimenti sull'isolamento estremo dell'uomo) e specialista di medicina aeronautica e spaziale, analizza così il caso delle due suore rimaste chiuse in un ascensore. «Molto dipende dall'esperienza e dalla preparazione delle persone - aggiunge il medico -. Nel caso di Nuoro, è più probabile che si siano messe a pregare, piuttosto che urlare o arrabbiarsi. Questo le ha senz'altro aiutate». La tranquillità però non è tutto quando si è anziani e si deve stare per tre giorni senza cibo né acqua. Quali sono i primi problemi che si presentano? «La disidratazione affatica i reni e il cuore e possono insorgere problemi di pressione, disturbi che vanno ad aggiungersi a quelli che un soggetto avanti con gli anni di solito già lamenta. La mancanza di cibo causa ipoglicemia e può dare difficoltà di ragionamento, ma è meno grave della carenza di liquidi». Un consiglio a chi si trova in una situazione analoga? «Mantenere la calma e valutare se ci sono possibilità di fuga. In caso negativo, cercare di organizzare il tempo che si deve passare in isolamento. Se si è almeno in due, è fondamentale aiutarsi». [r. cri.]

Persone citate: Andrea Galvagno

Luoghi citati: Nuoro, Roma